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Caso Junior Cally, Gabbani: «La libertà d’espressione non va limitata»

Lo ha dichiarato il cantautore carrarese all'Ansa a commento della polemica che sta infiammando questi giorni pre-festival

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«La libertà d’espressione non va limitata, altrimenti bisognerebbe aprire un’inquisizione per tanti altri artisti». Le parole sono del cantante carrarese Francesco Gabbani che tra pochi giorni tornerà sul palco del teatro Ariston di Sanremo dove parteciperà per la terza volta al festival della canzone italiana.

Poche parole che Gabbani ha dichiarato all’Ansa, rispondendo a una domanda sulla polemica che vede nell’occhio del ciclone il conduttore e direttore artistico Amadeus e la scelta di ammettere alla competizione canora il rapper Junior Cally che nel testo di una sua canzone dice di aver ucciso una ragazza.

La cosa ha alimentato un’ampia indignazione a livello nazionale e locale manifestata, tra gli altri, anche dalla Commissione Donna per le Pari Opportunità del Comune di Carrara che poche ore fa aveva chiesto di non permettere «a Junior Cally di esprimersi al prossimo Festival di Sanremo ritenendo vergognoso e volgare il contenuto di alcune delle sue canzoni fatte fino ad oggi».

E il cantautore di Carrara si è limitato a commentare il caso con le parole riportate sopra. Gabbani ha parlato poi di “Viceversa”, la canzone che sentiremo per la prima volta il prossimo 4 febbraio, e dell’omonimo album che uscirà il 14 febbraio. «Ho assecondato quello che sono – ha dichiarato all’agenzia di stampa – Mi sono preso il tempo necessario per arrivare a Viceversa, il brano che porto in gara quest’anno e che dà anche il nome al nuovo album. Non ho la presunzione di pensare di andare a vincere, questa soddisfazione già me la sono tolta» ha detto, scherzando.

«Piuttosto – ha aggiunto – è l’occasione per presentare un brano che mostra un’altra faccia di me artista, quella più intimista ed emozionale. Non vado per stupire, ma per stupirmi». Poi ha parlato dell’album (etichetta Bmg). «Non vuole essere un concept album – ha detto – ma c’è un filo conduttore che corre tra le canzoni: un inno alla condivisione e all’abbandono dell’individualismo. È anche un modo per guardarmi allo specchio e chiedermi chi sono io in rapporto agli altri, scoprendo di sentirmi soprattutto una persona libera che ha sempre rispettato gli altri».

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