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Carrara, ambientalisti sul verde pubblico: «Mettere le palme errore culturale e paesaggistico»

Ambientalisti: «Chiediamo partecipazione e criteri scientifici. Decisione dell'amministrazione grillina sulle palme fu obbrobriosa e presa senza confronto». Lorenzini: «Prima il censimento e poi il piano del verde che sarà un momento di condivisione. Una decisione può essere anche giusta ma va spiegata. Nostro dovere è mitigare il rischio e tenere conto delle sensibilità.»

MARINA DI CARRARA – Sarà attivato un pool composto da agronomi ma anche da paesaggisti, come hanno chiesto gli ambientalisti, per una decisione che sarà presa dall’amministrazione a valle di un percorso a tappe, di cui la prima è il monitoraggio e il censimento delle alberature superstiti e la successiva la ripiantumazione in una prospettiva che guardi «alla mitigazione degli effetti provocati dal riscaldamento globale e alla sicurezza». Un percorso partecipativo che l’assessore all’Ambiente Moreno Lorenzini si è impegnato a portare avanti assieme ai cittadini che vorranno contribuire e agli ecologisti, tra i quali spiccano gli stessi che tre anni fa si batterono contro l’allora amministrazione grillina intenzionata ad abbattere i 62 pini di viale Colombo per sostituirli con palme. Dopo l’evento traumatico del 18 agosto la situazione è tornata più attuale che mai e la nuova amministrazione è chiamata a prendere delle decisioni per le quali i cittadini che protestarono all’ombra dei pini nel 2019, chiedono venga avviato un percorso partecipativo.

Prima di cedere la parola alla professoressa Florida Nicolai, esponente del GrIG, Riccardo Canesi affronta la polemica, molto più sentita adesso di tre anni fa, sul tipo di alberatura. «Il motivo per cui sono caduti maggiormente i pini è che sono la maggioranza degli alberi, se le piante sono tenute bene è difficile che cadano- ha sottolineato proseguendo – Sono state colpite le pinete che dovrebbero servire a combattere il cambiamento climatico. Faccio cadere le polemiche che ci sono state: ritengo che i pini malati e pericolanti vadano tagliati ma c’è chi ha strumentalizzato una battaglia contro una decisione obbrobriosa e rocambolesca presa nottetempo dall’amministrazione precedente senza nemmeno confrontarsi, di piantumare le palme come a Las Vegas. Sono convinto che il nuovo assessore non si comporterà così ma all’insegna di un confronto civile».

La professoressa, a scanso di equivoci, scrolla via alcuni pregiudizi: «Vorrei fugare lo stereotipo dell’ambientalista che dice no a tutto, è uno stereotipo meschino e stupido- chiarisce e prosegue Florida Nicolai – noi chiediamo dei criteri scientifici e precisi, proponiamo un comitato tecnico-scientifico formato da un gruppo di apuani e guidato da Fabrizio Cinelli, agronomo paesaggista (ricercatore DESTeC Ingegneria e docente di Strutture verdi e paesaggio presso il Corso di Laurea magistrale in Ingegneria Edile-Architettura n.d.r.). Noi prima di tutto mettiamo la sicurezza, ma pensiamo anche che questo momento di grande emotività possa portare a forme di isterismo e a far perdere la ragione: se è comprensibile nei cittadini non lo è in chi gestisce. Quali sono i criteri adottati in questi giorni per l’abbattimento dei pini? So che ci sono 5 classi di rischio e so che è importante non confondere il concetto di rischio con il concetto di pericolosità. Sono rimasta molto colpita negativamente nel leggere sulla Voce Apuana l’intenzione di abbattere i pini di viale Colombo, credo sia stata confusa l’emergenza con la pianificazione. La sicurezza che evocava la precedente amministrazione non era la sicurezza dell’albero che poteva cadere, ma la sicurezza per i pedoni che transitavano sul marciapiede il quale doveva diventare un parcheggio. Siamo il paese europeo con maggior inquinamento da polveri sottili. Ci sono stati studi che mettono in correlazione le aree inquinate con una maggiore vulnerabilità all’infezione covid. Una pianta adulta è in grado di ridurre una quantità notevole di anidride carbonica e deve esserne tenuto conto quando si redige il bilancio economico. Si crei un comitato scientifico per vedere quali piante siano da abbattere e quali no perché  si tratta di valutazioni che non possono esaurirsi in un giorno. Ma sappiamo che la manutenzione del verde è costosa – ha aggiunto con un filo di ironia e ha contestato- Mettere le palme è un errore culturale e paesaggistico, le palme hanno bisogno di tanta acqua e in California stanno morendo per via del punteruolo rosso mentre i pini richiedono una quantità minima di acqua ed è stato riconosciuto come pianta identificativa dell’Italia. Noi chiediamo: che non ci sia frenesia, che ci sia un seria valutazione delle piante, un piano del verde (che sarebbe obbligatorio), criteri scientifici e visione di insieme».

La risposta dell’assessore è stata fondamentalmente di apertura al dialogo, indicando la volontà di tenere conto di tutte le sensibilità oltreché della sicurezza, alla luce delle quali l’amministrazione, ha ricordato l’assessore, dovrà fare sintesi. «Sul fatto che si parta dal progetto della vecchia amministrazione – ha spiegato Lorenzini – è perché la nostra filosofia è di prendere in mano i vecchi progetti già finanziati e di rivederli per migliorarli. E’ nostra intenzione fare prima di tutto una ricognizione di quanto perso. Tre anni fa non ci fu condivisione: le decisioni possono essere anche giuste ma vanno spiegate, bisogna fare informazione. Per quanto riguarda questa amministrazione il confronto è già iniziato. C’è un progetto già finanziato che prevede la sostituzione di 167 alberature ma molte sono state già abbattute dal vento. Dopo il censimento ci sarà da ragionare sulla redazione di un piano del verde pubblico e poi iniziare la piantumazione affrontando la questione paesaggistica, la questione delle essenze arboree e tenendo conto che è nostro dovere mitigare il rischio. Prima cosa è l’analisi e poi si decide quale essenze arboree. E’ necessaria una piantumazione intelligente per abbattere la CO2 e le pinete comunque hanno un valore fondamentale, anche sociale di ritrovo per molti vecchietti».

A fronte della richiesta degli ecologisti di far parte del percorso partecipativo l’assessore si è accordato: «Sfrutterò Canesi per capire e orientarmi tra le associazioni ambientaliste: faremo il piano del verde  e sarà un momento partecipativo – ha promesso – faremo informazione e prenderemo decisioni supportate da elementi scientifici: l’integralismo non porta a niente ma neanche  il voltarsi dall’altra parte».

Prossimo appuntamento per approfondire e dibattere con esperti, cittadini e a cui l’amministrazione è invitata a partecipare, sarà quindi organizzato da Rinverdiamo Marina prima del 29 settembre, data dell’evento musicale all’insegna di Battisti e della pineta che lo ospitò insieme a Mogol nel 1970, in occasione della cavalcata Milano-Roma dei due artisti.