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Ponte Avenza, Marcheschi (Fdi): «Esistono alternative all’abbattimento. Ecco quali»

Il consigliere regionale di Fratelli D'Italia ha effettuato un sopralluogo insieme al coordinatore comunale Lorenzo Baruzzo: «Fare iniziare adesso i lavori sarebbe un colpo fatale per l’economia della zona»

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“Presenterò un’interrogazione alla Regione per chiedere soluzioni tecniche alternative all’abbattimento del ponte di Avenza”. Lo aveva annunciato il consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) alla vigilia del sopralluogo al ponte di via Giovan Pietro, avvenuto questa mattina insieme al coordinatore comunale di Fratelli D’Italia Lorenzo Baruzzo.

La decisione sull’abbattimento sembrava ormai definitiva in Regione ma i due mesi di lockdown hanno impedito l’inizio dei lavori. “E farli iniziare adesso, considerate le difficoltà del commercio a causa dell’emergenza, sarebbe un colpo fatale per l’economia della zona” – ha dichiarato Baruzzo – Siamo stati contattati da alcuni commercianti della zona, preoccupati dalla situazione. Il sindaco afferma di averli ascoltati. Io dico che non è così, e se li ha ascoltati, evidentemente non li ha compresi”.

“In un momento come questo il commercio va aiutato e non limitato ulteriormente – ha aggiunto Marcheschi – E’ evidente che i lavori vanno fatti, non stiamo affermando il contrario, anche perché la realtà è che questo ponte, ricostruito nel 2005, è stato fatto male. E su questo esistono gravi responsabilità politiche. Ma esistono soluzioni alternative all’abbattimento immediato”.

“Una prima ipotesi – spiega il consigliere – prevede l’abbassamento dell’alveo evitando così l’abbattimento, come del resto è stato fatto a Carrara in zona Conad. La soluzione B invece prevede di verificare se, anche con un costo aggiuntivo a carico della Regione, si riescono a dimezzare i tempi di realizzazione dei lavori, al momento stimati sui 6 mesi. A quel punto potrebbero partire terminata la stagione estiva, intorno a settembre, e non durerebbero più di 3 mesi, evitando così di protrarsi nel periodo natalizio. Ormai siamo abituati a lavorare in emergenza, l’esempio di Genova ha dimostrato che se si vuole si riesce a dimezzare costi, procedure e tempi. Se la Regione dunque aggiungesse 100 o 200 mila euro allo stanziamento attuale di 700 mila, anche questa potrebbe essere una valida alternativa”.

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