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Tariffe idriche: in Toscana le più alte d’Italia. Gaia al primo posto per spese di depurazione

I risultati del convegno del Cca dbr tenutosi il 9 aprile sulle analisi comparate delle bollette: «Da tempo stiamo lottando. In quest’ultimo periodo è stata costituita un’alleanza con Federalbeghi Apuo-Versiliese, a cui si sono affiancate le associazioni balneari di Lido di Camaiore, Forte dei Marmi, Cinquale e i ristoratori»

MASSA-CARRARA – Promosso dal Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico  Cca dbr, da Federalberghi Costa Apuana e Versilia, dal Forum Italiano dei movimenti per l’acqua in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e la Liguria e l’IIS ‘Zaccagna-Galilei’ di Carrara,  si è tenuto online il 9 aprile scorso il convegno nazionale “Ricerca comparata sulle tariffe idriche, a partire da Gaia S.p.A.”. Dagli interventi che si sono succeduti sono emersi, sia importanti elementi di metodo e di approccio ai problemi da affrontare, sia di merito sul sistema tariffario dei gestori idrici integrati di Gaia S.p.A., della Toscana e d’Italia.

«Da tempo stiamo lottando sulle questioni legate all’acqua nelle sue varie declinazioni – dichiarano i membri del Coordinamento Cca dbr – e in quest’ultimo periodo è stata costituita un’alleanza con Federalbeghi Apuo-Versiliese, a cui si sono affiancate le associazioni balneari di Lido di Camaiore, Forte dei Marmi, Cinquale e i ristoratori».

«Dal confronto tra associazioni e comitati di cittadini e imprese, si sta costruendo un percorso comune, partito dai disagi relativi al costo delle bollette del gestore idrico integrato di Gaia SpA che risultano troppo care e ai servizi resi dal gestore non adeguati e che hanno creato forti problemi economici e di immagine per le imprese locali, in un territorio a forte vocazione turistica. Una molteplicità di problemi che da troppo tempo sono stati posti, sia dal Cca dbr sia da Federalberghi, – si legge nel comunicato del Cca dbr – ma che rimangono inascoltati dalla politica e dagli organi istituzionali competenti. E’ stato sottolineato durante l’evento che, per quanto riguarda il territorio apuo-versiliese, il fermento e la ritrovata voglia di condivisione di obiettivi non si limita alla questione delle bollette, ma si estende anche alle problematiche legate alla sicurezza ambientale da cui discende la necessità di promuovere un processo culturale che coinvolga cittadini, imprese, mondo della ricerca e della scuola per preservare questo bene comune. Concetto ripreso anche da Donatella Ciuffolini dell’Ufficio scolastico Regionale per la Toscana Ufficio III, che oltre a portare i saluti dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana ha espresso la volontà di far collaborare gli studenti e le studentesse che stanno per affacciarsi alle responsabilità dell’età adulta e all’esercizio sempre più attivo della cittadinanza».

«Tutto ciò fa apparire questa alleanza come l’embrione di una sorta di ‘costituente’, che ha come matrice comune la voglia di riscatto, tanto più che si colloca all’interno di una crisi economica dai contorni incerti, la quale lascia intravedere che gli esiti della pandemia cambieranno molti dei modus operandi e delle regole cristallizzate da tempo. Tutti i promotori del convegno sono stati concordi nel sostenere che questo cambiamento necessiti di soluzioni non scontate, – continua la nota – non calate dall’alto, ma ragionate, condivise e che nascano davvero dalle reali necessità dei territori in un’ottica sistemica. Se la crisi economica sarà subita, consegneremo nelle mani del turismo mondiale e dei player, il nostro patrimonio economico e culturale che è fatto da piccole e medie imprese del turismo, di agro-alimentare, di ristorazione».

«Non è un caso – dichiarano gli organizzatori del convegno – che per quanto riguarda Gaia, una delle rivendicazioni che è stata fatta ai sindaci dei comuni soci sia la richiesta di ripubblicizzazione del servizio idrico e della sua trasformazione in Azienda Speciale Consortile pubblica, lontana da ogni forma di possibile speculazione privata di un bene essenziale. Dobbiamo ricordarci che già in Italia questo processo di privatizzazione e di mercificazione dell’acqua è già in atto – visto che è partito sin dalla fine degli anni novanta ed è proseguito senza soluzione di continuità nonostante gli esiti, gravemente inascoltati dalla politica, del referendum del 2011 (il 96% degli italiani aveva votato per l’acqua pubblica)  – e che l’acqua per la prima volta nella storia, lo scorso dicembre, è stata quotata in borsa a Wall Street aprendo la strada a pericolose speculazioni finanziarie».

Gli organizzatori del convegno, hanno voluto ricordare ai sindaci dei comuni afferenti a Gaia SpA che essi, sia con l’attuale forma di gestione in house SpA, che con l’auspicabile Azienda Speciale Consortile pubblica, non sono esonerati dalle loro responsabilità (L’art. 142, comma 3, del d.lgs. 152/2006; L.R. 28/11/2011 n.69). Tanto che in caso di eventuali inadempienze della partecipata, essi vengono chiamati a rispondere insieme agli organi gestionali
«L’art. 142, comma 3, del d.lgs. 152/2006 recita che “Gli enti locali, attraverso l’ente di governo dell’ambito svolgono le funzioni di organizzazione del servizio idrico integrato, di scelta della forma di gestione, di determinazione e modulazione delle tariffe all’utenza, di affidamento della gestione e relativo controllo, secondo le disposizioni della parte terza del presente decreto”. La L.R. 28/11/2011 n.69 stabilisce che “I sindaci di ciascuna conferenza territoriale, o i loro delegati, si riuniscono (tra le tante) al fine di: definire la tariffa del servizio e relativi aggiornamenti per il territorio di competenza, da proporre all’assemblea».

«Non solo, essere sindaci in una Azienda Speciale Consortile – proseguono gli organizzatori – permetterebbe loro di avere un controllo diretto sulla gestione, con la possibilità di abbassare anche le tariffe e/o di fare investimenti utili per il miglioramento del servizio, come invece non avviene attualmente  con la Commissione di controllo analogo in Gaia, che ha solo un potere consultivo».

Dall’analisi della ricerca comparata emerge che la Toscana ha il sistema tariffario in assoluto più alto d’Italia e che Gaia SpA, in questo gruppo, è ben piazzata «Sempre Gaia detiene la  ‘maglia rosa’ in termini di spese per la depurazione (con il paradosso di alcuni impianti di depurazione che non hanno funzionato adeguatamente, come quello del Lavello 1 di Massa, il quale fu posto sotto sequestro preventivo dalla Procura e condotto a processo i presunti responsabili); che le perdite idriche arrivano al 57,6%, abbondantemente sopra la media nazionale, la portano al primo posto tra quelle analizzate, e che gli investimenti programmati da Aait, nel 2019, sono stati realizzati solo per il 52%. Pertanto – dichiarano i promotori dell’iniziativa – continueremo ad attivarci insieme a tutti coloro che vorranno unirsi a noi per rivendicare i nostri diritti e per risolvere la grande contraddizione tutta Toscana di avere una situazione che non è più sostenibile da un punto di vista non solo economico ma anche sociale ed ambientale».

Sono intervenuti al convegno: Clara Gonnelli per il Cca dbr, Paolo Corchia vice presidente nazionale di Federalberghi,  Paolo Carsetti e Remo Valsecchi, rispettivamente segretario nazionale del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua e tecnico del medesimo Forum, Sabrina Giannetti e Maria Bracciotti di Federalberghi Costa Apuana e della Versilia, i sindaci Matteo Mastrini di Tresana e Alessandro Del Dotto di Camaiore insieme ad altri amministratori comunali. Ha partecipato al dibattito il direttore generale di Gaia SpA, Paolo Peruzzi e alcuni membri del controllo analogo e del CdA. Ha moderato il convegno il giornalista Duccio Facchini, direttore della rivista ‘Altreconomia’.