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Mattarella: «Stragi compiute da italiani e tedeschi. Oggi invochiamo perdono» foto

Le parole del presidente della Repubblica italiana si uniscono a quelle di Walter Steinmeier

Più di quattrocento morti: il 1944, in Lunigiana, è stato l’anno delle croci. Nazisti e fascisti sconvolgono la popolazione, coloro che sopravvivono a quelle stragi sono i bambini e le bambine di quegli anni. Oggi sono anziani ma quei momenti li ricordano in maniera vivida. E non li dimenticheranno mai. A Fivizzano, 75 anni dopo quella serie di eccidi, c’è chi ancora non ha pace e con le lacrime agli occhi si interroga: “Come fanno a chiederci di dimenticare?” Dal sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti un’idea: rendere il comune un luogo per “coltivare un metodo condiviso che dia vita ad una cultura della memoria”.

Il presidente Sergio Mattarella a Fivizzano

È una commemorazione che non fa sconti quella di questa mattina, domenica 25 giugno, a Fivizzano. Ma rappresenta anche una stretta di mano simbolica tra due paesi un tempo alleati per mettere in atto “un’operazione terroristica”, come l’ha definita il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. “Dobbiamo operare affinché le spinte disgregatrici non arrivino a mettere in discussione la pace e lo stato di diritto”, ha aggiunto.

In piazza Vittorio Emanuele II è scesa tutta Fivizzano. Ad assistere alla cerimonia alte cariche politiche, civili e militari della provincia di Massa Carrara. Tutti in piedi per l’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente federale della Germania, Frank Walter Steinmeier.

“La perdita di fiducia nei valori al centro della storia europea, come il rispetto della vita e della libertà individuale e collettiva, permisero a regimi che avevano in spregio la democrazia di giungere ad esercitare un potere assoluto”, esordisce il Presidente Mattarella. Fu “la notte delle coscienze che condusse a immani tragedie”. Ora il ricordo ci “impone di guardare con consapevolezza mai attenuata a quei fatti”.

Steinmeier, nel silenzio generale, manifesta “vergogna”. Lo dice in un intervento in un bell’italiano, in cui ammette: “è infinitamente difficile per un tedesco venire in questo luogo”. “Chi conosce il passato è pronto per lo spirito europeo” mentre “chi dimentica è esposto ai pericoli dell’intolleranza e della violenza. E questo vale soprattutto in un momento in cui il veleno del nazionalismo torna ad infiltrarsi in Europa”. Con un filo di voce aggiunge:”Vergogna per quello che dei tedeschi vi hanno fatto, vi chiedo perdono per i crimini perpetrati per mano tedesca”.

Dimenticare, gli fa eco Mattarella, equivarrebbe ad una “fuga da noi stessi, da quello che autenticamente è la nostra Repubblica”. Poi aggiunge come unendosi al perdono chiesto da Steinmeir: “Furono, insieme, italiani e tedeschi a scatenare la follia omicida contro una popolazione inerme, fatta di anziani, bambini e donne, alcune anche incinte. Di fronte a quei crimini siamo oggi qui, fianco a fianco, tedeschi e italiani, a chinare il capo verso le vittime, a invocare perdono”.