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«Regina Elena, un concorso per il nuovo direttore? Coperta corta e giochi di prestigio»

Lo afferma un dipendente e delegato Cisl Fp della Rsa del Comune di Carrara per l'assistenza degli anziani: «Questa è una struttura socio-sanitaria»

CARRARA – «La notizia del giorno è sicuramente il concorso per direttore alla Rsa Regina Elena. Ho appreso dai giornali, poiché sul sito istituzionale non ci sono i nomi dei candidati, di una sola candidata avente diritto». Lo scrive in una nota Giovanni Marchi, dipendente della struttura per anziani del Comune di Carrara e delegato della Cisl Fp. «Si parla di un’infermiera, se ne fa il nome, si presume abbia vinto, ci manca soltanto che qualcuno dica anche il punteggio con cui ha vinto… Io ci provo, dovessi scommettere un euro direi 28/30, ma è solo un ipotesi. Ricapitolando, il cda quindi, ha scelto di non scorrere la vecchia graduatoria per direttore ancora valida ma di bandire un nuovo concorso. Ma perché? Lo spiega una delibera allegata al nuovo bando che può sintetizzarsi così: “Ci siamo sbagliati fino ad oggi, la struttura ha bisogno di una guida sanitaria, essendo profondamente a vocazione sanitaria”. Il presidente Profili sui giornali afferma di aver voluto, addirittura, inserire nel bando requisiti stringenti per non sbagliare ancora. Stringenti? Non direi, va bene che la struttura a vocazione sanitaria ha bisogno di figure dirigenziali sanitarie ma introdurre una laurea in scienze infermieristiche, con tutto il rispetto per la professione, mi sembra allargare il campo non restringerlo».

«Ma vorrei tornare – prosegue Marchi – all’illuminazione che ha colto il nostro beneamato presidente sulla via don Minzoni ossia: riuscire (finalmente) a capire che il Regina Elena è una struttura socio-sanitaria. Caro presidente Simone Giuseppe Profili, se nella struttura è largamente preponderante, distintivo e fattuale l’aspetto sanitario, perché volete applicare a infermieri, Oss e chiunque dovrà entrare in futuro, contratti completamente asserviti al novero del campo socio-assistenziale tipo Uneba? Inoltre perché cambiare anche il contratto per questo bando da direttore da Uneba a Contratto dei Servizi del terzo settore, quest’ultimo più vantaggioso al cospetto dell’Uneba (circa 300 euro mensili)?».

«Ah già – conclude il dipendente – la struttura è sanitaria per cui al direttore vanno offerti contratti migliori e non socio assistenziali, mentre, come dice il mio segretario Enzo Mastorci, lacrime e sangue sono tutte ad appannaggio del personale, duramente provato e privato dei giusti diritti a cui si può affibbiare un contratto infimo. Evidentemente non siamo simpatici come operatori a questo cda. Concludendo, la coperta è corta, piano, piano, si svelerà tutto, anche il caos su questo bando e non basteranno i giochi di prestigio ad evitare la certa eventualità».