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«Camping Carrara fuori da ogni criterio di sicurezza e igiene: la situazione è più grave di quella documentata» foto

La denuncia di un cliente: «Servizi igienici non sanificati, parcheggio adibito a discarica e stoccaggio di materiali altamente infiammabili. Il tutto con il benestare tacito del Comune di Carrara»

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CARRARA – “Al camping Carrara le cose sono molto più gravi di quelle documentate”. A riferirlo è un cliente stagionale del campeggio finito sotto i riflettori per la protesta di una cinquantina di campeggiatori contro la direzione a seguito del danneggiamento dei loro caravan (qui la notizia). “L’attuazione dei cambiamenti strutturali e tecnici richiesti per legge – spiega Alberto Ponzone – sono apparsi subito impossibili da attuare nei tempi indicati. Malgrado la legge fosse del 2018 e la richiesta di adeguamento da parte del comune di settembre 2020, siamo stati avvisati tramite sms e/o mail solo a fine aprile 2021 con minaccia di sgombero da parte della società camping carrara qualora le piazzole non fossero adeguate entro 30 giorni. Le strutture posizionate nella maggior parte delle piazzole risalgono a più di venti anni fa e hanno sempre ottenuto il consenso verbale dei gestori del Camping Carrara (nulla è mai stato nascosto anche perché’ impossibile). Nel rispetto delle regole, mai in discussione la maggior parte di noi ha deciso di adeguarsi ma i tempi e i modi imposti sono apparsi subito improponibili”.

Il cliente poi parla di alcuni aspetti igienico sanitari e di “alcune negligenze da parte della gestione che hanno reso pericolose se non  inaccettabili le condizioni dettate”. “La struttura ricettiva risultava (e ancora lo è) fuori da ogni criterio minimo di sicurezza ed igiene. Il tutto reso più grave se inserito in un periodo di emergenza sanitaria in cui anche le minime abitudini sono state contingentate da regole e protocolli. Tutto ciò non è sembrato interessare minimamente la direzione del Camping che, manifestando una palese incuranza di ogni regola e legge, ha richiesto in tempistiche impossibili per adeguamento”.

“La società camping carrara – denuncia ancora il cliente – ha richiesto l’intervento da parte degli occupanti della maggior parte piazzole (automezzi compresi) in un sito chiuso al pubblico da Decreto Nazionale, con la presenza di un solo servizio igienico privo dei dispositivi obbligatori di sanificazione personale e non periodicamente sanificato come previsto per legge. La maggior parte del parcheggio è stato adibito per due mesi a discarica (in virtù di quale piano di sicurezza non si sa). Ma la cosa più grave è che lo stoccaggio e la gestione dei materiali, alcuni altamente infiammabili e pericolosi, non ha rispettato nessun protocollo di sicurezza né tanto meno delle normative attuali dettate dall’emergenza covid, oltre a creare un elemento di pericolosità in caso di incendio. Il confine sud campeggio che costeggia la Fossa Maestra è stato per due mesi privo di ogni recinzione o minimo intervento di messa in sicurezza creando di fatto in un’aria di transito a doppio senso una pericolosità inaccettabile (camion/gru  roulotte automezzi di ogni genere). L’acceso al sito non è mai stato contingentato ai fini del rispetto dello stato di emergenza. Il campeggio ha tollerato l’accesso di centinaia di persone che hanno lavorato nel sito per due mesi senza accesso ad acqua potabile e con un solo servizio igienico per altro non conforme al rispetto dello stato di emergenza. Non è stato possibile far intervenire ditte specializzate che una volta interpellate hanno, nel rispetto della legge, declinato ogni possibilità di intervento in un sito non regolamentato, causando di fatto l’intervento di famiglie Rom e/o Sinti che con metodi illegali e ortodossi hanno accettato di smaltire alcune strutture site nel campeggio in cambio di denaro”.

“Il tutto – conclude Ponzone – con il benestare tacito del Comune di Carrara,  che più volte interpellato tramite i vigili urbani si è limitato ad un paio di sopralluoghi chiudendo di fatto non uno ma tutti e due gli occhi”.

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