Il consiglio comunale di Carrara all’unanimità contro la privatizzazione dei servizi pubblici
Rifondazione Comunista: «Ora chiediamo coerenza a chi ha votato il nostro ordine del giorno. Forze politiche serie e attente ai problemi della città porterebbero immediatamente una risoluzione politica per trasformare Gaia in ente di diritto pubblico»
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CARRARA – Nella seduta di mercoledì 29 dicembre il consiglio comunale di Carrara ha votato all’unanimità contro la privatizzazione dei servizi pubblici a partire da un atto proposto da Rifondazione Comunista. «Un fatto di estrema rilevanza nel merito – commentano dal partito – ma anche dal punto di vista strettamente politico, in quanto la massima assise istituzionale cittadina si è espressa contro un provvedimento del Governo che gran parte delle forze politiche rappresentate appoggiano a livello nazionale. L’atto in questione impegna l’amministrazione comunale a chiedere al governo lo “formalmente lo stralcio dell’art. 6 dal Ddl Concorrenza”, ed inoltre di “promuovere, anche in concorso con altri enti locali, l’avvio di una discussione pubblica sul ruolo dei Comuni, dei servizi pubblici, dei beni comuni e della democrazia di prossimità dentro un contesto di ripensamento del modello sociale dettato dalla necessità di affrontare la disuguaglianza sociale e la crisi climatica, evidenziate dalla pandemia;” ed infine impegna l’amministrazione a “a inoltrare il presente atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza della Regione, alla Presidenza della Provincia e alle Presidenze di Anci e Upi, dandone adeguata pubblicizzazione”».
«Non stiamo parlando di questioni secondarie – affermano da Rifondazione – in quanto l’articolo di cui si richiede lo stralcio – su cui alcune forze politiche, associazioni, movimenti, stanno portando avanti una vera e propria campagna di sensibilizzazione e pressione nei confronti dell’esecutivo – prevede che gli enti locali privatizzino per legge tutti i servizi pubblici comunali, cioè quelli che offrono servizi primari ai cittadini, una scelta scellerata che a cui mai nessun governo della Repubblica era arrivato, e che non è dettata da nessun obbligo “esterno”, cioè dell’Unione Europea, contrariamente a quanto viene strumentalmente affermato. Una scelta contro la nostra Costituzione e che renderebbe i Comuni ancora più inermi nel contrasto alla crisi economica e sociale che stiamo vivendo, nonché servizi basati sulla logica del profitto e non sulle esigenze della popolazione, quindi peggiori e più costosi».
«Adesso chiediamo coerenza a chi ha votato l’ordine del giorno e alla amministrazione comunale tutta – chiudono dal partito -: alla luce dei risultati della votazione di ieri, infatti, forze politiche serie e attente ai problemi della città porterebbero immediatamente, ad esempio, una risoluzione politica per trasformare Gaia in ente di diritto pubblico. Se non lo faranno, saremo di nuovo di fronte all’ennesimo trasformismo elettorale. Vigileremo e incalzeremo affinché l’atto non finisca in un cassetto, tanto più per il fatto che tale atto dovrebbe a nostro avviso impegnare i parlamentari e i consiglieri regionali eletti nel territorio a lavorare perché esso venga applicato. Una coerenza che chi ha votato l’ordine del giorno ci aspettiamo chieda pubblicamente loro. Una coerenza certamente che, per quanto ci riguarda, ci caratterizzerà anche in vista delle prossime scadenze elettorali, e sulla quale chiederemo la piena condivisione a tutte le realtà con cui entreremo in contatto in vista delle scadenze medesime».