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Covid, il dottor Bianchini a colloquio con gli studenti: «Ritorno alla normalità, evitare fughe in avanti» foto

Il medico è stato ospite dei rappresentanti del liceo nel consueto appuntamento annuale: «Negli ultimi mesi il 99% dei pazienti di terapia intensiva è non vaccinato. Colleghi sospesi? Scelte che non comprendo». Il punto anche sulle terapie in uso

AVENZA – «Non voglio sbilanciarmi sui prossimi mesi. Ricordiamoci che siamo ancora di fronte a qualcosa di nuovo, che fino a due anni fa non esisteva. Per questo preferirei mantenere qualche protezione in più, che fare fughe in avanti. Bisogna muoversi gradualmente, giorno per giorno. Mi auguro si possa presto fare a meno di mascherine e tutto il resto, ma al momento non ne sono così certo». Le parole sono di Guido Bianchini, medico del Noa e primo apuano a ricevere il vaccino anti-covid, ospite questa mattina dei rappresentanti di istituto del Liceo Scientifico Guglielmo Marconi. Una lunga chiacchierata, quella di Bianchini con gli alunni Giacomo Manfredini, Lorenzo Pezzica, Aurora Santella ed Eugenio Pompili e gli altri colleghi collegati via Teams, per fare il punto su virus, vaccini e varianti, con uno sguardo al prossimo futuro e alle sfide che ci attendono. Sul graduale allentamento delle restrizioni che sta avvenendo in tutta Europa, in particolare, il medico preferisce rimanere cauto. Perché è vero che «le cose dal 2020 sono cambiate» e adesso «è possibile vedere la luce», ma il bagaglio di due anni di stanchezza e sofferenza, di continui upgrading e downgrading in ospedale per far fronte alle varie ondate, è pesante e si sente.

«Il virus l’ho toccato con mano sin dal primo giorno – ha raccontato il dottore – quando in reparto le mascherine chirurgiche le cambiavamo ogni tre giorni, e le ffp2 non sapevamo nemmeno cosa fossero. Ricordo che contattammo un sarto della zona per sapere se poteva fornirci il materiale che serviva, perché Dpi non se ne trovavano». Ora ci sono i camici e le mascherine, c’è una procedura di vestizione e svestizione, ci sono le terapie. C’è la coscienza che matura solo dall’esperienza. E ci sono i vaccini. La svolta decisiva, secondo il medico del Noa: «L’impatto della campagna vaccinale è davanti ai nostri occhi: il 99% delle persone finite in rianimazione negli ultimi mesi erano soggetti non vaccinati» ha spiegato Bianchini, per poi passare a fornire un quadro della situazione covid all’ospedale delle Apuane: «Abbiamo ancora una quarantina di persone ricoverate, quattro delle quali si trovano in rianimazione. Il 20% dei ricoveri è costituito da persone non vaccinate, che arrivano in reparto con quadri di polmonite da covid o insufficienza respiratoria importante. Poi abbiamo un discreto numero di pazienti che arrivano con problemi respiratori meno gravi, perlopiù vaccinati con due dosi ma che non hanno ancora completato il ciclo con il booster. E infine c’è una percentuale di soggetti che arrivano in pronto soccorso per altri motivi e vengono trovati positivi al virus senza però avere alcuna sintomatologia». Una situazione che quindi non ha nulla a che vedere con la fotografia dei primi mesi di pandemia. «Nel 2020 l’ospedale si è completamente fermato per far fronte all’emergenza covid – ha spiegato ancora Bianchini -. Dal 2021, invece, abbiamo cercato di mantenere anche il resto delle attività ospedaliere continuando a gestire, in contemporanea, un reparto covid da 18 posti letto, ampliato poi a 40 e infine agli attuali 60″. Poi un elogio, da parte del medico, al suo ospedale: «Siamo riusciti a dargli un’organizzazione tale da mantenere e gestire efficacemente tutte le attività no-covid. Se c’è una cosa che questi due anni ci hanno insegnato, è che le risposte riusciamo a darle».

Bianchini è stato il primo medico a ricevere il vaccino anti-covid, quel 27 dicembre del 2020. «Non ho mai avuto alcun dubbio – ha confessato – ero felicissimo di ricevere la mia dose. Del resto eravamo in un momento drammatico, cinque dei miei colleghi erano malati di virus. Qualcuno ci ha lasciato, come il dottor Morale: l’ultima guardia in reparto covid l’avevamo fatta insieme”. Non tutti gli operatori del Noa, però, si sono approcciati alla vaccinazione con la stessa fiducia. Qualcuno ha scelto di non vaccinarsi affatto, arrivando a farsi sospendere dall’impiego. “Una scelta che non mi trova assolutamente d’accordo – ha detto Bianchini -. Come operatori sanitari, ho difficoltà a capire le motivazioni, e sono assolutamente d’accordo sui provvedimenti di sospensione. Io addirittura sarei favorevole all’obbligo vaccinale per tutti”. Obbligo vaccinale che tuttavia nessun paese d’Europa ha introdotto finora, scegliendo la strada del green pass. “Strumento efficace – sostiene il medico -. Basti vedere il picco di vaccinazioni che c’è stato dopo l’introduzione del “super green pass”. Credo che il governo abbia agito nel mondo giusto, scegliendo la strada graduale per allargare sempre di più la platea di persone alle quali richiedere la vaccinazione”.

La chiacchierata con gli studenti è stata anche l’occasione per fare il punto sulle terapie attualmente in uso: «Ci sono due farmaci antivirali (le cosiddette “pillole anti-covid”, ndr.) – ha spiegato Bianchini – che però si usano soltanto a domicilio, e nelle primissime fasi della malattia. E per il momento possibilità di prescriverli è limitata a persone che, dopo l’infezione da covid, hanno maggiori probabilità di avere un’evoluzione sfavorevole». Risultati un po’ inferiori alle aspettative, invece, per quel che riguarda gli anticorpi monoclonali: «Li abbiamo usati per diversi mesi. Poi, con il prevalere di Omicron, la maggior parte dei monoclonali disponibili si è dimostrata non attiva contro la variante. Ne è rimasto soltanto un tipo, le cui scorte sono molto ridotte».