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Al Cup impossibile pagare in contanti: utente presenta esposto alla Guardia di Finanza

«Mi hanno detto che si poteva pagare solo con la carta di credito perché la macchinetta automatica per i pagamenti era rotta: ma io non ce l’ho e non sono obbligata ad averla. Molti anziani sono in difficoltà come me»

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MASSA – «La macchinetta che accetta i pagamenti anche in contanti è rotta, quindi può pagare solo con carta». È quello che si è sentita rispondere Marzia quando qualche giorno fa si è recata alla Asl di via Bassa Tambura per pagare un ticket e si è vista rifiutare il pagamento in moneta contante. La questione dei pagamenti elettronici è una discussone oggetto, ormai, di forti polemiche tra chi sostiene sia un mezzo indispensabile per combattere l’evasione fiscale e chi ritiene che non sia giusto imporre la moneta elettronica come unico mezzo di pagamento, oltretutto mettendo in difficoltà molti anziani. Argomento che si fa ancora più spinoso se lo si cala nel sistema già provato della sanità. Marzia ci racconta di essere andata alla Asl per pagare il ticket di una visita medica e di essersi sentita rispondere che poteva pagare solo con la carta di credito.

«Mi hanno detto che si poteva pagare solo con la carta di credito: ma io non ce l’ho e non sono obbligata ad averla » puntualizza determinata  la cittadina massese la quale, pur accettando i fogli che l’impiegata le ha porto per pagare in contanti al tabacchino, alle poste o in banca, ha poi trovato il modo di pagare in contanti e senza balzelli in più: «Andando al tabacchino o alle Poste – fa presente – avrei dovuto pagare una commissione alla banca. Non è giusto! Alla Asl le impiegate si sono giustificate dicendo che erano disposizioni della regione» si è lamentata Marzia che ha poi, dopo alcune ricerche, individuato una farmacia convenzionata con la Asl dove ha potuto pagare in contanti.

«Là in farmacia mi hanno detto che questa storia che alla Asl non si può pagare in contanti rappresenta un problema per gli anziani che ci tribolano e che alla fine vanno dal tabaccaio e pagano in più » continua a raccontare Marzia. Una ingiustizia, questa, che l’ha indignata profondamente e che l’ha spinta a scrivere, tramite pec, al presidente della regione Eugenio Giani e all’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini: «Vi segnalo che nella sede della Asl di via Bassa Tambura a Massa e presso l’ospedale Noa non vi è la macchinetta automatica con la quale si possa pagare in contanti. Era presente una macchinetta rotta che è stata tolta anziché sostituita. Sono a conoscenza che la stessa difficoltà che ho incontrato io, è incontrata da altri utenti in particolare persone anziane. Sono testimone di persone anziane provenienti dalla Lunigiana che si sono trovate in difficoltà. Se invece si viene obbligati a pagare con bollettino postale o dal tabacchino si è costretti a pagare una commissione per il servizio, che di fatto è un costo aggiuntivo non dovuto» così ha scritto loro Marzia.

L’altro passo intrapreso dalla cittadina è stato un esposto alla Guardia di Finanza: «Nell’esposto ho citato l’articolo 1277 del codice civile: “I debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale”. E poi ho fatto presente che la tessera sanitaria è distinta dal codice fiscale e invece nella tessera sanitaria hanno finito per inserire tutti i dati fiscali così l’agenzia delle entrate può vedere i dati sanitari, quando non dovrebbe» esclama e promette di dare battaglia. «A breve devo tornare alla Asl per pagare un altro ticket ma ho intenzione, con altri di organizzare un picchetto per protestare: pagare in contanti è un diritto».

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