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Parco Apuane, Stella (Fi) «Piano regionale blocca sviluppo territorio»

MASSA-CARRARA – “La conclusione della prima fase del nuovo Piano Integrato del Parco delle Alpi Apuane, che dovrà essere inviata alla Regione per l’adozione, blocca lo sviluppo del territorio. Per questo motivo mi batterò in Consiglio regionale, partendo dal presupposto che sia possibile tutelare l’ambiente e al contempo non frenare l’economia. In quest’ottica farò presto un incontro con i proprietari delle cave, per ascoltare suggerimenti e richieste”. Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.

“Purtroppo, già con il Governatore Rossi – ricorda il capogruppo forzista – è iniziato un periodo di integralismo ambientalista molto dannoso per il territorio: chiederò al Presidente Giani di non proseguire l’opera di demolizione di un’economia toscana, che già fatica a resistere sotto i colpi della pandemia e della guerra”.

“Noi abbiamo bisogno di buone regole, non di ingiuste restrizioni. Noi – osserva Stella – abbiamo bisogno di una prospettiva per le aziende e per il territorio, non di regole fini a loro stesse e di un sistema iper burocratico tale da costringere le imprese a trovare qualche scappatoia. Ha ragione il senatore Mallegni quando commenta duramente il Pit e chiede alla Regione di stracciarlo o rivederlo: io mi impegnerò per questo”.

E sul tema interviene anche il coordinamento regioanle di Buona Destra: “Siamo consapevoli che l’attività estrattiva per il suo impatto sull’ambiente debba essere regolata con scrupolo ed attenzione, e deve essere fatto tenendo ben presente il contesto socio economico del territorio che negli ultimi vent’anni ha visto perdere la maggioranza delle aziende che facevano della lavorazione del marmo e del granito la loro attività – sostiene il Coordinatore per Lucca e Provincia di Buona Destra per la Toscana Alessandro Rossi – ed il rischio di una ulteriore crisi occupazionale potrebbe essere reale. Non è realistico pensare di chiudere immediatamente tutte le attività estrattive, è una posizione ideologica puramente strumentale perché irrealizzabile. Vanno regolamentate dappertutto, non solo all’interno del territorio del Parco delle Apuane, perché gli abusi sono frequenti, ma va fatto con il giusto metro prevedendo delle alternative credibili da dare al contesto produttivo dei territori.

“Con il piano si sono chiesti infatti molti sacrifici al settore del marmo – aggiunge il
Coordinatore di Buona Destra Toscana, l’Avv. Kishore Bombaci – la riduzione del numero delle cave presenti nel territorio del Parco, le prescrizioni per eventuali nuovi piani di coltivazione sono stati evidenti segnali di disponibilità da parte degli operatori del settore. La politica deve essere consapevole quindi che l’economia del territorio non può essere ulteriormente penalizzata. La grave crisi di sbocco causata dalla guerra in Ucraina ha per il settore lapideo, in particolare per quello apuo-versiliese, significative ripercussioni, che devono portare ad un serio ripensamento della filiera produttiva, con azioni concrete volte alla valorizzazione del prodotto locale, imponendo dei vincoli all’esportazione dei blocchi ed incentivando invece la lavorazione dei semilavorati o prodotti finiti per mezzo di sgravi fiscali o altre facilitazioni che dovranno essere studiate. Questo non riporterebbe sicuramente l’orologio indietro agli anni 90 del secolo scorso, ma sicuramente creerebbe dei benefici importanti rispetto alla situazione che si è venuta a creare a partire dalla metà degli anni duemila con l’aggiunta di una migliore tutela delle risorse naturali”.

“Potremmo quindi essere d’accordo con il senatore Mallegni – conclude Bombaci, “se al taglio delle attività nella zona Parco non dovesse corrispondere anche una valorizzazione di tutto il comparto del settore lapideo caratterizzato dalle lavorazioni post estrazione, attraverso anche strumenti di incentivazione economica che consenta alle aziende di operare quegli investimenti necessari per l’adeguamento delle strutture e dei macchinari, oltre a quelli già citati di protezione e tutela della filiera produttiva”.