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Rsa Ascoli, Cgil e Cisl contro l’esternalizzazione: «Si ridurrà la qualità delle cure»

Le Funzioni Pubbliche delle due sigle sindacali: «La decisione di mettere e comprendere nel bando di gara le attività che attualmente sta svolgendo il personale dipendente ne apre ufficialmente il percorso»

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MASSA – Continua l’esternalizzazione dei servizi pubblici alla persona: dopo la casa di riposo Rsa Regina Elena di Carrara, anche l’Rsa Ascoli di Massa procederà all’esternalizzazione. Secondo la Cgil-Fp e la Cisl-Fp queste scelte politiche «porteranno a un peggioramento della qualità dei servizi erogati, ma anche un peggioramento delle condizioni dei lavoratori». «La gara di appalto dei servizi della Rsa Casa Ascoli ed Ezio Pelù, così come è stata bandita – dichiarano congiuntamente i due sindacati – fa emergere senza dubbio l’intenzione dell’amministrazione di esternalizzare completamente i servizi della Rsa. La decisione di mettere e comprendere nel bando di gara le attività che attualmente sta svolgendo il personale dipendente ne apre ufficialmente il percorso».

«Fin dalla pubblicazione del bando di gara avevamo capito tale intenzione – continuano le organizzazioni sindacali – oggi le parole del commissario Pezzoli ne danno triste conferma. Dall’inizio della gestione commissariale abbiamo sempre richiesto quali fossero le vere intenzioni dell’amministrazione per il futuro della Rsa, abbiamo sempre chiesto chiarezza per il futuro di questo importante servizio pubblico e per i suoi dipendenti, le rassicurazioni ricevute addirittura prospettavano la possibilità di tornare a fare assunzioni e concorsi. Dopo un anno si fa una gara di appalto e nel totale disinteresse di tutto quello che i dipendenti hanno dovuto fare in questi mesi, si appaltano i servizi da loro curati per esempio i servizi di guardaroba e lavanderia che garantiscono giornalmente esigenze personali di tutti gli ospiti. Esprimiamo quindi – concludono – una forte preoccupazione, temiamo che attraverso le esternalizzazioni si verifichi l’ennesima riduzione della qualità di assistenza e cura degli ospiti e nel tempo, con la “non gestione diretta” dei servizi offerti, si verifichino maggiori difficoltà di controllo di quelli erogati».

«Siamo del parere che il servizio pubblico della casa di riposo possa convivere con i servizi privati già esistenti,
ma non si deve verificare una concessione incondizionata verso l’esterno. Si tratta di una scelta che contrasteremo con decisione, poiché è nostra convinzione che, al contrario, siano necessari processi di reinternalizzazione non di cessione al privato. Nemmeno l’emergenza sanitaria in corso, che pensavamo potesse aver chiarito una volta per tutte la necessità di un servizio sanitario e socio sanitario pubblico, sembra fermare la miopia della rincorsa al massimo risparmio nei servizi alla persona».

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