LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

«Incoerenza scientifica e legislativa». Gruppo di infermieri apuani contro l’obbligo vaccinale

L'articolato documento è stato letto e consegnato all'Ordine delle professioni infermieristiche di Massa-Carrara in occasione dell'ultima riunione: «Gli attuali vaccini anti-Covid-19 in commercio hanno dimostrato di non prevenire l'infezione e la trasmissione, unico parametro che doveva supportare un'eventuale vaccinazione obbligatoria»

MASSA-CARRARA – «L’incoerenza scientifica e legislativa su cui questo obbligo vaccinale poggia rende fortemente discutibile il criterio di indipendenza scientifica, (articolo 33 della Costituzione: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”) basato sull’accettazione e il confronto del metodo scientifico e delle evidenze che ne derivano». Inizia così il documento che un gruppo di infermieri ha letto e consegnato all’Ordine delle professioni infermieristiche di Massa-Carrara in occasione della riunione dello scorso 27 aprile. Ancora una volta al centro delle contestazioni è l’obbligo vaccinale che, lo ricordiamo, per i sanitari è stato prorogato dal governo di Mario Draghi fino al prossimo 31 dicembre.

«Basti pensare al fatto – hanno evidenziato questi operatori – unanimemente e scientificamente riconosciuto, che gli attuali vaccini anti-Covid-19 in commercio hanno dimostrato di non prevenire l’infezione e la trasmissione, unico parametro che doveva supportare un eventuale obbligo vaccinale. Alla luce di quanto detto, se le intenzioni del legislatore sono quelle di mettere in atto misure di prevenzione e contenimento della diffusione del Sars-Cov-2 nello specifico ambito sanitario in esame, ci si chiede quale ragione soggiaccia al mancato riconoscimento di anticorpi prodotti naturalmente a seguito di infezione pregressa. Non sono stati infatti presi in considerazione numerosi studi che confermano quanto l’immunità naturale sia più duratura e completa rispetto quella artificialmente acquisita mediante vaccinazione».

«Ci risulta pertanto oltremodo doveroso – evidenziano – sollecitare l’Ordine provinciale e la Fnopi a riconsiderare le loro posizioni, in quanto organi sussidiari dello Stato anche nel rispetto dello Statuto e del codice deontologico che dovrebbero tutelare. Ci preme sottolineare, inoltre, che la sospensione in base all’ex Decreto Legge n. 44/2021 va inquadrata come un grave danno, non solo per i singoli professionisti, ma per l’intera comunità professionale. Ogni collega “perso” rappresenta una sconfitta per l’Ordine professionale che non lo ha tutelato. Una sconfitta sul piano umano, morale, giuridico, deontologico e sociale. Un danno anche per tutta la popolazione, alla quale viene meno il sostegno clinico, educativo, morale e relazionale dei professionisti di loro fiducia che hanno sempre operato con professionalità e passione. Non serve sottolineare quanto il sistema sanitario sia già in difficoltà per carenza di personale sanitario specializzato. Le sospensioni aggraveranno pesantemente tale carenza e gli Ordini professionali non possono esimersi dal considerare i disagi recati alla popolazione per il conseguente mancato servizio che gli stessi dovrebbero garantire».

«Tutto ciò premesso chiediamo:

  • una rivalutazione critica di questa imposizione vaccinale, suggerendo il ricorso a posizioni coerenti alle evidenze scientifiche attuali in materia di sicurezza e salute, considerata l’infondatezza di tale imposizione rispetto alla tutela della salute pubblica, del contenimento dell’infezione e della diffusione del virus, tale rivalutazione risulta ancor più necessaria considerando che lo stato di emergenza è concluso, che è decaduto l’obbligo per tutte le restanti categorie lavorative e che tale imposizione non trova simile applicazione negli altri Paesi;
  • di rendersi parte attiva nella valutazione oggettiva della letteratura scientifica con le Autorità competenti al fine di evitare provvedimenti che acquisiscono altrimenti carattere persecutorio e danno adito ad episodi di grave discriminazione. Lo stesso Parlamento Europeo ne ha paventato il rischio e raccomandato di evitare ogni forma di discriminazione nei confronti di chi non possa o non ritenga di doversi sottoporre al trattamento con i vaccini sperimentali (articolo 36 del regolamento Ue 2021/953);
  • la riammissione in servizio di tutti i colleghi sospesi, non solo perché la loro presenza non costituisce pericolo (se non negli stessi gradi di rischio dei vaccinati con super green pass), ma per l’illegittimità dello stesso obbligo che va posto in discussione e rigettato alla radice;
  • di non procedere con ulteriori sospensioni per non creare un grave precedente di provvedimenti disciplinari privi di fondamento razionale e scientifico».