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«Ieri la zona industriale, oggi il Lavello. Altro disastro ambientale del Comune di Carrara»

Il duro attacco del presidente dell'associazione "L'assiolo", Gianluca Giannelli: «Cosa è mancato in questi anni? La volontà e l’intelligenza per risolvere il problema»

MASSA-CARRARA – “E finalmente si è scoperto chi scaricava rifiuti nel fosso Lavello a livelli industriali. Da circa 20 anni le guardie ecologiche del WWF hanno segnalato e depositato denunce presso la Procura della Repubblica di Massa-Carrara ed esortato il Comune di Carrara a risolvere il problema, ma un muro di gomma ci ha sempre “rimbalzato” la problematica”. Ad intervenire sui recenti sviluppi riguardo al fosso del Lavello (ne abbiamo parlato qui) è il presidente dell’associazione “L’Assiolo”, Gianluca Giannelli. “Cosa è mancato in questi anni? La volontà e l’intelligenza per risolvere il problema, come ha fatto invece il Sindaco di Massa, Francesco Persiani, che con un lavoro puntiglioso e professionale ha accertato le responsabilità, cosa che prima non è avvenuto, sia per leggerezza, sia per inefficienza, sia per arroganza, sia per ignoranza, sia per poca passione per il proprio lavoro, sia per molte altre cause. Una cosa è certa, in questi decenni, il Comune di Carrara ha creato un danno ambientale che, dopo quello della chimica della zona industriale, è il secondo come situazione negativa. Un vero e proprio disastro ambientale: tonnellate di rifiuti tossico nocivi, urbani e ingombranti sono stati scaricati in mare con un danno inimmaginabile per il nostro pianeta, e a danno della salute pubblica”.

“Il primo sbarramento nei pressi del ponte della Via delle Pinete – ricorda Giannelli – fu fatto mettere dalle guardie ecologiche del WWF dal Consorzio di Bonifica, spostato poi più a monte per non far vedere quella vergogna alla vista di tutti. Sbarramento che molte volte si staccava da riva e impressionanti isole di rifiuti si riversavano in mare, spostandosi verso la costa della partaccia o in mare aperto. Tutto questo avvenuto negli ultimi 20 anni, ma sicuramente da sempre, da quando si è avuto la brillante idea di collocare il campo nomadi a fianco del Fosso Lavello. Che sia colpa di chi ha amministrato il territorio, in primis il Comune di Carrara, ma anche il Comune di Massa, che non se ne è mai interessato. Per non parlare degli operatori economici della località Partaccia e di Marina di Massa, che hanno fatto fare i bagni in un mare di rifiuti ai propri clienti. Per non parlare di coloro che hanno svolto indagini in merito con leggerezza e superficialità, visto che la verità dei fatti, era lì ad aspettare lo Stato Italiano, che per anni ha fatto come le tre scimmie: non vedo, non sento, non parlo”.