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Reparto covid a Pontremoli, Biselli (Asl): «Area isolata e sicura. I casi gravi restano al Noa»

Il nuovo reparto Covid nell'ospedale lunigianese ha scatenato gli animi nel mondo politico. Perplessità anche dal Pd. Il direttore dell'Ospedale delle Apuane fa chiarezza. Ferri: «A Pontremoli percorsi non differenziati e un solo ventilatore per 21 pazienti».

PONTREMOLI – La notizia della nuova unità dedicata ai pazienti Covid nell’ospedale di Pontremoli ha scatenato gli animi un po’ ovunque nel mondo politico. Tra i primi ad esprimere le proprie perplessità c’è Jacopo Ferri, consigliere comunale di Forza Italia. Percorsi non differenziati, niente impianto di areazione e ricircolo aria, carenza di docce per il personale, presenza di un solo ventilatore per 21 pazienti, nessun filtro né zona di contaminazione in uscita. Sono alcune delle criticità elencate dal consigliere, che poi aggiunge: “Nel frattempo, da oggi gli ambulatori per visite cardiologiche, diabetologiche, ambulatorio dello scompenso, holter, elettrocardiogramma da sforzo, ecocuore sono chiusi, visite annullate e buona fortuna! Insomma si parte alla solita maniera con la quale Regione ed Azienda amano gestire la sanità in Lunigiana: senza mezzi, senza spazi, senza logica (se non quella distruttiva), lasciando il peso di tutto, compresi i rischi personali, alla eccezionale professionalità ed al senso del dovere degli operatori sanitati e riversando ogni conseguenza negativa sui soliti cittadini della Lunigiana classificati sacrificabili”.

Anche la consigliera del Pd Elisabetta Sordi non ha accolto positivamente la decisione di asl e regione Toscana. “La struttura dell’ospedale di Pontremoli non è versatile e modulare come quella del Noa – fa notare – Anche la soluzione di un ascensore dedicato risolve solo in parte, perché rimangono corridoi comuni che saranno sanificati ad ogni passaggio di paziente positivo, ma con la chiusura temporanea per gli altri utenti”.

“Non si tratta di un problema di mancata responsabilità o partecipazione del nostro territorio all’emergenza in atto – chiarisce poi – Il problema è che ogni decisione deve rispondere a criteri di logicità e chiarezza: se l’emergenza prossima sarà la gestione di molti pazienti che dovranno essere ricoverati, ventilati o, nei casi più gravi, intubati, la soluzione non è e non può essere creare 14-20 posti letto per pazienti stabili, che non necessitano di ventilazione invasiva, né di terapia intensiva. Perché questi sono i posti che avremo a Pontremoli: pazienti stabili, in discrete condizioni, prossimi alla dimissione. Invece, la necessità reale sarebbe di avere postazioni di supporto medico e ventilatorio intensivo”.

Proprio su quest’ultimo punto ha fatto chiarezza il direttore delle Ospedale delle Apuane Giuliano Biselli: “All’interno dell’ospedale di Pontremoli è stato creato un reparto, in una vera e propria bolla, perfettamente isolata, per ospitare quei pazienti non gravi, che non necessitano di ventilazione o intubazione. Si tratta di una soluzione che in questo momento viene chiesta agli ospedali periferici per non concentrare tutti i ricoveri al Noa. Ricoveri che ogni giorno purtroppo crescono, così come è sempre alta la pressione nei nostri Pronto Soccorso. Per quanto riguarda i casi più gravi, invece, questi continueranno ad essere gestiti nell’Ospedale delle Apuane. Tengo a sottolineare che in tutti gli ospedali, dal Monoblocco di Carrara, al Noa, passando per quelli della Lunigiana, sta continuando regolarmente l’attività relativa ai pazienti affetti da altre patologie: oncologici, cardiopatici, diabetici. E’ importante tenere sotto controllo l’emergenza sanitaria per far non tornare ai livelli della scorsa primavera e per continuare ad occuparci di tutta questa attività “no Covid”, che è fondamentale”.

Toni più pacati, invece, da “Praticamente Democratici” (Pd). “Se da un punto di vista politico è comprensibile l’ira dei sindaci che si sentono non coinvolti nelle decisioni che riguardano il loro territorio, non è per noi condivisibile in questo momento storico agire con i toni che tutti abbiamo letto. Dare uno sfogo temporaneo ma fondamentale all’attività complessa dell’Ospedale Apuane per garantire una risposta anche ai bisogni non Covid dei cittadini, oncologici, chirurgici, cardiologici, è l’unico motivo accettabile per questa scelta, quindi è doveroso in questo momento collaborare, ma questo non può ancora una volta passare sopra la testa di chi opera in prima linea come se niente fosse. Le peculiarità dell’edificio dell’ospedale di Pontremoli – sottolineano – che è fortemente interconnesso, spaventano giustamente gli operatori e i cittadini. Pretendiamo risposte ineccepibili sulla sicurezza attuativa di tale decisione e nella piena trasparenza che è dovuta da un’azienda pubblica. Monitorare costantemente l’organizzazione sanitaria dovrebbe essere la priorità sempre, ancor di più in questa pandemia i mesi trascorsi dovevano servire a immaginare, programmare e sostenere un’adattabilità del sistema al pericolo che incombeva”.

“Auspichiamo che la ricerca delle responsabilità – concludono – a emergenza finita, porti un modo migliore di servire i cittadini, ma ora è il momento nel quale si devono trovare le soluzioni, presto e nel miglior modo possibile. Riteniamo ancora una volta che il dialogo con le istituzioni sovraterritoriali rimane l’unica strada da percorrere, ma denunciamo che la politica sanitaria sul territorio non deve essere un argomento da campagna elettorale, mai! Questo è un processo che richiede l’impegno costante, giorno dopo giorno, di tutti i soggetti che vi operano per discutere e migliorare i servizi e i progetti che hanno un impatto così forte sulle comunità. Con questo obiettivo continuerà il nostro impegno, silenzioso e fattivo, al di là di proclami e sensazionalismi”.