LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

«Dopo la pandemia, il problema dei tumori è tornato finalmente in primo piano»

Lo ha detto il dottor Pietro Bianchi (Lilt) nel corso del convegno "Le patologie oncologiche: il medico del lavoro incontra il medico di altre discipline” organizzato dall'Ordine dei Medici di  Massa-Carrara

MARINA DI MASSA – Il lavoro del paziente oncologico va tutelato e garantito. Oppure riorganizzato. Questo il tema portante dell’evento Ecm dal titolo “Le Patologie Oncologiche: il medico del lavoro incontra il medico di altre discipline” organizzato dall’Ordine dei Medici di  Massa-Carrara (Omceo) nella figura del dottor Dante Cesaretti, medico di medicina generale. L’evento ha visto la partecipazione dei medici dell’area ASL Toscana Nord Ovest tra cui relatori dall’area Pisana come il dottor Alfonso Cristaudo e il dottor Fabrizio Caldi, medici del lavoro, il dottor Carlo Manfredi, presidente Omceo Massa Carrara e il dottor Pietro Bianchi, medico di medicina nucleare presso l’ospedale delle Apuane chiamati a dare il loro contributo in nome della collaborazione tra specialisti finalizzata alla difesa della salute di tutti.

“Ogni anno l’Ordine dei Medici di Massa-Carrara promuove l’incontro tra il medico del lavoro e i medici di tutte le altre discipline – illustra il dottor Cesaretti – perché sono figure che collaborano strettamente ogni giorno, spesso in maniera inconsapevole, per un fine comune: la salute dell’essere umano. Ed è necessario che queste figure trovino periodicamente un momento di confronto che possa promuovere e consolidare questa imprescindibile partnership. Particolarmente importante l’edizione di quest’anno perché si parla di patologie oncologiche. Disgraziatamente queste condizioni sono sempre più diffuse, ma si stanno trasformando da una malattia acuta che dà poca aspettativa di vita a una malattia cronica, una malattia con cui si può vivere e convivere. Ed ecco la necessità che anche il posto di lavoro si adegui e sappia essere all’altezza del miglioramento delle condizioni di vita di tutti noi.”
Presente anche il presidente dell’Ordine Carlo Manfredi che ha tenuto un interessante intervento sugli interferenti ambientali, le sostanze che minano sin dalla fecondazione il corretto sviluppo dell’individuo ed espongono lo stesso allo sviluppo più o meno precoce di neoplasie tumorali.

“Esistono migliaia di sostanze chimiche introdotte dall’uomo nell’ambiente – spiega il dottore – che si stanno ‘rivoltando contro l’uomo’, nel senso che favoriscono lo sviluppo di varie malattie dei vari apparati, compromettono la sua efficienza riproduttiva e favorendo lo sviluppo di tumori. Quindi è giunto il momento di prendere coscienza di questa situazione per mettere in campo tutte le misure a livello di stili di vita, di comportamenti, di scelte da parte delle autorità politiche che permettano di vivere in un ambiente più adatto alla sopravvivenza in condizioni ottimali di tutto il genere umano.”

“In un momento dove siamo usciti da un periodo di pandemia dovuta al Covid – racconta il dottor Pietro Bianchi, medico di medicina nucleare e presidente della Lilt, la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori – in cui molti esami non sono stati fatti, il problema tumorale oncologico è di nuovo (e finalmente) in primo piano. Avere tecnologie diagnostiche di alto livello, come la Pet Tac di cui sono specialista, permette di studiare le malattie oncologiche al meglio delle possibilità. La nostra struttura ospedaliera è dotata da dieci anni di una Tac dove facciamo circa tremila esami l’anno e per la quale abbiamo richieste che vengono anche da fuori provincia. È importante quindi ottimizzare al massimo questa metodica e nella conferenza ho potuto dare ai colleghi le indicazioni su quando, come e perché richiedere metodologie diagnostiche di questo tipo. Voglio ricordare che tra i pazienti che accedono ad un esame Pet Tac dal punto di vista oncologico, il 40% cambia l’iter terapeutico (migliorando quindi l’efficacia del trattamento post esame diagnostico) e nel 70% questa metodologia è la guida per la biopsia necessaria ad avere il perfezionamento o la conferma di una diagnosi di patologia tumorale.”

Il dottor Alfonso Cristaudo, medico del lavoro dell’area pisana, ha fatto luce sul problema della prevenzione e della diagnosi precoce sul posto di lavoro anche attraverso l’operato del professor Pier Luigi Viola, vera istituzione in questa specialità. “Il problema dei tumori è un problema importante a livello nazionale e internazionale. Una persona su tre, purtroppo, nel corso della vita va incontro a questa grave malattia. Il tema che abbiamo affrontato oggi è quello dei tumori professionali e del rapporto che i medici del lavoro hanno con gli altri colleghi medici di medicina generale e con gli specialisti per arrivare alla diagnosi precoce. Abbiamo parlato di prevenzione nei luoghi di lavoro e trattato il rapporto con le norme, il rapporto con la scienza e credo sia stato importante anche raccontare la storia di questo medico del lavoro, di questo professor Viola, che ha scoperto un tumore molto particolare come l’angiosarcoma epatico e la sua insorgenza correlata a sostanze presenti sul posto di lavoro. La sua storia è di sicuro una buona pagina nella storia della ricerca in medicina fatta sostanzialmente da un “medico di periferia”.

Conclude l’evento l’intervento del dottor Fabrizio Caldi, medico del lavoro e grande esperto in materia di reinserimento lavorativo del paziente oncologico. “Il lavoratore oncologico rappresenta una problematica molto rilevante – illustra il dottor Caldi – in quanto un terzo dei pazienti attualmente in vita che ha un cancro è in età lavorativa. Bisogna quindi trovare degli strumenti efficaci che consentano un reinserimento lavorativo che adatti il lavoro alle disabilità presentate da questi individui. Uno strumento, ad esempio, passa attraverso il giudizio di idoneità da parte del medico competente. Una strategia ancora più affinata è quella dell’utilizzo di piani di lavoro strutturati che, sulla base di un’analisi dei posti di lavoro e delle disabilità presentate dai lavoratori oncologici, consenta di poter reinserire queste persone e di riqualificare le loro potenzialità nell’ambito aziendale”.