LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

Infermieri apuani sul piede di guerra. «Sempre meno personale tra covid e mansioni aggiuntive»

Il Nursind: «In pronto soccorso sono puntualmente raddoppiati gli accessi giornalieri, come conseguenza del turismo estivo il quale ospita la nostra provincia»

Più informazioni su

MASSA-CARRARA – «È consono dire che dopo Ferragosto è finita l’estate. Per gli infermieri apuani, questa stagione è stata molto difficile e faticosa». È la segreteria di Massa-Carrara del Nursind, sindacato degli infermieri, a intervenire per denunciare ancora una volta le condizioni alle quali sono sottoposti gli operatori sanitari della provincia apuana. «In pronto soccorso – spiega il sindacato – sono puntualmente raddoppiati gli accessi giornalieri, come conseguenza del turismo estivo il quale ospita la nostra provincia e, conseguentemente, sembrano aumentare le aggressioni verbali e fisiche dovute principalmente ai lunghi tempi d’attesa».

«Nelle aree mediche, chirurgiche, Spdc e neonatale, reparti propriamente no-covid, sono state aperte “stanze covid”, di conseguenza le continue operazioni di vestizione e svestizione hanno portato a un incremento dei contagi covid tra infermieri, ostetriche ed oss. Tali procedimenti hanno raddoppiato il normale tasso medio di assenze per malattie. Tale situazione ha fatto sì che spesso il rapporto infermiere/ostetrica paziente, quasi quotidianamente, ha superato di molto il rapporto considerato ottimale al fine di garantire un’assistenza sicura. Nel blocco operatorio – prosegue la denuncia – il poco personale infermieristico è spesso costretto a un numero di reperibilità oltre quelle consentite. Tale situazione mette sotto stress gli infermieri che sono stanchi e, difatti, non possono garantire la giusta assistenza al paziente mettendolo in condizioni di sicurezza».

«Sul territorio è stato istituito l’infermiere di famiglia senza nessuna risorsa aggiuntiva. Gli infermieri che si occupavano di assistenza domiciliare (Adi) sono stati trasformati in infermieri di famiglia. Le due figure però non si sostituiscono. Gli infermieri dell’Adi sono professionisti che si recano al domicilio dei pazienti ed eseguono prelievi ematici, medicazioni semplici e complesse, terapie antalgiche, terapie endovenose ecc.; mentre l’infermiere di famiglia si occupa della presa in carico dal punto di vista assistenziale ed ognuno prende in carico 3000 cittadini, dovendone conoscere le problematiche assistenziali per poter poi elaborare strategie per garantire la migliore qualità possibile della vita ed evitare la riacutizzazione delle patologie croniche ed evitando ricoveri ospedalieri che invece potrebbero essere gestiti a domicilio. Tra l’altro, a livello normativo, il secondo non sostituisce il primo e qui si chiede agli infermieri di fare entrambe le cose a discapito del paziente stesso».

«Tutto ciò è stato di contorno a una serie di scellerate delibere regionali che hanno non solo bloccato al 2019 le piante organiche dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, impedendo il turnover pensionistico di giugno 2022 (senza però tenere di conto che oggi il mondo è cambiato e con il covid sono stati istituiti molti nuovi servizi e potenziati degli altri), ma hanno anche portato alla nascita delle stanze covid nei reparti puliti e ridotto le ore alle guardie mediche. In tutti i setting ospedalieri e servizi territoriali, per garantire le ferie estive ai colleghi infermieri e ostetriche, c’è chi ha fatto doppie notti, turni extra saltando i riposi; in Pronto Soccorso, per esempio, gli infermieri lavorano la mattina dalle 7 alle 14 e puntualmente devono rientrare alle 20 e lavorare fino alle 24 per cercare di smaltire le lunghe liste di attesa. Inoltre è da anni che chiediamo ad Azienda Usl Toscana Nord Ovest, Comuni di Massa, Carrara e Montignoso, Prefettura e Questura un posto di polizia fisso in Pronto Soccorso, in modo che possa intervenire nell’immediato per sedare sul nascere ogni tensione».

«Azienda e Regione sembrano non essere capaci di trovare una soluzione. La Regione con le delibere sopra citate ha fatto in modo che la cronica mancanza di personale gravi sempre e solo sul personale presente che oramai, allo stremo delle forze fisiche e psicologiche, risulta stanco e demotivato, tanto che chi può cerca altre strade abbandonando la professione o spostandosi altrove con la conseguente perdita di professionisti formati e competenti. Una piaga questa che pesa sulla sanità regionale tutta, tanto che un’ulteriore appello vuole giungere da questa organizzazione sindacale che sempre continuerà a denunciare la carenza di organico, il blocco delle assunzioni e un’organizzazione malata che grava sui dipendenti. Un’ulteriore appello vuole giungere diretto anche al Presidente di Regione per un rafforzamento dei presidi ospedalieri e territoriali».

«La popolazione si riversa in massa in pronto soccorso per qualunque necessità. Tanti infatti sono i codici minori che vengono attribuiti per problematiche non di urgenza o riacutizzazioni di patologie croniche.
Queste aggravano e prolungano, non di poco, l’assistenza e la cura di cui ogni utente in pronto soccorso necessita, in più aumentano i ricoveri in ogni setting ospedaliero. Tutto ciò denota che sia necessario un cambio di rotta da parte della Regione. Si dovrebbe da subito sbloccare le assunzioni del personale infermieristico e Oss e bandire un concorso per Ostetriche per alleggerire il sovraccarico che grava sui lavoratori, anche a vantaggio del cittadino. Oltre a quanto detto sopra si dovrebbe procedere con la stabilizzazione del personale precario che ne ha maturato i requisiti, come già richiesto a livello Regionale e Aziendale da Nursind. Ricordiamo che per Infermieri ed Oss vi sono graduatorie Estar valide da cui potere attingere per assumere a tempo indeterminato, è necessario rivedere il sistema delle stanze covid nei setting non covid e rivalutare il sistema delle guardie mediche».

«Alternativamente è inutile vantarsi delle eccellenze toscane, come fa la politica attuale, quando a farne le spese sono sempre i cittadini e i lavoratori. La coperta oramai è corta e il personale, oltre che i cittadini, non possono continuare a sopperire alle carenze organizzative, anche a lungo termine, di chi è pagato per fare questo.
Nursind Massa-Carrara, se in breve tempo non vedrà accolte le sue richieste, si riserva la facoltà di mettere in atto forme di protesta e di fare quanto di sua facoltà per esporre le proprie richieste nelle sedi istituzionali competenti».

Più informazioni su