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Caro energia, economia apuana in codice rosso con rischio cassa integrazione

Matteo Venturi: «È importante diversificare le fonti energetiche, la stampa locale ha parlato di un progetto di parco eolico davanti alla costa di Marina di Carrara, in acque internazionali e a oltre le 12 miglia. Sarebbe un progetto a basso impatto ambientale, che occuperebbe la visuale dalla costa solo per uno o due centimetri»

MASSA-CARRARA – E’ codice rosso: a segnalare l’allarme è Matteo Venturi, importante imprenditore nel settore delle costruzioni nonché presidente della Confindustria apuana. Stiamo parlando dei costi energetici impazziti che stanno mettendo in crisi famiglie e aziende. A lui abbiamo chiesto di scegliere un colore per descrivere l’allarme e le dimensioni dello tsunami che ci sta per investire e lui non ha avuto la minima esitazione. Il colore è il rosso. «Sicuramente siamo in codice rosso- risponde Matteo Venturi- i costi dell’energia vanno ad appesantire il conto economico e stanno erodendo la marginalità delle aziende, rompendone l’equilibrio» spiega, facendo riferimento alla differenza tra prezzi e costi aziendali, uno dei fattori più rilevanti a guidare la politica aziendale.

Il presidente, anche se precisa dei distinguo tra aziende maggiormente energivore e aziende meno energivore, comunque ricorda che, questo dell’emergenza energia, crea uno scenario capace di coinvolgere a catena tutte le aziende e tutti i tipi di filiere, fino al consumatore finale e alle famiglie. «Alcune aziende sopportano meglio, altre peggio – fa il punto Venturi – dipende dal tipo di produzione ma poi, comunque, a catena si ripercuote su tutti i tipi di filiera, creando di conseguenza problemi sotto il profilo occupazionale». L’esempio che fa e di immediata comprensione è il settore a cui appartiene la sua impresa: le costruzioni, le quali non sono particolarmente energivore ma che comunque non resterebbero immuni dalla crisi, visto che si lavora con materiali prodotti da imprese che invece sono molto energivore.
Il presidente di Confindustria introduce così l’argomento, o meglio lo spettro che ormai aleggia sullo scenario prossimo del nostro Paese. Lo fa misurando le parole, con cautela consapevole della difficoltà e della delicatezza del momento, ma l’industriale paventa l’eventualità della cassa integrazione per quei lavoratori dell’industria la cui produzione dovesse subire riduzioni. L’azienda, spiega in sostanza, non potendo sostenere il costo energetico userà meno il macchinario alimentato da corrente elettica: l’operaio che sta dietro a quel macchinario, quindi, dovrà lavorare meno.

Sul tenore degli incrementi di costo, l’imprenditore parla di quattro, cinque volte il costo medio della bolletta:«Costi così alti distruggono le aziende e le filiere, con ricadute sulla manodopera e il timore – ammette – è che le maestranze siano chiamate a un sacrificio con la cassa integrazione».
Su cosa accadrà a partire da qualche settimana a questa parte, molto dipenderà dalle scelte che il governo e la politica decideranno di adottare. Venturi, per il ruolo che ricopre non può sbilanciarsi, anche se gli chiediamo quindi quali siano gli strumenti e i provvedimenti più adatti, secondo lui, per scongiurare la catastrofe che molti stanno preannunciando.

«E’ importante diversificare le fonti energetiche – risponde riferendosi in modo particolare alle fonti rinnovabili e auspicando, quindi, il raggiungimento di una maggiore autonomia rispetto a paesi stranieri – la stampa locale ha parlato di un progetto di parco eolico davanti alla costa di Marina di Carrara, in acque internazionali e a oltre le 12 miglia. Sarebbe un progetto a basso impatto ambientale, che occuperebbe la visuale dalla costa solo per uno o due centimetri e sicuramente dagli ambientalisti è apprezzato maggiormente rispetto agli insediamento ancorati a terra, che necessitano di fondamenta con pali penetrati anche fino a 30 metri di profondità. Sono progetti a medio termine a cui credo dovremmo pensare e portare a compimento». Non parla solo di eolico, Venturi cita il solare e in genere di fonti rinnovabili.

Altro aspetto che l’industriale ha evidenziato, è l’efficientamento energetico, che ci renderebbe meno bisognosi e affamati di energia. Entra così il tema del superbonus del 110%, vale a dire una detrazione del 110% delle spese sostenute per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici e il settore dell’edilizia è considerato il primo settore per importanza di attivazione sull’economia nazionale. Strumento al momento fermo a causa delle incertezze circa la cedibilità (della detrazione) del credito verso il fisco. «Mettere in moto il settore dell’edilizia significa attuare quello che si chiama moltiplicatore economico – fa presente Matteo Venturi – (investimento pubblico che crea un reddito maggiore rispetto all’importo iniziale di investimento n.d.c.) dando sollievo e aiuto, a catena, a tutto il sistema. Se il 99% degli immobili – continua nell’esempio- si efficienta energeticamente, ne beneficerà anche quell’1% che non ha apportato modifiche al proprio immobile perché pagherà meno la bolletta».

Sul tema del calcolo con cui si determina il prezzo dell’energia schizzato alle stelle, ne fa un breve accenno: «E’ un meccanismo complesso e io vorrei che il mio discorso arrivasse chiaro» commenta Matteo Venturi.
Proviamo a spiegarlo per sommi capi noi. Secondo quanto prevede la normativa europea: esiste un mercato all’ingrosso dove confluiscono sia i quantitativi di energia rinnovabile che hanno un costo più basso rispetto all’energia derivante da gas e carburanti fossili ( e che quindi avrebbero un prezzo più basso), sia i quantitativi di energia da gas e carburanti fossili con un costo molto più alto (e che quindi hanno un prezzo molto più alto). Dalla loro media esce il prezzo applicato ad entrambi.

A questo, ricordiamo noi, si aggiungono le speculazioni che si stanno muovendo su questo mercato da parte degli operatori e che fanno lievitare i prezzi nel modo in cui stiamo assistendo. Alla luce di tutto questo contesto Venturi fa un appello: «Dobbiamo comprimere i costi per l’energia ad aziende e famiglie e per fare questo è necessario che le amministrazioni pubbliche, locali, provinciali e nazionali, che guidano il paese, si impegnino nell’intento di diversificare le fonti di energia alternativa. Ed è necessario che tutti i colori politici, senza distinzione, facciano quadrato, senza farci campagna elettorale sopra. La sfida è stare insieme. E’ una cosa di cui tutti abbiamo bisogno».