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Lavoro e sicurezza, a Carrara un 2018 nero: 3 morti in pochi mesi foto

A Carrara si contano i lavoratori deceduti dopo l'ennesima tragedia accaduta questa volta al porto

Un comune di nuovo in lutto quello di Carrara. Da ieri le parole di cordoglio per la morte del portuale di 39 anni schiacciato da un carrello elevatore si susseguono in comunicati stampa e messaggi di vicinanza alla famiglia. Il dibattito pubblico sulla necessità di garantire sicurezza ai lavoratori delle categorie più a rischio, specie quelli del settore lapideo, si riapre. «Sulla sicurezza le aziende devono mettersi in testa che devono investire. Investire sulla sicurezza non porta ricavi e utili, ma riporta i lavoratori dalle proprie famiglie sani e salvi alla fine di una giornata di lavoro», ha commentato Luca Mannini della Cisl a pochi minuti dalla tragedia. Ma senza i dovuti controlli e gli investimenti necessari per tutelare la salute dei lavoratori, il dibattito rischia di diventare un appuntamento tristemente ricorrente nel calendario apuano, e fatto di parole ormai prive di significato.

Alessandro Lorenzani, l’uomo che ieri ha perso la vita al porto di Marina di Carrara, è il terzo a morire sul luogo di lavoro nel giro di pochi mesi nel comune di Carrara. Le indagini della polizia di frontiera e della Capitaneria di porto sono in corso: da una prima ricostruzione sembrerebbe che l’uomo si trovasse vicino ad una gru sulla banchina del porto quando è stato travolto da un muletto manovrato da un collega. Il portuale che adoperava il carrello elevatore stava procedendo alle operazioni di scarico dei blocchi di granito di una nave arrivata dal Brasile. Nonostante sia stato allertato l’elisoccorso, il Pegaso non ha mai preso il volo verso Pisa. L’uomo è venuto a mancare poco dopo l’impatto con il carrello.

Morto schiacciato. Così come accaduto poco tempo fa ad altre tre persone. Il 12 maggio nella cava di Fantiscritti muore Luciano Pampana, 58 anni, originario di Viterbo. L’uomo lavorava nella cava Fiordichiara B. e stava spostando un masso a bordo di uno scavatore. La macchina ad un certo punto si è inceppata facendo sbilanciare il blocco che stava trasportando e che lo ha travolto. Per lui, cordoglio e lutto cittadino.

L’11 luglio scorso Luca Savio, 41 anni, perde la vita in una dinamica simile. Si trovava in viale Zaccagna quel giorno, nel piazzale dove da sei giorni si recava per lavorare. Stava seguendo le operazioni di spostamento di un blocco di marmo quando il blocco sollevato da una gru l’ha colpito alla testa e al torace. L’impatto è stato devastante e per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Pochi giorni dopo, schiacciato stavolta da un quadro elettrico, resta infortunato gravemente un uomo di 50 anni che operava nel settore nautico.

Lavoro e sicurezza, due diritti di pari importanza che entrano troppo spesso in conflitto. In alcuni settori due necessità messe a dura prova dal dover garantire una certa produttività. Un ricatto scegliere fra l’uno e l’altro. E in provincia sembrano mancare entrambi.