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«Approvati i Pabe ma i consiglieri di maggioranza votano di tutto senza approfondimenti»

«Non si capisce neppure il desiderio di aprire nuove cave visto che ancora non hanno dato prova che riescano a far rendere il dovuto a quelle che sono già attive».

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MASSA – “Poche sere fa in Consiglio comunale abbiamo assistito allo show dell’approvazione definitiva del Piano attuativo del bacino estrattivo industriale, o Gioia-Rocchetta o comunque definito” interviene con toni piuttosto critici il Movimento Cinquestelle massese in merito al documento giunto al termine del suo iter.

“Sembra uno scherzo – commenta il Movimento – ma la Regione ha fatto notare che nel Pabe non c’era concordanza neppure sulla denominazione dell’area con quella della banca dati ufficiale regionale, che nel Piano e nelle carte comunali viene fatta così: “come la và la vien”. Sarebbe umiliante e preoccupante pensare di essere amministrati da persone così profondamente ignoranti le normative di riferimento se non fosse plausibile il dubbio che la motivazione di così tanta manifesta trascuratezza, confusione e opacità pianificatoria sia altra. Questo vale anche per i consiglieri che, ahi noi, non solo approvano di tutto senza un approfondimento, ma si sperticano nel sostenere le decisioni impartite”.

“Non da meno – prosegue la nota stampa del M5s- quei consiglieri che si sono lanciati in attacchi all’amministrazione dopo 2 anni di obiezioni ribadite dalle normative sovraordinate vigenti, hanno accettato le prescrizioni della Regione (almeno sulla carta) perché secondo loro dovevano essere respinte al mittente. Visto che le normative danno indicazioni precise- sottolinea il Movimento stigmatizzando l’atteggiamento dei consiglieri di maggioranza- come appunto rimarcano dalla Regione, ci chiediamo se credano che la legge possa essere fatta valere a piacimento”.

Aggiunge il Movimento: “E i professionisti del Centro di Geotecnologia di Siena che hanno redatto i PABE, alcuni di loro conoscitori delle nostre cave, erano all’oscuro anche loro delle prescrizioni di riferimento visto che respinsero le osservazioni del M5S che indicavano molte delle stesse mancanze sostenute dagli uffici tecnici regionali? Pensano di giustificarsi premettendo che l’indicazione dell’amministrazione è stata che l’attività estrattiva dovesse essere sostenuta? Questo concetto è stato ribadito dal sindaco Francesco Persiani anche durante l’ultima campagna elettorale, ma cosa significa: ‘provare ad andare oltre la legge’?” chiede critico il Movimento.

“Non si capisce neppure il desiderio di aprire nuove cave – insiste la forza politica grillina – visto che ancora non hanno dato prova che riescano a far rendere il dovuto a quelle che sono già attive. Dai calcoli che il geologo Manfredi era stato chiamato a fare sembrerebbe che cosí non sia (anzi il contrario), ma le uniche risposte che abbiamo ricevuto al riguardo, in commissioni pubbliche e registrate, dai tecnici degli uffici e del CGT presenti, ci hanno fatto capire che in realtà si vada molto a spanne perché molti concessionari non consegnano le fatture di vendita da cui rilevare il valore di mercato, il prezzo varia se c’è chi è “disposto” a pagare in contanti e persino si ammette che “c’è il nero”. Non sarebbe quindi meglio riuscire a mettere sotto controllo il materiale che esce realmente dalle cave e non distruggere e impoverire altre aree per far entrare qualche soldo in più? – propone il Movimento – Quando il sindaco Persiani e i suoi seguaci riusciranno a pronunciare le parole “tutela ambientale” senza “conati di vomito” forse le cose potranno essere diverse. Ad ora i rigurgiti ce l’hanno solo coloro che al rispetto ambientale ci credono veramente”.

 

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