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Coppia disoccupata e con tre figli non percepisce il Reddito di Cittadinanza per un errore di comunicazione

Il sussidio sarà sospeso dall'Inps per i prossimi diciotto mesi per un vizio di forma nei dati dello stato di famiglia comunicati suggeriti dal patronato

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VILLAFRANCA IN LUNIGIANA – Umberto e la sua compagna sono giovani, hanno tre bambini, sono entrambi disoccupati e non hanno diritto al Reddito di cittadinanza per un vizio di forma. Così ci ha raccontato questa famiglia che attualmente percepisce 300 euro totali di disoccupazione e nessun altro aiuto.

La vicenda: l’8 marzo Umberto presenta un primo Isee come coppia, senza i due figli, in quanto uno non era ancora nato e l’altro era ancora residente con il padre, ex marito della sua compagna. Secondo lo stato di famiglia presso il Comune sono in due. Il 15 aprile, su consiglio di un patronato, presenta un’Isee come singolo, altrimenti non avrebbe potuto fare la domanda per il Reddito di Cittadinanza in quanto la compagna percepiva uno stipendio troppo alto (500 euro al mese). La domanda, quindi, viene accolta, e Umberto riceve 268 euro di Rdc, con 250 euro d’affitto da pagare. Gli rimangono soli 18 euro per vivere e per contribuire alle spese per il suo primo figlio. Il 27 aprile, arriva la separazione ufficiale, e con quella il trasferimento presso di loro del figlio della sua compagna che, nel frattempo, ha perso il lavoro, e infine è arrivata anche la cicogna. Il 5 ottobre 2021 presenta quindi una nuova Isee indicando tutti e quattro i componenti del nucleo. Ma la domanda è stata respinta per difformità con la prima Isee. O meglio, il problema sta nella prima Isee che aveva fatto come singolo su consiglio del patronato, quando invece formava già una coppia. Per questo problema, nonostante Umberto abbia sempre cercato di fare tutto in regola, gli aiuti sono stati sospesi per i prossimi 18 mesi. Nel frattempo la famiglia ha dovuto cambiare casa per avere più spazio per i bambini, e l’affitto è aumentato a 350 euro al mese, che Umberto riesce a pagare solo grazie all’aiuto dei genitori.

«Continuando a cambiare Isee consigliato dal patronato, ho finito col rimetterci, – spiega Umberto – nonostante per correttezza abbia cercato di comunicare i cambiamenti avvenuti nel mio nucleo famigliare. Ho parlato con il direttore dell’Inps stesso, ma mi ha detto che non abbiamo più diritto al sussidio nonostante rientreremmo nei parametri, a causa della difformità tra l’Isee e quello che risulta in Comune. Anzi, rischiamo anche di dover restituire la somma già ricevuta. Ma com’è possibile bloccare un sussidio così importante per un errore stupido, tra l’altro avvenuto non per colpa nostra? L’appello è quello di aiutarci a trovare una soluzione. Come dovremmo fare dato che siamo entrambi senza un lavoro e con tre figli? Inoltre, sapendo che là fuori c’è pieno di furbetti del Reddito di Cittadinanza, come pensate che possa viverla? E’ chiaro che non si può mettere in difficoltà una famiglia per errori come questo, come non è giusto che a farsi carico di noi siano i miei genitori. Abbiamo bisogno di aiuto o di un lavoro. Lanciamo questo appello affinché qualcuno possa comprendere la nostra situazione e intervenire.»

 

 

 

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