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Il preside del "Rossi": «La mia scuola vittima di strumentalizzazioni politiche»

Il dirigente scolastico del liceo classico di Massa Massimo Ceccanti interviene dopo le polemiche per gli interventi nell'istituto del consigliere regionale Bugliani e dell'amministratore di Asmiu Porzano

Egregio direttore,
in qualità di dirigente scolastico dell’IIS Rossi credo sia opportuno rispondere alla lettera dell’avvocato Persiani, sindaco di Massa, che sul suo giornale a titolo personale è intervento su quanto accaduto al Liceo Rossi.
La prima cosa che vorrei prendere in considerazione è l’osservazione del sindaco che “ogni occasione di approfondimento culturale si trasformi in un’opportunità per prendere la palla al balzo e fare propaganda politica e, diciamolo pure dell’indottrinamento”. Tutto ciò legato al fatto che il consigliere regionale del PD Bugliani è intervenuto all’interno di un nostro progetto legato al tema del rapporto tra il linguaggio e il mondo per affrontare il tema del rapporto tra linguaggio e politica.
Il progetto all’interno del quale è intervenuto il consigliere Bugliani è un progetto di vasta portata culturale approvato dal Collegio dei docenti e inserito nel PTOF 2019-22 finalizzato, come già detto, ad affrontare il tema del rapporto tra linguaggio e mondo: il potere della parola. È un tema che quest’anno è stato proposto a livello nazionale dall’associazione che organizza le Romanae disputationes, un’attività formativa incentrata sulla metodologia della disputa filosofica. Lo sviluppo del progetto all’interno del nostro istituto è stato articolato in due ambiti, uno strettamente filosofico e uno storico, artistico e letterario. La parte riguardante la filosofia è stata realizzata mediante l’utilizzo di alcune video lezioni messe a disposizione dall’associazione Romanae disputationes che organizza il percorso didattico tenute da docenti universitari, lezioni che hanno come argomento il tema del linguaggio in alcuni filosofi e precisamente: “Linguaggio e mondo. Il potere della parola” prof. Carmine Di Martino, “Il linguaggio nel pensiero di Aristotele”, prof. Enrico Berti, “Il linguaggio nel pensiero di Platone”, prof. Francesco Fronterotta; e da lezioni tenute da docenti di questo liceo che hanno affrontato il tema del linguaggio in pensatori quali Heidegger e Wittgenstein. Sono previsti altri video-incontri messi a disposizione da Romanae disputationes che tratteranno il tema del linguaggio in Husserl e Nietzsche. Per quanto riguarda invece il versante letterario artistico sono stati organizzati alcuni incontri con esperti o con docenti di questo liceo e precisamente: Carlo Pernigotti: Introduzione ad Omero e ai poemi omerici; Carlo Pernigotti: La forza del logos nei poemi omerici; Enrico Medda: Il canto XIII dell‘Odissea; Andrea Taddei: Logos ed oratoria; Rosaria Bonotti: il logos nelle commedie di Aristofane; Rosaria Bonotti: L’oratoria a Roma nel periodo repubblicano; Giacomo Bugliani: la parola in politica; Carlo Paolini: filologia e filosofia nell’Umanesimo fiorentino; Alessandro Volpi: La questione della lingua nel processo di unificazione nazionale; Andrea Addobbati: Illuminismo e libertà di stampa nella Toscana del Settecento; Annalisa Andreoni: Lingua, letteratura e vita civile nella Firenze del Novecento. È prevista inoltre la visione di alcuni film quali: Il ragazzo selvaggio, Padre Padrone, Il discorso del re, l’Odissea. All’interno del progetto sono previste poi attività organizzate con gli studenti per approntare uno spettacolo teatrale, una lettura integrale dell’Odissea e dispute filosofiche con altre scuole della provincia.
Mi sembra evidente che un progetto del genere non possa essere presentato come strumento per introdurre nella scuola la politica intesa come propaganda di parte o a contrapposizioni tra destra, sinistra e cose del genere. Non credo neppure sia facile “camuffare all’interno di iniziative apparentemente colte e di grande spessore culturale” attività come quelle sopra elencate. È semplicemente un progetto di grande spessore culturale finalizzato a dare strumenti, conoscenze e occasioni di crescita agli studenti.
Viene contestato che all’interno di tale progetto siano stati introdotti due eventi con la presenza di relatori politicamente impegnati e quindi non in grado di garantire neutralità nel trattare i temi che sono stati affidati loro. Per quanto riguarda Alessandro Volpi forse basta ricordare che oltre ad essere uomo che si è impegnato nella politica è anche docente di storia all’Università di Pisa e il tema che deve trattare è “La questione della lingua nel processo di unificazione nazionale”. Non credo che ci sia bisogno di altri commenti. Per quanto riguarda invece l’intervento del consigliere Bugliani, nella lettera del sindaco si dice che è stato invitato “grazie alle relazioni non troppo disinteressate o celate, intessute da costoro e dal partito di cui essi fanno parte con i professori dello stesso liceo (anch’essi impegnati attivamente in politica), con cui intrattengono più di un rapporto o di un legame”. Presuppongo che l’espressione “quanto a rappresentatività dei relatori di questo fondamentale ciclo di incontri non c’è male” si riferisca essenzialmente a Bugliani e non certo agli altri relatori proprio perché è difficile mettere in discussione i titoli culturali di docenti universitari e dei docenti del liceo sopra elencati.
Quello che posso dire prima che un esponente politico del Pd Bugliani è un ex studente del liceo, avvocato, che ha fatto un suo percorso in politica. Per quel che ne so a lui è stato chiesto di affrontare un tema di tipo culturale e non politico. Sono pienamente convinto e d’accordo con il sindaco che la politica come propaganda di parte debba rimanere fuori dalla scuola e, se per caso vi dovesse entrare, deve entrarvi all’interno di un confronto tra le parti che comunque deve rispettare il ruolo formativo della scuola, l’età degli studenti, la dimensione etica che si può sintetizzare nel diritto di ciascuno alle proprie opinioni e alla loro espressione nell’ambito del rispetto reciproco. Ripeto, l’argomento che Bugliani doveva trattare non era un argomento di questo tipo ma un argomento culturale (l’evoluzione del linguaggio politico in Italia nel secondo dopoguerra). Non ero presente all’incontro e quindi non posso dire se tale consegna è stata rispettata o se il consigliere Bugliani abbia trasformato il suo intervento in occasione di propaganda politica. Da quello che mi è stato riferito la conferenza è stata portata avanti con equilibrio e misura. Comunque se in qualche momento della conferenza Bugliani ha utilizzato l’incontro per fare propaganda tale fatto non può essere imputato alla scuola. Anzi se ciò fosse accaduto forse la scuola dovrebbe sentirsi tradita dalla fiducia accordata al relatore. Il problema credo sia non tanto chi ma che cosa ha detto e che cosa ha detto è una responsabilità del relatore non avendo la scuola alcun potere di censura preventiva.
Rimane aperta una questione da trattare e questa riguarda direttamente la scuola: la responsabilità della scelta dei relatori. Non voglio sottrarmi quindi alla serie di riflessioni che il sindaco propone e che non sottovaluto.
La prima riflessione riguarda la questione se coloro che si impegnano in politica possono essere chiamati a parlare a studenti liceali. Io credo che nessuno possa essere discriminato per la sua appartenenza politica o per il suo impegno in politica. E questo non riguarda una parte ma tutte le appartenenze politiche. Il liceo ha sempre adottato questa modalità. Noi viviamo in un periodo storico in cui la politica è vista in modo negativo. Il fenomeno dell’allontanamento dalla politica soprattutto da parte dei giovani è un fenomeno negativo che le istituzioni debbono contrastare. Proprio per questo il Consiglio di istituto, contrariamente a quanto si legge sui giornali, lo scorso anno scolastico ha accolto come positiva la proposta del sindaco Persiani di favorire l’incontro degli studenti con il consigliere Frugoli per presentare un progetto per tentare di far riavvicinare i giovani alla politica. Non nascondo che all’interno della scuola ci sono stati contrasti e posizioni contrarie ma il Consiglio di Istituto, con il parere favorevole degli studenti del Rossi, ha approvato la proposta con delibera n. 41 del 4 marzo 2019, giudicando positiva l’iniziativa e indicando la modalità per far conoscere a tutti gli studenti la proposta. A tale delibera è seguita una mia lettera al sindaco per chiedergli di fornirci delle date per poter organizzare l’incontro. Alla scuola non è mai giunta risposta.
Mi sembra evidente che quando esponenti politici di destra o di sinistra si propongono alla scuola non per fare propaganda politica ma per portare il loro contributo alla formazione del cittadino (poiché di questo si tratta per studenti che escono dal percorso scolastico secondario maggiorenni e giuridicamente autonomi per l’esercizio dei loro diritti politici) questa proposta può tranquillamente venire accolta come risorsa.
La seconda riflessione riguarda l’obiezione relativa all’assenza di un contraddittorio. Riprendo quello che ho detto in precedenza, ripetendo che ritengo necessario un contraddittorio quando il tema diventa strettamente politico e legato alla presentazione di una posizione di parte. Chi ha organizzato l’incontro può darsi che abbia sottovalutato la natura delicata dell’argomento e abbia messo maggiormente in luce la dimensione culturale rispetto a quella politica. Accolgo come corretta e opportuna la critica del sindaco che “sarebbe stato opportuno far trattare l’argomento da un soggetto autorevole e terzo” non tanto per la persona che è stata invitata o per quello che ha detto ma per l’effettiva problematicità e scivolosità del tema proposto.
Per quanto riguarda la questione dei crediti scolastici e le attività dell’ex alternanza scuola lavoro che in vari interventi vengono richiamati voglio anche in questo caso chiarire la posizione della scuola partendo dall’illustrazione di che cosa viene fatto in questi due ambiti.
Innanzitutto è bene precisare che tutte le iniziative legate al progetto si configurano come iniziative svolte in orario extrascolastico e con adesione volontaria. Non ci sono studenti iscritti al Liceo Rossi obbligati a partecipare. Non ci sono neppure altre forme di incentivazione alla partecipazione legate alle singole conferenze. Le attività fino a poco tempo fa denominate di alternanza scuola lavoro e oggi indicate con la dizione Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento possono venire realizzate con diverse modalità. Una di queste modalità è l’Impresa Formativa Simulata. In pratica nella scuola si realizza la simulazione di un’attività produttiva o di erogazione di servizi. Il Liceo Rossi ha organizzato una cooperativa simulata per fornire servizi culturali. Nell’ambito di tale iniziativa sono state realizzate attività per la digitalizzazione di testi del fondo antico e la loro messa a disposizione in rete, sono state restaurate antiche carte botaniche, sono stati recuperati strumenti scientifici del laboratorio di fisica di grande valore storico, sono stati organizzati spettacoli teatrali, seminari ed altri eventi culturali, è stato riorganizzato parte dell’archivio storico della scuola, è stata aperta la biblioteca moderna e sono state organizzate iniziative per la promozione della lettura. Per il corrente anno scolastico sono previste, oltre ad alcune delle attività sopra elencate, attività legate al recupero degli erbari storici. Le ore di alternanza verranno riconosciute nell’ambito del progetto relativo al linguaggio agli studenti che parteciperanno all’organizzazione degli eventi programmati (spettacoli teatrali, evento legato alla lettura integrale dell’Odissea, organizzazione di seminari). Per quanto riguarda il credito scolastico, il riconoscimento di tale credito è legato alla partecipazione a progetti della scuola che gli studenti hanno portato a termine. Non corrisponde a verità quindi che si acquisiscono crediti formativi o crediti per l’alternanza scuola lavoro per la partecipazione ad una conferenza e ciò si può evincere facilmente dai documenti approvati dal collegio dei docenti e, per quanto riguarda il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, dal collegio dei docenti e dal consiglio di istituto (PTOF 2019-22, Regolamento per i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, Criteri di valutazione)
Credo inoltre che proprio le attività che sono state realizzate all’interno dell’alternanza scuola lavoro contribuiscano a evidenziare lo spessore culturale e formativo delle iniziative del liceo e l’assenza di un “mono pensiero” che orienta e indottrina gli studenti. Come in tutte le scuole d’Italia anche nel Liceo Rossi ci sono docenti di destra, docenti di sinistra e docenti che non si occupano di politica attivamente, studenti di destra, studenti di sinistra e studenti che non si occupano di politica, famiglie di destra, famiglie di sinistra e famiglie che non si occupano di politica. Non spetta alla scuola schierarsi, favorire gli uni o gli altri. Spetta invece alla scuola fornire agli studenti strumenti culturali per affrontare gli studi successivi, per inserirsi nella società e per partecipare attivamente alla vita della comunità di cui ciascuno di noi fa parte. In tale ottica credo che spetti alla scuola preparare gli studenti anche al confronto di idee e far in modo tale confronto sia condotto in modo civile nel rispetto delle regole della democrazia. Non per niente nel curricolo scolastico è prevista la presenza dell’area denominata “Cittadinanza e costituzione” che è obbligatoriamente oggetto dell’esame conclusivo del percorso scolastico e dall’anno prossimo dovrà essere introdotta la disciplina educazione civica.
Un’ultima precisazione riguardo all’episodio dell’amministratore unico di Asmiu Lorenzo Porzano. Anche in questo caso da parte della scuola e mia personale c’è stata la volontà di prestare attenzione al contenuto della proposta. Sono stato io a invitare Porzano sia al Liceo Pascoli che al Liceo Rossi e non ho certo guardato al colore dell’amministrazione che lo ha nominato. Non mi pento dell’iniziativa e la rifarei perché ritengo che la sensibilizzazione verso le problematiche dei rifiuti sia un elemento fondamentale per la formazione del cittadino della nostra epoca caratterizzata dal rischio di non riuscire a lasciare ai nostri figli e nipoti la possibilità di vivere come noi stiamo vivendo. Credo anche che tale formazione non possa essere fatta se non con la partecipazione degli enti che gestiscono tale problema. Non ero presente all’incontro e non so dire come sono andate le cose. Da quello che mi è stato riferito Porzano doveva prestare più attenzione al modo con cui ha risposto allo studente. Ma tutto poteva finire lì con l’intervento del docente come in effetti è accaduto. Anche in questo caso penso che la scuola sia stata vittima di una strumentalizzazione da parte di chi ha messo il video su internet e ha montato un caso alimentando poi una polemica che non aiuta per niente a risolvere i problemi. Credo che il Liceo Rossi, come tante altre scuole in Italia, che non si contraddistinguono per la colorazione politica ma per la qualità del lavoro che stanno portando avanti in condizioni difficilissime per mancanza di risorse, per le condizioni degli edifici in cui sono costrette a svolgere le loro attività, stia svolgendo nella città di Massa il suo ruolo di istituzione formativa. Può capitare talvolta che si commettano errori, ma non si può accettare che una scuola venga connotata come una sorta di organizzazione politica che indottrina gli studenti. Può invece essere utile un confronto aperto con tutte le istituzioni presenti sul territorio che condividono responsabilità di vario tipo nei confronti di giovani che dovranno affrontare un futuro che si presenta incerto e forse per la prima volta nella storia dell’epoca moderna peggiore di quello dei loro genitori.

Il Dirigente Scolastico dell’IIS Rossi di Massa
Massimo Ceccanti