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Mafia, Giubilaro: procura apuana attiva, ma non competente per questi reati

Il procuratore capo risponde a chi nei giorni scorsi aveva dichiarato che questo tipo di indagini «partono sempre da altre procure»

Il procuratore capo di Massa-Carrara Aldo Giubilaro non ci sta e risponde a chi nei giorni scorsi aveva dichiarato a un quotidiano che le inchieste sugli episodi di mafia a Massa-Carrara «partono sempre da altre procure». Il riferimento è a Gino Angelo Lattanzi, carrarese e dirigente di Cna Liguria, che all’indomani dell’operazione “Drago”, aveva detto che la ‘ndrangheta nel territorio apuano è presente da «oltre venti anni» e che le indagini «partono sempre da altre procure».

«Si invita chi di dovere – afferma il Procuratore – ad analizzare la cosa, anche perché contrariamente a quanto detto da qualcuno anni fa, gli input non mancherebbero. Per espressa previsione di legge i reati di criminalità organizzata rientrano nella competenza non della Procura della Repubblica presso il Tribunale del luogo, ma della Procura della Repubblica del capoluogo del distretto. Nel caso che qui interessa non di Massa, ma di Genova nelle persone dei magistrati assegnati alla Direzione distrettuale antimafia».

«Per effetto di questa regola di diritto – precisa Giubilaro – la Procura della Repubblica di Massa non può svolgere indagini in relazione a fatti di criminalizzata organizzata, tutt’al più prestare la sua collaborazione alla Procura della Repubblica di Genova. Come puntualmente fatto con il sostituto procuratore, Alessia Iacopini in occasione della recente indagine. Discende dalla preclusione di legge appena detta che gli eventuali input che giungono a questa Procura, di estrema utilità ai fini del contrasto della criminalità organizzata e perciò ben accetti, vengono trasmessi alla Procura della Repubblica di Genova, unica per ragioni di competenza, legittimata ad indagare».

«Peraltro – conclude il procuratore – che la recente indagine sulla criminalità organizzata portata a termine dalla Procura della Repubblica di Genova in questi giorni ha preso avvio da denunzia presentata alla sezione di polizia giudiziaria di questa Procura ed è stata svolta per mesi dalla dottoressa Iacopini, fino al momento in cui, emersi fatti–reato riconducibili alla criminalità organizzata, il fascicolo ha dovuto essere trasmesso alla Procura della Repubblica di Genova».