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La Voce Apuana sulla Via Vandelli: quinta tappa in discesa prima della Tambura foto

Il viaggio del nostro collaboratore è giunto a Villetta San Romano. A dividerlo dal capoluogo apuano, adesso, c'è solo la montagna massese che affronterà nella sesta, ma oggi ci racconta del trasferimento dagli Appennini alla valle della Garfagnana

VILLETTA SAN ROMANO – Il viaggio della Voce Apuana sulla Via Vandelli sta procedendo. Il nostro collaboratore, Nicola Bongiorni, è partito da Modena lunedì 12 settembre e oggi è arrivato ai piedi del Monte Tambura alle porte di Massa. E anche oggi ci porterà insieme a lui con una pagina del suo diario personale.

Quinta tappa: San Pellegrino in Alpe – Villetta San Romano
La serata trascorsa al Rifugio “Il Pradaccio” di San Pellegrino è un toccasana. Giovannella e Roberto ci hanno regalato ore di relax immersi nella natura e non possiamo che ringraziarli. Sarà per questo che quando vado a letto un po’ mi dispiace partire il giorno dopo e lasciare quel posto magico. Però si deve camminare, la voglia di tornare a casa è tanta, ma anche la stanchezza.

Quando mi sveglio e mi reco in bagno apro la tenda e vedo il niente. Solo bianco. La nebbia ci ha presentato già il conto della giornata. Raggiungiamo lo splendido borgo di San Pellegrino, ancora diviso letteralmente a metà tra Modena e Lucca e facciamo rifornimento d’acqua da bere. Mentre scendiamo dalla ripida discesa che ci porta a valle, prendiamo anche dell’altra acqua: quella piovana. Un’acquazzone ha travolto la Garfagnana. Quella che credevamo fosse una “nostra” terra ci ha fatto un piccolo dispetto. Ma va bene lo stesso, come direbbe Valerio Lundini, non molliamo e proseguiamo.

La discesa e l’acqua ci stanno cuocendo i piedi mentre giù dalla strada incominciamo ad intravedere Pieve a Fosciana, quella sarà la nostra pausa pranzo. Tutti parlando con noi di questa tappa ce l’hanno presentata come una tappa di “trasferimento”. In effetti la Via Vandelli, da queste parti, è diventata strada carrozzabile per le macchine e gran parte del percorso è sui sentieri che portano a Castelnuovo in attesa di arrivare, il giorno seguente, al culmine del percorso. Ma sono comunque 26 chilometri e vanno camminati. Oltretutto sotto l’acqua.

La buona notizia è che quando manca poco a Pieve a Fosciana smette di piovere e sulla Garfagnana si apre il cielo azzurro. Fa caldo, entriamo alla Coop deviando dal percorso scelto da Giulio Ferrari e pranziamo seduti fuori dal supermercato. Dalla tanta acqua che è arrivata non siamo riusciti neanche a filmare troppo della nostra discesa. Io ho i piedi distrutti dalla fatica e dai 4 giorni di cammino precedenti, per cui dopo un piccolo confronto con Mauro decidiamo che la nostra tappa si chiuderà davanti alla Rocca Ariostesca di Castelnuovo Garfagnana, il tempo di prendere un gelato e poi a portarci a Villetta San Romano, dove trascorreremo la notte in un albergo, sarà il treno.

La rocca di Castelnuovo è il terzo palazzo ducale che incontriamo sulla Via Vandelli dopo quelli di Modena e Pavullo nel Frignano. Manca solo quello rosso, il nostro, il più bello: quello di Massa. Ma prima c’è la Tambura. Mentre scrivo questo diario è li che mi guarda da dietro dei nuvoloni scuri che tolgono un po’ di morale. Sarà, probabilmente, la tappa più dura di tutte. La stavamo aspettando da quando abbiamo messo piede fuori da casa e partire per questo viaggio. Non vedo l’ora di scollinare Passo Tambura e vedere il mare, la mia città e la mia casa a valle. Non pensavo fosse così dura a livello mentale la Via Vandelli, ma l’ingegnere sa come renderti tosta la vita. Ma ci siamo quasi, fra più o meno quarantotto ore vi racconterò del bagno nel Mar Tirreno e del mio ritorno a casa, maledicendo quegli 80 scalini che serviranno per buttarmi nel mio letto.

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