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«A rischio i servizi alla Don Gnocchi». L’allarme di 280 dipendenti foto

Presidio di due ore davanti alla struttura di Marina di Massa: «Più ore lavorative ma sempre con il solito stipendio»

Giornata di presidio per 280 lavoratori e lavoratrici della fondazione Don Gnocchi di Marina di Massa e Fivizzano. I loro diritti sono messi in forte discussione con la decisione della proprietà di passare dal contratto della Sanità ad un contratto di tipo Assistenziale a partire dal 1 gennaio 2020. La proprietà, nello specifico, decide di applicare un contratto completamente diverso rispetto alle mansioni effettive degli addetti “mettendo a rischio non solo i diritti, ma anche la qualità dei servizi offerti” hanno aggiunto Cgil, Cisl e Uil che questa mattina hanno affiancato e sostenuto i lavoratori davanti alla sede di Marina di Massa. Il presidio è iniziato alle 10 e si è concluso alle 12, con garanzia dei servizi minimi essenziali per “cercare di non creare ulteriore disagio agli utenti” hanno specificato i sindacati.

“Riteniamo che per quanto riguarda la Regione Toscana debba essere riesaminata la nostra collocazione, in quanto siamo strutture accreditate e utilizzare per pazienti post-acuti sanitari – ha dichiarato Aldo Sestini di Cils- Il nostro ex articolo 26 è sanitario, di conseguenza la filiera assistenziale riteniamo che non sia corretta. Chiediamo una proroga del contratto Don Gnocchi e un riesame urgente di questa collocazione”.

Ma che cosa cambierà se il nuovo contratto nazionale verrà applicato? Secondo il contratto Aris-Rsa innanzitutto aumenteranno le ore lavorative, che passeranno da 36 a 38, e lo stipendio dei nuovi assunti subirà una grossa variazione: addirittura 600 euro (lordi) in meno. “Chi esce dall’università starà qui un mese e appena gli sarà offerto un posto di lavoro migliore se ne andrà – ha commentato amaramente un dipendente – una volta che andremmo in pensione noi lavoratori più anziani c’è il rischio che la struttura possa chiudere”. “Siamo fortemente preoccupati perché all’interno di un territorio come il nostro, già provato dal punto di vista lavorativo, e in un luogo come questo che è sempre stato il fiore all’occhiello della riabilitazione della provincia, applicare un contratto così significa una perdita e un calo di servizi per i cittadini – ha dichiarato il segretario Cgil Alessio Menconi – Sicuramente il personale che si troverà a dover lavorare in condizioni economiche e normative peggiorative e offriranno servizi meno elevati rispetto a quelli di prima, ma confidiamo sulla loro professionalità affinché questo non accada”. “La cosa che sconcerta di più – ha aggiunto Rifondazione Comunista – sta nel fatto che si gioca anche sulla pelle dei cittadini, sul diritto costituzionale alla salute”.

Infine il segretario Uil provinciale, Claudio Salvatori, evidenzia: “Le strutture di Marina di Massa e Fivizzano sono state inserite nel contesto socio sanitario e non sanitario. Su questo speriamo che un domani la Don Gnocchi riacquisti l’indirizzo sanitario con tutto quello che ne consegue”.