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«Il futuro del Monoblocco non è chiaro. Serve una discussione pubblica nelle istituzioni»

Il comitato Primo Soccorso e Urgenza di Carrara: «Solo linee politiche rispettose di diritti costituzionali e coscienti della pesante situazione che stiamo vivendo possono ricostruire una sanità sofferente»

CARRARA – «A fronte di quanto comparso recentemente sui media locali riguardo la situazione attuale e soprattutto futura del Monoblocco, riteniamo opportuno intervenire per sottolineare quella che giudichiamo una urgenza: la necessità di dibattere puntualmente sullo stato dell’arte dei servizi al Monoblocco e sul loro futuro nelle sedi istituzionali». Il Comitato Primo Soccorso e Urgenza di Carrara torna a intervenire nel dibattito sul futuro del centro polispecialistico Sicari di Carrara e invia una nuova lettera aperta alle istituzioni locali.

«Non è un caso che le nostre ultime due lettere aperte, a febbraio per endocrinologia e a marzo per dermatologia, siano rivolte agli amministratori regionali, a quelli locali, sindaco di Carrara/presidente Conferenza zonale in primis, decisori politici e organizzazioni sindacali del settore. Si tratta di aprire un tavolo che con puntuali dati oggettivi evidenzi nella sua interezza la situazione al Monoblocco, dei suoi servizi e dei suoi organici. Non dimenticando i lavori di un cantiere che deve pur arrivare al traguardo per la risonanza magnetica. La collettività ormai non si può più accontentare della risposta del sindaco De Pasquale che riporta semplicemente le rassicurazioni date dalla dottoressa Guglielmi sul servizio di Endocrinologia dopo il pensionamento della responsabile, dottoressa Giulia Manfredini. In merito devono essere forniti altri e dettagliati elementi: chi la sostituirà per le sue 38 ore, di cui alcune dedicate anche alla Lunigiana? La figura professionale sarà attinta da graduatorie aperte a tempo indeterminato o che cosa?».

«Analogamente – prosegue il comitato – per Dermatologia, su cui Asl non è intervenuta direttamente, bensì delegando il responsabile dottor Giovanni Bagnoni, che cosa esattamente si prevede? Perché nel reparto al Monoblocco si fa solo sala operatoria ambulatoriale? Mentre tranquillamente, cosa ben diversa anche per i costi che il paziente deve sostenere, al quinto piano si svolge l’ambulatorio dermatologico intramoenia? Se veramente “appena le condizioni lo permetteranno, la Dermatologia tornerà nella sua sede naturale dell’epoca pre-covid” (così il dottor Bagnoni) perché non esplicitarlo chiaramente e non rendicontare in merito? Siamo in Italia, non in Paesi dove vige il silenzio della libera informazione/comunicazione e stiamo parlando di sanità pubblica. Ormai noi del Comitato, e non solo noi, non ci stupiamo più di niente. Soprattutto dopo le vicissitudini della sanità locale, dell’affare “Monoblocco” trasformato da ospedale in centro polispecialistico, privato nel tempo di servizi ambulatoriali previsti, e soprattutto minacciato prima di abbattimento e poi di riduzione di piani (quanti?) per rendere concreto un progetto di struttura ridotta e, naturalmente, meno costosa. Perché questo può accadere, ragionando a tavolino con la calcolatrice aziendale alla mano, se vengono ridotti i servizi. Purtroppo non lo diciamo noi ma i fatti, che i sindacati rilevano con una analisi realistica, chiedendo insistentemente opportuni e urgenti interventi soprattutto con il potenziamento degli organici da parte dell’azienda».

«Solo linee politiche rispettose di diritti costituzionali e coscienti della pesante situazione che stiamo vivendo – conclude il comitato – possono ricostruire una sanità sofferente. Il resto, con tutto rispetto per tutti, ha scarso rilievo e non produce niente. La parola alle istituzioni, non più afone, e ai sindacati. Il comitato e la cittadinanza chiedono risposte e interventi non giri di parole. Un ringraziamento sentito va al sindacato Uil Fp che per il tramite del suo segretario Claudio Salvadori ancora una volta è intervenuto a tutela del diritto alla salute».