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«La Regione vuole sviluppare il trasporto su rotaia ma Fs depotenzia gli impianti e riduce gli occupati»

TOSCANA – «Il presidente Giani nel suo programma di Governo parla di “investimenti sulla logistica volti a promuovere lo spostamento delle merci dalla gomma verso il ferro”, ma il Gruppo Fs marcia in direzione opposta, depotenziando gli impianti e riducendo gli organici. Chiediamo al Governo della Regione di intervenire con decisione per invertire questa tendenza, pericolosa per l’occupazione, per l’ambiente e per lo sviluppo del Paese, visto che l’Europa ci chiede esattamente l’opposto». A dirlo è il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce.

«In questo settore negli ultimi 7 anni in Toscana – spiega Recce – si sono persi 500 posti di lavoro, passando dai circa 660 ferrovieri addetti al trasporto merci nel 2012 agli attuali 160, con una riduzione del 76%: numeri da brividi, che fanno pensare si voglia smantellare, anziché promuovere, il trasporto su ferro». Scelte che stridono con gli investimenti in infrastrutture effettuati dalla Regione e da Rfi (parte dello stesso gruppo Fs) e con la crescita dei traffici che si stava registrando prima della pandemia. «Basti pensare – dice il segretario generale Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni – allo scavalco ferroviario del porto di Livorno (con investimento di 20 milioni della Regione Toscana e 7 milioni di RFI). Tutto finalizzato a raggiungere gli obiettivi europei di trasferire su ferro, entro il 2030 il 30% e entro il 2050 il 50% del traffico merci in generale». «Proprio il porto di Livorno – secondo il segretario Fit – registrava, prima della pandemia, un trend di crescita: nel 2019 ha gestito circa 2.100 treni (per un totale di 38.000 carri movimentati) con un incremento del 6,5% rispetto all’anno precedente e 62 mila container, +4,7% rispetto al 2018. Come si spiega allora, alla luce di questi dati e di questi investimenti, la politica di Merci Italia Rail (Gruppo FS) di rinuncia allo sviluppo e anzi di depotenziamento degli impianti e riduzione dell’organico?».

«Una domanda – conclude Boni – che rivolgiamo all’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato e che crediamo anche la Regione, alla luce in particolare dei soldi pubblici spesi per potenziare le infrastrutture ferroviarie, dovrebbe porre con forza».