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«Dipendenti Nausicaa in stato di agitazione da un mese. Problemi irrisolti e dall’azienda zero risposte»

L'allarme di Uil Fpl a nome dei cimiteriali: «Mancano i dispositivi di protezione individuale e le misure di sicurezza non vengono rispettate. Dal 23 ottobre nessun segnale di avvicinamento dalla direzione aziendale»

CARRARA – “A quasi un mese di distanza dalla dichiarazione dello stato di agitazione dei dipendenti cimiteriali di Nausicaa l’azienda per ora si è limitata a risponderci solo a mezzo stampa. Non ha voluto incontrarci, aprire un tavolo di confronto su quelle che sono le criticità così come individuate dai dipendenti: non è facendo ostruzionismo che ci impediranno di tutelare i lavoratori”. A parlare è il segretario della Uil Fpl Massa-Carrara, Claudio Salvadori, che solo lunedì pomeriggio ha avuto modo di tenere un’assemblea con i propri iscritti del settore cimiteriale di Nausicaa. “Era il 23 ottobre quando abbiamo dichiarato lo stato di agitazione e da allora non c’è stato alcun segnale di avvicinamento dalla direzione aziendale – prosegue -. Non c’è stata neppure la convocazione da parte del Prefetto per avviare le procedure di raffreddamento ma capiamo che la situazione e l’emergenza Covid possano rallentare questi percorsi istituzionali. Quello che non possiamo né capire né accettare è il comportamento della dirigenza di Nausicaa. Anzi, da quanto riportano i nostri iscritti ci risulta che si stia verificando qualche cosa di strano: improvvisamente, dalla dichiarazione dello stato di agitazione, ai nostri iscritti viene contestata per iscritto dalla direzione ogni singola mancanza mentre questo non accade per gli altri lavoratori nonostante il comportamento sia stato lo stesso. Non vogliamo parlare di intimidazione però qualcosa davvero non torna e anche di questo vogliamo parlarne al tavolo di confronto che a oggi non è stato mai convocato. Così come l’azienda non ha ancora convocato il primo incontro per la trattativa del contratto di secondo livello, che deve seguire la firma del contratto nazionale avvenuta ormai diverso tempo fa”.

Intanto i lavoratori lamentano ancora tanti problemi nella gestione del personale e dell’attività ordinaria: “Mancano i dispositivi di protezione individuale – incalza Salvadori -, dati solo parzialmente in una fase così critica. Non sono rispettate rigidamente le misure di sicurezza nell’accesso al forno crematorio, anche da parte dell’utenza: spetta all’azienda creare percorsi e modelli di ingresso e comportamento in totale sicurezza. I ponteggi per i lavori in alta quota sono vecchi e fatiscenti e mettono a rischio l’incolumità degli operatori. Tutte contestazioni che devono essere oggetto di un confronto sano e diretto con l’azienda, per capire cosa sia vero e cosa possa essere sanato, e come. L’ostruzionismo non ci fermerà – conclude il segretario provinciale – e andremo avanti per tutelare i lavoratori anche rivolgendoci ai nostri legali, se saremo costretti da questo atteggiamento dell’azienda”.