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Ex Cava Fornace, il comitato: «Percolato della discarica in fognatura, siamo preoccupati»

«Ci chiediamo e chiediamo alla Regione, ad Arpat e Gaia se i nostri depuratori saranno in grado di gestire questa grande immissione. Noi continueremo in ogni sede a chiedere la chiusura della discarica»

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MONTIGNOSO – «Il Tar ha respinto il ricorso, presentato da Programma Ambiente Apuane gestore della discarica di ex Cava Fornace, contro la decisione della Regione Toscana che impedisce il conferimento dei rifiuti oltre quota 43 metri». Inizia così l’intervento del comitato per la chiusura della discarica di Cava Fornace. «Per il Tar, quindi, occorrono nuove autorizzazioni che dovranno essere eventualmente rilasciate dalla Regione con l’avvio di un nuovo procedimento autorizzativo. Da pochi giorni siamo venuti a conoscenza che da dicembre 2021 la discarica sta scaricando il percolato in fognatura, per poi essere trattato in uno degli impianti di depurazione di Massa».

«Ci chiediamo e chiediamo alla Regione, ad Arpat e Gaia – prosegue l’intervento – se i nostri depuratori saranno in grado di gestire questa grande immissione di percolato; quali i controlli per stabilire la conformità del rifiuto da immettere nella pubblica fognatura civile saranno fatti, quali analisi verranno eseguite, per cercare cosa, con quale cadenza e quale ente dovrà eseguirli. Questa notizia è rimasta nel cassetto per dei mesi e alle proteste del Comitato per la tardiva comunicazione e per la sensazione di poca trasparenza non ci sono state risposte esaustive. Pare che anche la stessa Commissione di Controllo di Cava Fornace non fosse stata messa al corrente della questione, né dall’assessore del Comune di Montignoso né dall’omologa assessora di Pietrasanta, comuni che erano stati entrambi informati, con largo anticipo, dal gestore che avrebbe iniziato ad immettere in fognatura il percolato».

«Ci saremmo aspettati una presa di posizione decisa da parte della Commissione e anche da i suoi vari componenti, in un momento così fondamentale per le sorti di ex Cava Fornace, per arrivare a una richiesta forte verso i sindaci di Montignoso e Pietrasanta e verso la Regione perché, anche alla luce della sentenza del Tar, si proceda alla chiusura della discarica a quota 43 metri. Invece leggiamo diversi interventi, di fazioni divise, maggioranza e opposizione montignosine, che danno la sensazione in qualcuno di poca conoscenza della nostra battaglia e della situazione attuale, e in altri, che ci hanno denigrato per anni, slanci entusiastici, scoprendosi, solo adesso e dopo il Tar, fieri sostenitori della chiusura. Il rigetto da parte della Regione della richiesta di riesame avanzata dal gestore Paa e la conferma del Tar, danno ragione a quanto noi sosteniamo da oltre 15 anni, confermando la nostra coerenza e serietà e il nostro essere un interlocutore lucido e credibile. Noi vogliamo essere ottimisti, come sempre, e vogliamo credere che tutti, assessori comunali, sindaci, e Regione, seguendo il ragionamento che qualcuno avanza che vedrebbe in questa sentenza del Tar il risultato anche di un’azione politica tra enti locali e Regione per chiudere questa discarica, finalmente pongano in essere tutto quanto di loro competenza per arrivare allo stop definitivo ai conferimenti».

«Noi continueremo in ogni sede a chiedere la chiusura della discarica e continueremo a informare su questo tema. In questi giorni abbiamo partecipato a diverse iniziative sul Lago di Porta; a un incontro on line sul Piano di Gestione dei siti europei di natura 2000 e ad un convegno fatto al Cinquale per la tutela delle aree umide e i canneti dove in entrambe le manifestazioni abbiamo fatto presente che a pochi metri dell’area umida del Lago di Porta esiste una discarica di rifiuti speciali pericolosi. Seguiamo da tempo anche la nascita del Contratto di Lago – conclude il comitato – che mira alla riqualificazione, manutenzione, tutela e valorizzazione sostenibile, evidenziando l’incompatibilità di questa discarica con qualsiasi progetto di riqualificazione. Tanti finanziamenti sono previsti per le azioni all’interno del Contratto di Lago, usiamo questa opportunità per utilizzare in modo efficace e serio soldi pubblici che tutta la comunità paga. Lavoriamo davvero per una tutela globale del nostro territorio».

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