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Cento anni fa il terremoto della Garfagnana e della Lunigiana, la mostra a Borgo del Ponte

Una serie di fotografie per ricordare l'evento sismico che rase al suolo decine di paesi, fra i quali la piccola frazione di Massa e quella di Casola in Lunigiana.

A Borgo del Ponte si ricorda il terremoto del 1920, uno degli eventi sismici più distruttivi registrati nella nostra provincia e in quella vicina di Lucca. Il 7 settembre di cento anni fa, alle 7.56, si verifica infatti un violento sisma che interessa un’area di 160 chilometri quadrati. L’intensità raggiunta all’epicentro, in Lunigiana, segna il IX-X grado della scala Mercalli, una scossa così forte da provocare gravi danni in numerosi centri abitati, radendo al suolo completamente il paese di Vigneta, nella frazione di Casola in Lunigiana, l’intero comune di Fivizzano e l’attuale Borgo del Ponte.
A ricordare quei momenti ci pensa la mostra fotografica allestita a Palazzo Andrei a Borgo del Ponte e promossa dalla parrocchia di San Martino, che dall’anno del terremoto celebra la festa di Sant’Emidio. L’esposizione resterà visibile dall’1 al 7 settembre, con orario 10-11:30 e 16:30-19.
« È da prima che iniziasse il lockdown – racconta Don Lorenzo Corradini, parroco del Borgo – che coltivo il pensiero di fare qualcosa di speciale per i 100 anni dal terremoto del 1920 che diede origine alla devozione a Sant’Emidio. Devo dire che il covid-19 è stato involontariamente complice: da una parte mi ha messo in una situazione simile alla popolazione del 1920».
Il parroco invita la cittadinanza ad affacciarsi alla finestra in occasione della processione che si svolgerà lunedì 7 settembre, dopo la messa celebrata alla chiesa di San Martino dal Vescovo di Giovanni Santucci, e che dal Borgo raggiungerà piazza Mercurio, dove si ebbe l’unica vittima del terremoto e rientro a San Martino.

A ricordare l’evento, anche Vincenzo Ozioso, presidente dell’associazione Borgo del Ponte – Santa Lucia: «Arrivarono soccorsi da Pisa, Siena, Altopascio, Collodi, S.Miniato, Montopoli e Piombino con WWFF e infermieri della CRI . L’esercito inviò squadre di zappatori dell’83° reggimento di fanteria, il governo si occupò direttamente di alleviare il disagio della popolazione con l’invio di materiali , con medici volontari, ambulatori mobili, tende da campo. Furono allestiti campi di raccolta per terremotati in v.le della Stazione, piazza Garibaldi, piazza Aranci, piazza Martana e in altre zone limitrofe. Il Re Vittorio Emanuele subito dopo il disastroso evento, partì alle 5,45 in macchina da S.Rossore seguito dalla Regina Margherita per fare visita alle zone terremotate. Nonostante la grande distruzione e le numerose vittime, Borgo del Ponte non registrò un solo ferito infatti pur essendoci case e strade crollate, all’ora del terremoto la maggioranza degli abitanti non erano in casa ma nei campi a lavorare. Per ricordare questo scampato pericolo, l’anno seguente ,il parroco della chiesa di S.Martino di Borgo del Ponte mons Casimiro Peroncini commissionò la statua di S. Emidio dallo scultore massese Ambrogio Celi e fecendo realizzare una apposita nicchia lo collocò all’interno della chiesa come protettore del terremoto».