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«Il 58 bis e il Comune ci hanno impedito di donare un blocco per l’asta benefica»

È la Lorano II Srl, una delle sei ditte stoppate per aver escavato fuori perimetro, a denunciare il fatto: «Freddo schematismo, più forte di qualsiasi principio benefico e genuino»

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«Esprimiamo il nostro rammarico e il nostro sdegno per l’atteggiamento manifestato dal Comune di Carrara e, nello specifico, dall’ufficio marmo rispetto a una tematica tanto delicata quanto importante. Ci riferiamo alla mancata risposta, equivalente a un diniego, degli uffici competenti circa la nostra richiesta di trasportare a valle un blocco di bardiglio nuvolato, già sezionato e stoccato nel piazzale di cava. Il blocco in questione sarebbe stato destinato all’asta organizzata dalla Fondazione Marmo (svoltasi oggi, venerdì 14 dicembre, ndr) a scopo di beneficenza, per “finanziare le numerose richieste di aiuti che arrivano da enti, istituti scolastici e associazioni del terzo settore”». Ad affermarlo è la Escavazione Marmi Lorano II Srl, una delle sei ditte i cui lavori sono stati fermati in seguito all’entrata in vigore dell’articolo 58 bis della legge regionale 35 , per aver escavato fuori perimetro.

«La nostra azienda, in seguito all’accordo con gli organizzatori, avrebbe voluto offrire un piccolo contributo, come già fatto in passato. Purtroppo non è stato possibile, poiché essendo stati raggiunti da un provvedimento di sospensione dell’attività estrattiva (il secondo negli ultimi 4 mesi), ai sensi dell’art. 58 bis della L.R. 35/2015, non siamo stati autorizzati al trasporto a valle del materiale».

«Riteniamo che tale provvedimento non avrebbe dovuto impedire un’operazione che non presenta alcuna implicazione con la lavorazione della cava; riteniamo altresì che alcuni valori, quali la solidarietà e la generosità, siano più forti di qualsiasi interpretazione fiscale e rigida della legge.
Ci dispiace rammentare che la nostra richiesta è stata accantonata senza ricevere neppure una risposta, probabilmente senza alcuna riflessione in merito».

«Questa vicenda consente di dotarci di un prisma privilegiato attraverso cui interpretare gli atti del Comune e dei suoi organi. Un prisma da cui emergono come elementi ricorsivi il freddo schematismo, più forte di qualsiasi principio benefico e genuino, e l’incapacità di assumersi le proprie responsabilità rispetto alle complesse dinamiche che si dispiegano nel nostro settore e nel nostro territorio».

Palazzo Civico, dal canto suo, fa sapere che, per effetto dell’articolo del 58 bis, il materiale non poteva essere trasferito.

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