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In 200 da tutta Italia sulle vette Apuane per «fermare la distruzione delle montagne» foto

Grande partecipazione per "Carsica", l'evento-manifestazione di Athamanta tenutosi dal 2 al 4 luglio. L'associazione: "E' ora che tutti e tutte prendano coscienza di questa devastazione"

CARRARA – Tre giorni di autoformazione e tavoli di lavoro, un cammino esplorativo tra le vie di cava per “prendere consapevolezza della devastazione in corso delle Alpi Apuane” e infine una grande manifestazione, che domenica 4 luglio ha acceso le 30 vette apuane per dire “stop alla distruzione delle montagne”. Questo il folto programma di iniziative di “Carsica”, l’evento di Athamanta tenutosi dal 2 al 4 luglio cui hanno preso parte oltre 200 partecipanti da tutta Italia riuniti a Campocecina (MS) per camminare, osservare le cave di marmo da vicino e divenire testimonianza di un disastro ecologico facendosi promotori del cambiamento, per la salvezza delle Alpi Apuane.

“E’ la prima volta nella storia di Carrara che oltre 200 persone da tutta Italia vengono per vedere e toccare con mano la devastazione delle cave di marmo nelle Alpi Apuane – dichiarano da Athamanta -. Dalle piane di Campocecina il disastro si estende a vista d’occhio: montagne distrutte, tagliate, con alcune cime decapitate, polverizzate e talvolta abbandonate. Un paesaggio che, superata la sensazione di stupore, lascia spazio a orrore e profonda tristezza per il deturpamento di una natura spezzata e abbandonata con violenza e totale indifferenza. Noi non siamo indifferenti, è l’ora che tutti e tutte prendano coscienza di questa devastazione”.

“In questa fase storica cruciale per l’umanità – continuano dall’associazione – siamo chiamati tutti a difendere con responsabilità quelle che sono le basi stesse della nostra vita. A difendere il territorio che abitiamo, la natura che ci ospita, l’acqua che beviamo, le comunità di cui siamo parte. Abbiamo bisogno di immaginare e costruire un mondo che metta al centro il vivente e non l’economia, la rigenerazione e non l’accumulazione di profitto che lascia solo distruzione del territorio”.

I temi trattati
L’evento è iniziato venerdì 2 luglio con una tavola rotonda intitolata “Lavoro – salute – ambiente: decostruire la narrazione dominante”. Athamanta riporta che “la discussione è ruotata attorno alla falsa mitologia che vuole farci credere che il diritto al lavoro sia contrapposto alla tutela di ambiente e salute. La sfida oggi è ribaltare questa mitologia e trasformare quella che è percepita come una contrapposizione, in una saldatura tra lotte che sono imprescindibili l’una dall’altra. I lavoratori e le lavoratrici sono i primi a subire le conseguenze di attività nocive e non sostenibili, basti pensare al numero di morti e infortuni che accadano ogni anno nel nostro territorio a causa di un sistema che devasta le Alpi Apuane a ritmi sempre più veloci che hanno come unico obiettivo quello di aumentare i profitti dei grandi imprenditori del marmo. Il tutto mentre i posti di lavoro continuano a diminuire di anno in anno”.

Sabato 3 luglio si è tenuta una “marcia contro la devastazione”, iniziata dal piazzale di Acquasparta e conclusasi con uno striscione srotolato in una delle cave ai piedi del monte Sagro, che riportava la scritta “siamo la natura che si difende”, a rivendicare il ruolo di queste lotte nei confronti del pianeta, anticorpi che si ribellano ad un sistema economico che punta solo all’accumulo di capitale, lasciando indietro la rigenerazione e la tutela del vivente.