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Vinca e quel “vento inumano di follia” che si abbatté sulla vallata foto

Si è svolta la celebrazione del 76esimo anniversario dell'eccidio di Vinca

VINCA – A Vinca (Fivizzano, Massa-Carrara) è il momento del ricordo. Il giorno in cui la mente ripercorre quell’agosto del 1944 che ha segnato per sempre la memoria del paese. È estate quando la vallata del torrente Lucido viene completamente accerchiata. Walter Reder è al comando della 16ª divisione dei granatieri corazzati, la “Reichsführer-SS”. I nazisti provengono da Colonnata, e ancora prima, da Sant’Anna di Stazzema dove hanno ucciso 130 bambini. Non li risparmiano nemmeno a Vinca. Da Carrara, dall’altro lato, salgono due plotoni della brigata nera dei Mai Morti, gli uomini della X Mas che si sono offerti di sostenere i nazisti in quell’operazione antipartigiana. Reder è convinto che a Vinca ci sia il quartier generale dei Banditen della Lunense (che invece è sul Monte Tondo). Il 24 agosto del 1944 delibera l’attacco senza alcuna pietà. Nel paese sono tre giornate di ripetuti attacchi. I nazifascisti colpiscono gente senz’armi e civili in fuga dalla guerra. Centosettantaquattro persone. Per di più donne, vecchi, bambini, piccoli ancora in fasce, altri mai nati.

In quella stessa vallata ieri mattina è stato ricordato il “vento inumano di follia inimmaginabile” – come descritto da Maria Del Giudice Carli in una delle sue ultime testimonianze – passato nel paese 76 anni fa. All’ombra del Pizzo d’Uccello e del Monte Sagro si è svolta la cerimonia che ogni anno raduna nel cuore della Lunigiana le alte cariche politiche, civili e militari del territorio. Il corteo con i gonfaloni di ogni comune della provincia e delle varie sezioni locali dell’Anpi è partito dalla piazza centrale del paese per poi raggiungere il monumento ai martiri dell’eccidio al cimitero. Lì si è tenuta la messa in ricordo delle vittime e a seguire le orazioni del sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti, che ha ricordato l’impegno dell’ex primo cittadino Paolo Grassi nel tramandare ai giovani la memoria dell’accaduto, di Roberto Oligeri, che ha citato la prefazione del libro L’armadio della memoria di Franco Giustolisi e del presidente del consiglio regionale uscente, Eugenio Giani.