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«Noi popoli apuani viviamo in mezzo all’acqua, ma di fontane ce ne sono sempre meno»

A riportare la questione relativa alla chiusura delle fontane all’attenzione pubblica è il comitato Una montagna da salvare: "Acqua bene prezioso. Sia messa a disposizione della cittadinanza"

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MASSA – “Cara, fresca acqua di cannella: ormai una memoria? Noi, popoli apuani, viviamo in mezzo all’acqua, anche se, in realtà, di fontane ce ne sono sempre meno. A mancare sono proprio le storiche fontane, quelle care a tanti  massesi che da sempre, soprattutto nel periodo estivo, amano attingere l’acqua alle famose “cannelle” delle sorgenti montane”. A riportare la questione all’attenzione pubblica è il Comitato “Una montagna da salvare”. “Ma vediamo le nostre fontane: la più abbordabile è sempre stata quella di Canevara (chiusa da tempo per infiltrazioni batteriche e oggi inserita nel cantiere di allargamento della provinciale, per cui, giocoforza, è inaccessibile). Potrebbero sopperire a questa mancanza, le fontane di Prati della Ciocca, poco distanti, che sono sempre una vena dell’acqua Evam. Purtroppo anche queste fontane sono chiuse da tempo in attesa di progetti di decoro. Altra fonte cara ai massesi e ai turisti è quella di San Carlo Terme, situata in un piazzale  buio e degradato, dove le persone fanno code  esasperanti per riempire taniche e bottiglie, visto che è rimasta l’unica a cui attingere. L’acqua di San Carlo ha proprietà  diuretiche ed è molto ricercata: potrebbe essere un valore aggiunto e un motivo di attrazione, anche turistica. Proseguiamo il viaggio. Che dire dell’acqua della Rocca? Una volta vicino alle fontane mettevano il cartello con le caratteristiche dell’acqua adesso non sappiamo  se è acqua sorgiva o mischiata con quella dell’acquedotto. E comunque è asciutta. Verso la zona dei  Cappuccini, c’è un mascherone che ha dato un po’ d’acqua al momento dell’inaugurazione, oltre tre lustri fa, poi più niente. La storica fontana del  “Battì dal barilo” è maltenuta e abbastanza sporca. Tornando in montagna, la Polla di Tommaso  da anni è asciutta e l’auspicio, dopo l’intervento di pulizia dei residenti, è quello di recuperare l’antica sorgente. Chiusa anche la mitica Fontana Morosa e sigillata la fontana ai Canalacci, dove ci si recava anche per fare una salutare  passeggiata nei boschi circostanti”.

“L’acqua è una risorsa del territorio e come tale deve essere messa a disposizione della cittadinanza – spiega il comitato.  A Massa si contano 179 fontane: sarebbe bello poterle valorizzare, portando avanti anche quel progetto “Adotta una fontana” siglato un paio di anni fa tra amministrazione e l’azienda Matec. Un progetto che potrebbe fungere da apripista per altre aziende che operano sul nostro territorio e amano la città. Insomma, l’acqua è un bene comune prezioso: un diritto di tutti”.

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