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«Porto di Marina di Carrara concausa dell’erosione: anche Sommariva lo ha ammesso»

I paladini apuoversiliesi: «Il presidente dell'Autorità Portuale ha risposto alla nostra Pec non negando le responsabilità dello scalo». E chiedono un incontro via Zoom «per trovare una convergenza»

MARINA DI CARRARA –  «Il porto di Carrara è concausa dell’erosione». Ad ammetterlo non sono più soltanto le associazioni ambientaliste, intervenute nei mesi scorsi a più riprese sul progetto di ampliamento dello scalo di Marina di Carrara, ma anche l’Autorità Portuale. In una risposta ad una pec dei Paladini Apuoversiliesi, una lettera firmata da tredici associazioni di Forte dei Marmi, Montignoso e Massa, Sommariva avrebbe ammesso che «il processo erosivo della costa è determinato anche dall’effetto deleterio dei tantissimi interventi distribuiti lungo la stessa e a volte mal concepiti», specificando tuttavia che questi effetti «nulla hanno a che vedere col porto di Carrara, che pertanto è concausa, non causa unica».

«Già questa – dice Orietta Colacicco, presidente dei Paladini Apuoversiliesi –  è un’affermazione forte, messa per iscritto per la prima volta che io ricordi, ma non si può negare che il Porto di Carrara abbia la responsabilità primaria. Siamo i primi a sostenere che pennelli, geotubi, salsicce, scogliere e così via,  che per decenni si sono succeduti, hanno  accelerato l’erosione spostandola  più a sud, a fronte di un modesto ripascimento locale. Ma le fotografie dei primi del ‘900 e degli anni ’30 dimostrano il velocissimo sorgere del fenomeno erosivo subito dopo la  realizzazione del porto. E allora non si era ancora dato il via alle sopra citate opere di mitigazione».

«Del resto, scrive Sommariva, lo studio del nuovo piano regolatore del porto è stato sviluppato “senza introduzione di opere che amplifichino il processo erosivo innestato dal porto” – continua Colacicco – “Una affermazione ancora più forte,  che mette in risalto la pericolosità di opere di ampliamento, visto che l’erosione è già in atto, ed è per questo che abbiamo chiesto studi, prove, calcoli che dimostrino che non porteranno ulteriore erosione. Sommariva rassicura perché tali studi sono portati avanti da società di “lignaggio”, che operano con modellistica e calcoli numerici raffinati oggi a disposizione».

«Ma la decisione del Presidente e dell’Autorità Portuale – ricorda la presidente dei Paladini – è quella di seguire l’iter “previsto dall’art.5 della Legge 84/94 per cui il progetto del Piano regolatore Portuale potrà essere visionato in tutte le sue parti dai portatori di interessi specifici e privati quando sarà oggetto di pubblicazione nell’ambito delle procedure di VAS. Prendiamo atto, niente prove ora.  Noi ci prepariamo proattivamente insieme ai diversi portatori di interesse».

«Quanto al pennello lungo il Carrione – aggiunge Colacicco -, Sommariva precisa che “il medesimo è stato esplicitamente richiesto, a suo tempo, dalla Regione Toscana in fase di redazione del progetto e che su di esso sono stati già esperiti tutti i passaggi tecnici approvativi necessari, anche di natura ambientale” e  “non vi è ragione di temere che lo stesso provochi alcun danno al torrente e/o alla costa”. Quindi ci saranno probabilmente prove, studi e calcoli, già presentati ed approvati, che i Paladini chiedono   di nuovo poter avere, come del resto avevano fatto con formale accesso agli atti nell’Agosto scorso, ricevendo un’indicazione di link inesaustivo. E hanno chiesto le previsioni dei  tempi di realizzazione, visto che i cittadini di Marina di Carrara sono veramente angustiati da questa opera».

Avanti col dialogo: questa la posizione dei Paladini, che al presidente Sommariva hanno chiesto di fissare dopo metà febbraio un incontro via zoom, destinato, oltre che all’associazione stessa, a tutte le altre del territorio e ad una rappresentanza dei cittadini di Marina di Carrara. «Perché – conclude Colacicco – può essere che vedendosi non di persona, ma almeno in video, riusciamo a trovare delle convergenze e che possiate chiarirci altri aspetti».