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«Trent’anni per ripristinare il Lago di Porta e oggi lo vogliono far seccare»

Marcello Marinelli, presidente del Wwf Alta Toscana, commenta quanto affermato dai sindaci di Montignoso e Pietrasanta

«Il Wwf Alta Toscana onlus ha letto con sconcerto, in un articolo di cronaca uscito due giorni fa, le affermazioni del sindaco del Comune di Montignoso Gianni Lorenzetti, confortate dal sindaco di Pietrasanta Alberto Giovannetti: “Si potrebbe pensare in estate di tornare a far seccare il lago”. Parole a nostro avviso fatte uscire in maniera troppo semplicistica senza peraltro averle condivise con quelle associazioni ambientaliste che nell’articolo si dice di voler coinvolgere nel gruppo di lavoro con gli esperti». Ad affermarlo è Marcello Marinelli, presidente del Wwf Alta Toscana che interviene sulla questione dei miasmi al Lago di Porta.

«Ci sono voluti trent’anni di battaglie in difesa dell’area protetta dell’ex Lago di Porta – ricorda Marinelli – per ripristinare questa importante zona umida, salvata dai rifiuti e da tentativi di riempimenti e prosciugamenti. Ricordiamo per dovere di cronaca che a disseccare il Lago di Porta ci aveva già pensato la Soc. Acquatica proprietaria di una buona parte dell’area umida: fu fermata alla fine degli anni ‘90 dall’intervento delle Guardie Giurate del Wwf che denunciarono i fatti e bloccarono il tentativo di edilizia speculativa per creare attività sportive. Si parla di un luogo che già dal 1970 era un’Oasi Avifaunistica e dal 1982 un’area Protetta della Regione Toscana, per poi divenire un Sito di Interesse Comunitario anche per la presenza di avifauna protetta e rara come il Tarabusino, così come Ibis e Falchi di palude, solo per citarne alcuni, per non parlare delle migliaia di rondini che utilizzano i canneti come luogo di sosta nelle faticose migrazioni in giro per il pianeta».

«Sempre nello stesso articolo in cui si parla di “seccare il lago” – prosegue il presidente – leggiamo che Arpat ha elaborato una relazione che individua nei microrganismi del lago i cattivi odori percepiti dai residenti. Concordiamo sulla necessità di compiere studi sul lago e se la causa è da ricercare in eventi naturali non potremo che esserne felici, speriamo, comunque, di venire coinvolti quanto prima, insieme alle altre associazioni e comitati, per capire come si è arrivati ad escludere come causa di cattivi odori le altre attività antropiche presenti, tra cui discariche autorizzate e abusive e altri opifici industriali. Siamo altresì felici che si affronti in maniera scientifica il bilancio idrico di questa area umida così da poter arrivare a regolare nel miglior modo possibile la quantità d’acqua necessaria al lago, ma riteniamo dannoso arrivare a “seccare” il lago sia per la biodiversità che esso ospita che per le importanti funzioni ecosistemiche che svolge».

«Le attività delle associazioni in questi anni – conclude Marinelli – sono servite ad allontanare il bracconaggio, alcune forme d’inquinamento, le speculazioni edilizie , a migliorare la qualità delle acque, a fare ricerche scientifiche, Educazione Ambientale, a produrre documentari di cui due andati in onda a Geo e Geo , e ultimamente su Bell’Italia di Rai 3, a portare visite guidate di cittadini e turisti estasiati da un luogo meraviglioso e selvaggio a pochi passi dalla “civiltà“. Non nascondiamo che queste affermazioni semplicistiche, relative ad una problematica complessa come è la gestione di un’area naturale protetta circondata da attività antropiche, le riteniamo offensive nei confronti dei volontari che hanno dedicato decenni nella difesa del Lago di Porta.
Ci auguriamo che arrivi una rettifica al comunicato e che quanto prima si coinvolgano le associazioni e i comitati per fare tutti i passi necessari per ampliare la protezione ad altre parti importanti dell’area, per il restauro di Casina Mattioli, agognato Centro visita, e per condurre analisi mirate sulle discariche presenti nella zona».