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Tragedia al porto: operaio muore schiacciato sotto un muletto foto

Si chiamava Alessandro Lorenzani. È successo sulla banchina Fiorillo. Sotto shock il collega che manovrava il mezzo. «Fermati! Occhio al carrello!» avrebbe gridato un altro portuale. Sul posto il sindaco. Tutte le reazioni

È rimasto schiacciato sotto un carrello elevatore e per lui non c’è stato nulla da fare. Un operaio è morto così pochi minuti fa, intorno alle 15.30, al porto di Marina di Carrara nella zona di Levante. Sul posto sono giunte l’automedica di Carrara e un’ambulanza della Pubblica Assistenza di Marina di Carrara insieme alle forze dell’ordine e gli addetti di medicina del lavoro dell’Asl per i rilievi del caso. L’operaio che manovrava il carrello era sotto shock, si è sentito male ed è stato portato in ospedale. Allertato anche l’elisoccorso Pegaso, il cui intervento non si è poi concretizzato.

AGGIORNAMENTO ORE 17.16 – IL SINDACO E GLI ASSESSORI AL PORTO
Sul posto sono arrivati anche i rappresentanti dell’amministrazione di Carrara col sindaco Francesco De Pasquale, il presidente del Consiglio comunale Michele Palma, e gli assessori Andrea Raggi e Sarah Scaletti.

AGGIORNAMENTO ORE 17.38 – LA RICOSTRUZIONE DELLA TRAGEDIA/1
Da una primissima e sommaria ricostruzione sembrerebbe che l’operaio deceduto si trovava vicino a una gru sulla banchina di levante quando è stato travolto dal muletto, nonostante un altro collega che si era accorto di quanto stava per accadere abbia urlato di fermarsi. Il portuale che manovrava il carrello stava procedendo alle operazioni di scarico di una nave arrivata dal Brasile. Le indagini sono svolte dalla polizia di frontiera e dalla Capitaneria di Porto.

AGGIORNAMENTO ORE 17.58 – LA RICOSTRUZIONE DELLA TRAGEDIA/2
Arrivano le prime voci dai sindacati. Tra i primi a parlare Domenico Ciavarella, segretario provinciale della Filt-Cgil di Massa-Carrara che fa una ricostruzione della dinamica dell’incidente mortale: «Il carrello era scarico, lui camminava per attraversare la banchina. A un certo punto il carrello l’ha preso nonostante uno gli abbia gridato dietro: “Fermati! Dove vai?! Occhio al carrello!”». Probabilmente però per i rumori dell’area portuale, quelle grida non sono giunte alle orecchie del lavoratore che stava per essere travolto. «Dal carrello – spiega Ciavarella – lateralmente c’è poca visibilità, non c’era traffico, c’erano solo due navi. Il problema è che ultimamente si lavora in una certa maniera: abbiamo fatto un verbale al gestore della banchina Fiorillo per operazioni non previste di movimentazione».

AGGIORNAMENTO ORE 18.23 – LE REAZIONI: LUCA MANNINI (CISL)
Anche Luca Mannini segretario provinciale della Fit-Cisl interviene con una nota: «Ennesima Tragedia. Ennesima morte sul lavoro. Questa volta non alle cave ma al Porto di Marina di Carrara. Dinamiche ancora da accertare ma di certo una morte sul lavoro che non doveva accadere. Il 1° maggio scorso Anna Maria Furlan (Cisl), Susanna Camusso (Cgil) e Carmelo Barbagallo (Uil) sono venuti al Cimitero Marcognano di Carrara a commemorare i caduti sul lavoro e ad attirare l’attenzione sul problema della Sicurezza nel Mondo del Lavoro. Problema della Sicurezza troppe volte sottovalutato. Da allora questo è il terzo caduto nella nostra Provincia avvenuto nel mondo del lavoro. Una quindicina negli ultimi dieci anni! Un’enormità! Evidentemente qualcosa non funziona. Non si può sempre ricollegare tutto alla fatalità. Due anni fa è stato firmato anche un Protocollo per la Sicurezza nei Porti, evidentemente va rivisto e aggiornato. Sulla sicurezza le aziende devono mettersi in testa che devono investire. Investire sulla sicurezza non porta ricavi e utili ma riporta i Lavoratori dalle proprie famiglie sani e salvi alla fine di una giornata di lavoro. E questo deve essere l’obbiettivo comune e condiviso da tutti noi. Come Fit-Cisl vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà ai famigliari, ai colleghi e a tutti gli amici del Lavoratore».

AGGIORNAMENTO ORE 18.55 – LE REAZIONI: MARTINA NARDI
Tra i parlamentari del territorio la prima a intervenire è la deputata del Pd Martina Nardi: «Un’altra morte sul posto di lavoro, un altro concittadino che stamattina era andato a lavorare, a compiere il suo dovere, in un altro luogo simbolo della nostra provincia, il porto di Marina di Carrara. Non ci sono parole per esprimere l’amarezza di queste ore. Ci sentiamo ogni volta impotenti e incapaci di far fronte alle oggettive difficoltà che il mondo del lavoro sta attraversando. Il problema della sicurezza non va mai perso di vista, l’attenzione non deve mai abbassarsi. Ma oggi è ancora il giorno del dolore e delle domande. Alle responsabilità e alle risposte, se ce ne saranno, dovremo tutti pensare domani».

AGGIORNAMENTO ORE 19.19 – IL NOME DELLA VITTIMA
La vittima si chiamava Alessandro Lorenzani, aveva 41 anni e lavorava al porto di Carrara da una quindicina d’anni. Dei suoi familiari sul posto è giunto il padre del giovane operaio deceduto.

AGGIORNAMENTO ORE 19.42 – LE REAZIONI: GIACOMO BUGLIANI E COSIMO FERRI
Giacomo Bugliani (consigliere regionale del Pd): «È terribile apprendere di un altro incidente mortale sul lavoro. Non bastano le parole per esprimere il cordoglio e la vicinanza a familiari e colleghi. Ciò che è avvenuto oggi è una tragedia inaccettabile che di nuovo ci impone una seria, doverosa e improrogabile riflessione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Adesso è il momento del dolore, ovviamente, ma nel contempo è evidente che non possiamo arretrare di un millimetro nell’impegno su questo fronte».
Cosimo Ferri (deputato del Pd): «Un altro morto sul lavoro. Un’altra vita stroncata, che vedeva il lavoro come un modo per guadagnare onestamente e non certamente come luogo di morte. Un grandissimo dolore per la famiglia. La stessa reazione da parte di tutti, scossi dall’ennesima notizia. Il cordoglio e il dispiacere non bastano: dobbiamo fare di più. Dobbiamo evitare queste tragedie che segnano le famiglie colpite e che aprono ferite che non si cicatrizzeranno mai. Non basta, quindi, unirsi al dolore ma serve reagire con più forza, essere più severi nelle sanzioni e far capire che senza sicurezza non si può lavorare. Servono più controlli, ma anche un cambio culturale che metta al centro il lavoratore responsabilizzandolo e facendogli comprendere fino in fondo i rischi che può correre. Lavoratori e imprese devono stare dalla stessa parte. In questo senso servono più incentivi alle imprese che investono in sicurezza, rendendole sempre più consapevoli che ogni euro investito fa risparmiare l’azienda. Non si può morire di lavoro. Riproviamoci tutti insieme con forza e determinazione».