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Gioco d’azzardo, il 37% degli apuani l’ha praticato almeno una volta nell’ultimo anno

Quanto si spende nei comuni di costa? Secondo un recente studio, la zona compresa tra Carrara, Massa e Montignoso è tra quelle a rischio "moderato severo".

MASSA-CARRARA – Un fenomeno  crescente quello del gioco d’azzardo patologico (gap), che  vede la necessità di intervenire su comportamenti a rischio individuati nella popolazione. Troppe persone e troppe famiglie ne sono interessate, con conseguenze pericolose dal punto di vista personale e sociale. Una consapevolezza, quella della dannosità del gap, che è maturata velocemente e ha portato la Toscana ad essere una delle prime regioni d’Italia a dotarsi di una legge sulla ludopatia.

Un fenomeno che ben conosce il Serd delle Apuane, diretto da Maurizio Varese, da sempre impegnato a difesa delle persone fragili che si trovano coinvolti in queste dinamiche così come la Comunità Monte Brugiana, una struttura nata dall’impegno di Adriano Cacciatore, che negli anni è diventata un punto di riferimento nell’ambito delle dipendenze al servizio dell’intera collettività.

“Questo lavoro – commenta Maurizio Varese – permette a noi sanitari, chiamati a fornire risposte al bisogno di salute che gli utenti quotidianamente esprimono, di poter prendere in carico la persona in modo ottimale avendo ben chiaro il quadro epidemiologico della patologia nell’ambito territoriale di riferimento”.

“La ricerca – conferma Monica Guglielmi, direttrice della Zona Apuana – giova anche agli amministratori dei comuni coinvolti che potranno utilizzare i contenuti della stessa per programmare gli interventi volti a contrastare la dissusione del gioco d’azzardo nei territori di competenza”.

Il Piano regionale di contrasto al gap approvato nel 2018, si pone l’obiettivo di comprendere le dimensioni del fenomeno, prevenire le diverse forme di dipendenza da gioco e concorrere alla rimozione delle cause sociali e culturali che possono favorire la ludopatia. Nell’ambito del vasto Piano regionale, che comprende azioni e iniziative specifiche di prevenzione primaria e secondaria, formazione degli operatori, sperimentazione di comunità residenziali vi è stata anche l’attivazione del logo No slot e di un numero verde dedicato: 800 88 15 15.

La percezione del rischio di diventare un giocatore patologico è molto spesso sottovalutata dai giocatori stessi; quando poi il gioco diventa “incontrollato” sono per lo più  i familiari a prendere in mano la situazione e a rivolgersi per un aiuto professionale ai servizi presenti sul territorio. Ogni anno al Serd apuano sono un centinaio le persone prese in carico dai professionisti del servizio. Una punta di un iceberg che però è solo il segnale di un fenomeno sommerso assai più ampio.

A questo scopo è stato predisposto un approfondimento relativo al contesto epidemiologico del fenomeno a livello regionale e comunale che è stato affidato al Cnr con la conduzione dello studio Gaps Toscana – Gambling Adult Population Survey. Dagli studi condotti dal dipartimento di Fisiologia Clinica del Cnr è emerso come sia possibile osservare delle differenze tra le varie regioni ed aree geografiche italiane tanto rispetto alla prevalenza del gioco d’azzardo, quanto al livello di problematicità, riscontrando una relazione tra la presenza di politiche di contrasto al gioco problematico e patologico sul territorio e la diminuzione della diffusione e della problematicità nella popolazione.

Per migliorare il quadro conoscitivo, il Cnr ha condotto uno studio rispetto alle caratteristiche del fenomeno e alla diffusione del gioco d’azzardo, sia in termini di prevalenza di giocatori francamentepatologici (cioè bisognosi di assistenza clinica) sia di giocatori d’azzardo con  comportamento di gioco a rischio, ad elevata suscettibilità di una evoluzione nella categoria patologica e di un intervento preventivo “secondario”.

“Con questa finalità – spiega l’Asl – è stata intrapresa un’indagine campionaria rivolta alla popolazione generale di 18-84 anni residente nel territorio del distretto socio sanitario Apuane e comprendente i comuni di Massa, Carrara e Montignoso. Lo studio ha previsto, inoltre, i seguenti obiettivi specifici: fornire stime di prevalenza del gioco d’azzardo, secondo i diversi profili di rischio (giocatore sociale, a rischio, problematico/patologico); descrivere le caratteristiche dei giocatori, sulla base dei diversi profili di rischio (giocatore sociale, a rischio, problematico/ patologico)”.

In Italia, negli ultimi anni la raccolta pro capite per i giochi su rete fisica mostra una stabilizzazione a partire dal 2016. Il trend nella regione Toscana è del tutto simile a quello nazionale, con una raccolta per residente leggermente superiore a quella nazionale. Per quanto riguarda il dettaglio del distretto Apuane, si possono osservare rilevanti differenze tra i comuni di Carrara, Massa e Montignoso. I valori della raccolta pro capite registrati per il 2019 nei comuni di Carrara (1.692 euro) e di Massa (1.490) risultano nettamente superiori alla media regionale ma in diminuzione rispetto al 2017. Nel comune di Montignoso, viceversa, la raccolta pro capite è decisamente inferiore (846 euro), anche rispetto al dato regionale, ma in questo caso il dato risulta in leggero aumento rispetto al 2017 (835 euro).

Il 68% dei residenti nel distretto socio-sanitario delle Apuane riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e il 37 % nei 12 mesi precedenti l’indagine, con percentuali maggiori, in entrambi i casi, fra gli uomini. Il dato apuano risulta in linea con quello rilevato a livello regionale, ma mentre la prevalenza di gioco nella vita è superiore rispetto alla media italiana quella rilevata per il gioco nell’anno risulta inferiore al dato nazionale. Il gioco maggiormente praticato da coloro che hanno giocato nel corso dell’ultimo anno è il Gratta&Vinci, indicato da 3 rispondenti su 4, seguito dal Superenalotto (60%), dalle scommesse sportive (29%), dalle Slot machine (18%) e dal Lotto (17%).

Fra le zone distretto della Toscana quella apuana mostra tra l’altro percentuali di comportamento di gioco a “rischio moderato severo” tra le più alte seconda solo alla zona distretto aretina-casentino valtiberina. Circa il 4% del campione apuano riferisce di aver praticato giochi illegali o non autorizzati, soprattutto gli uomini ed i rispondenti di età compresa fra i 18 e i 44 anni e il 9% conosce una o più persone che ha praticato uno di questi giochi. Il bilancio economico derivante dal proprio giocare d’azzardo risulta “in rosso” per la maggior parte dei giocatori.