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Cavatori ‘deficienti’, numerose condanne dalla politica: Lista Arrighi, Mirabella (Ferri) e Rifondazione Comunista

CARRARA – Continuano ad arrivare messaggi di condanna nei confronti dell’espressione usata dal presidente della Umberto Franchi spa, Alberto Franchi, che al giornalista di Report e riferendosi ai cavatori che si feriscono al lavoro aveva usato la parola ‘deficienti’. “Il Gruppo Consigliare Serena Arrighi Sindaca prende con fermezza le distanze   dalle parole pronunciate alla trasmissione Report dall’imprenditore Alberto Franchi. Ci sentiamo fortemente scossi – scrive il capogruppo in Consiglio il dottor Guido Bianchini – dai toni sprezzanti e dai contenuti, che sono offensivi per tutta la comunità carrarese. Ci vuole rispetto per le vite spezzate sul posto di lavoro e per i tanti infortuni che avvengono quotidianamente, visto che oltretutto le sue parole seguono i fatti avvenuti pochi giorni fa alla centrale elettrica di Suviana. Non ci sono giustificazioni per quanto ha detto. Piena solidarietà alle famiglie carraresi che hanno pagato sulla loro pelle incidenti avvenuti in cava: padri, mariti, figli, fratelli, amici che non ci sono più o hanno avuto danni permanenti perché, a detta di Franchi, sono stati deficienti, senza pensare che spesso questi accadimenti sono dovuti alla stanchezza, a fattori ambientali ai limiti, ma soprattutto alla negligenza di chi li dovrebbe formare e rendere l’ambiente di lavoro il più sicuro possibile. Se nel tempo, al monte come al piano, si sono ottenute condizioni lavorative migliori è solo grazie alle tante battaglie da loro sostenute. Un’altra pagina negativa si è consumata in questa città, non lo meritiamo e vigileremo per fare sì che ognuno sia chiamato alle sue responsabilità. Sempre vicini ai cavatori e alle loro famiglie, che sono la parte nobile di questo duro lavoro”.

Stessa amarezza e stessa condanna le ritrovimo nella nota stampa del consigliere Filippo Mirabella della Lista Ferri.

“Ho visto la trasmissione Report e sono davvero amareggiato per le dichiarazioni che ho ascoltato in merito al tema delle nostre cave di marmo – scrive Mirabella – Da cittadino prima ancora che da consigliere  comunale penso che le tragiche morti bianche anche nelle nostre cave e non solo siano drammatiche per le famiglie che perdono i propri cari ma anche per tutta la comunità . Di fronte al dolore ci vogliono rispetto e silenzio. Sono ferite che rimangono per sempre. La politica e le imprese devono parlare meno e fare  di più in tema di sicurezza del lavoro lo diciamo da tempo. Ma se quello che ho ascoltato in televisione  è ciò che si pensa realmente ritengo che con determinazione si debbano prendere le distanze. Mi auguro che ci siano scuse pubbliche, anche se si tratta di frasi ingiustificabili. Per il mio lavoro ho fatto diversi sopralluoghi dopo incidenti mortali e il dolore e le immagini di quei momenti ancora li porto con me. Non riesco ancora oggi a spiegare quello che si prova attesa la tragicità. Vite innocenti strappate in modo violento e lavoratori che muoiono mentre svolgono il loro lavoro. A tutte queste famiglie e alla comunità di Carrara vanno il mio sentito pensiero di rispetto, di affetto e di vicinanza”.

Voci di protesta si levano anche da Rifondazione Comunista: “Le parole di Franchi sono il pensiero comune del potere, di una oligarchia capitalista, arrogante e indecente senza un minimo di pudore- scrive Daniela Marchini membro del direttivo Circolo Rifondazione Comunista Alfo Maggiani – Ma attenzione, non cadiamo nell’errore di spostare il focus unicamente sulla questione morale e su quelle esternazioni, seppur vergognose e sprezzanti. Manteniamo la lucidità e teniamo centrali le ferme condanne verso i principali problemi: tutto ciò che va denunciato, prima di quelle orrende parole, è il sistema di escavazione, è il sistema di potere che ci sta dietro, è un’economia cieca a senso unico che arricchisce in maniera esponenziale quei pochi, sfruttando persone e territorio. I bilanci delle imprese del marmo “assimilabili ai numeri del narcotraffico”, come detto in trasferta. È l’ignavia di una politica che tiene nel cassetto in sede di Parlamento un tema importante e annoso che andava risolto. Lavoratori, lavoratrici, collettività, sindacati, associazioni e partiti dovranno mobilitarsi per tutto ciò! basta padroni su un bene esauribile che deve appartenere alla comunità”.