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Coronavirus, i farmacisti: «Eccesso di allarmismo, le persone ora comprano tutto»

Scaffali vuoti anche nelle farmacie di Massa. Eppure i medici invitano alla calma e al rispetto delle comuni norme igienico sanitarie

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Anche a Massa l’ansia da coronavirus ha avuto la meglio: nelle farmacie del centro sono terminati disinfettanti e mascherine, ad oggi entrambi introvabili nonostante le continue richieste da parte dei cittadini. Sui social c’è addirittura chi, la titolare di una saponeria, rende noto di aver ancora qualche flacone di Amuchina nel magazzino, sottolineando che non può essere tenuta da parte. Chi la vuole deve andare subito a comprarla.

Inutile negarlo: nelle farmacie e nei supermercati si è appena concluso un fine settimana da tutto esaurito. Anche le bottiglie di alcol etilico denaturato al 90% iniziano ad essere introvabili. E loro, i farmacisti, sono a dir poco allibiti, ma all’ormai dilagante richiamo del disinfettante invitano alla calma. E raccontano, da una posizione privilegiata, che cosa vedono, ma anche che cosa pensano, di queste ultime settimane.

«Le persone stanno comprando qualsiasi cosa», commenta la dottoressa Anna Perfetti della farmacia di via Dante. «Anche se noi proviamo a calmarle, non ci sentono: vogliono i disinfettanti. Gel, liquidi, salviette. Tutti i formati vanno bene, basta che disinfettino».

«Cerchiamo di tranquillizzare i cittadini – interviene il dottore Carlo Coppelli farmacia di via Ghirlanda – anche perché stante le ultime informazioni che abbiamo, anche il caso zero sembra si sia trattato di un’influenza non diagnosticata come coronavirus. Quindi di fatto anche i sintomi sono quelli influenzali, solo che al paziente zero non è stato fatto il tampone. Se non si facesse il tampone ai pazienti non emergerebbero casi di coronavirus, ma influenze normali. Poi incidenza e tasso di mortalità sono bassissimi. Direi che alle persone serve più camomilla e meno mascherine». Il dottore non si esime dal criticare anche la gestione del virus da parte del governo. E la diffusione selvaggia di informazioni, sia sui social che sui giornali, che ha inevitabilmente ingigantito la percezione del rischio di contrarre la malattia. «Probabilmente il problema viene dall’alto – continua il dottore- dal governo e dal mondo dell’informazione. Se legge questo foglio che consegniamo a tutti i cittadini si renderà conto che ciò che si consiglia è semplicemente il rispetto delle norme igienico sanitarie di base. Eppure in questi due giorni ci hanno presi d’assalto. Abbiamo registrato almeno un 15% di fatturato in più».

Alla farmacia di piazza Alcide De Gasperi la situazione è la stessa. «Abbiamo cinque magazzini e sono tutti e cinque vuoti – commenta il dottor Andrea Manfroni – Credo che tutto questo sia eccessivo. Il tasso di incidenza mortale è molto più basso rispetto ai normali virus influenzali. L’unica differenza è questo virus si trasmette con facilità. Penso che questa situazione si sia creata a causa della scarsa informazione e dalla troppa confusione, sia dalla parte politica che da quella medica e infine da quella informativa. Nella nostra zona si è vissuto un momento molto più delicato quando è emerso il caso della diffusione della meningite. Eppure non ha avuto lo stesso eco. Tutto questo è stato creato da un’eccesso di allarmismo»

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