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«Il buco nero dell’ex-Mediterraneo: nessun condhotel, serve l’albergo»

Il Gruppo di intervento giuridico fa una lunga disamina del caso e punta il dito contro l'amministrazione comunale e Porto di Carrara Spa: «Quando i 5 Stelle erano all'opposizione avevano le idee chiare»

«Dopo le prime dichiarazioni comparse sulla stampa locale che hanno suscitato molte preoccupazioni, l’assessore Andrea Raggi è tornato sull’argomento, forse con lo scopo di tranquillizzare i cittadini. Afferma che il destino dell’ex Mediterraneo è tutt’altro che definito: “non abbiamo ancora deciso una volontà politica sul futuro del sito, la partita è ancora tutta da giocare”». Inizia così l’intervento del Grig, il gruppo di intervento giuridico, sulla questione dell’ex-hotel Mediterraneo di Marina di Carrara, di cui si è riniziato a parlare recentemente dopo che la Regione Toscana ha dato il via libera ai cosiddetti “condhotel”, una parola che unisce condominio e hotel. Nello specifico, i condhotel, sono quelle strutture turistiche, molto diffuse all’estero, che decidono di trasformare alcune camere d’albergo in appartamenti, i quali possono essere acquistati da privati che possono utilizzarli per viverci come propria residenza, o usarli per le loro vacanze fruendo dei servizi offerti dall’albergo, o, se lo desiderano, ricavarne un reddito affidandoli alla gestione alberghiera.

«Purtroppo – prosegue l’associazione ambientalista – queste parole non suonano affatto tranquillizzanti. Innanzitutto, continua a sembrarci strano il fatto che, con il primo intervento, l’assessore, senza apparente motivazione, abbia sentito la necessità di pronunciarsi su una legge regionale che è del 2016, quindi non proprio di questi giorni. Tanto più che il nostro territorio non sembra incontrare i requisiti che tale legge prevede. Infatti, la LR Toscana 86/2016, art. 23 (quello relativo ai condhotel), comma 2, sostiene: “Per le condizioni di esercizio dei condhotel e per la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera in caso di interventi edilizi sugli esercizi alberghieri esistenti e limitatamente alla realizzazione della quota delle unità abitative a destinazione residenziale, si applicano i criteri e le modalità definiti ai sensi dell’articolo 31, commi 1 e 2, del D.L. 133/2014 convertito dalla L. 164/2014”. E l’art. 31, significativamente titolato “Misure per la riqualificazione degli esercizi alberghieri “, al comma 1 stabilisce la finalità: “Al fine di diversificare l’offerta turistica e favorire gli investimenti volti alla riqualificazione degli esercizi alberghieri esistenti”».

«Non vogliamo pensare che l’intervento di Raggi – aggiungono – sia solo apparentemente estemporaneo e che sia stato invece motivato dalla Delibera Regionale n. 221, proprio di quei giorni (25. 2. 2019), cui però Raggi non accenna. Tale delibera, allo scopo di “fornire indicazioni interpretative” alla legge, precisa che, tra gli interventi contemplati, vi rientrano anche le “ristrutturazioni”: sappiamo bene che una delle categorie di ristrutturazione prevede demolizione e ricostruzione, anche se, quella dell’ex Mediterraneo, sarebbe una ristrutturazione un po’ sui generis. Un cavillo giuridico? Un cavallo di Troia per spalancare le porte all’ingordigia imprenditoriale? Ma ci sarebbe sempre la scelta politica da motivare, eventualmente».

«Pertanto, non solo non rientra nella legge il caso ex Mediterraneo (dal momento che l’albergo non esiste), ma difficilmente sembra interessare l’intera nostra zona, perché, ahinoi, priva o quasi di alberghi. Basti pensare che il nostro comune ha 23 posti letto ogni 1000 abitanti a fronte di una media regionale di 150. Candidamente (?), dunque, l’assessore Raggi, per tranquillizzarci, ci informa che non sanno ancora cosa fare. Ci spiace mutuare l’atteggiamento delle forze politiche della minoranza, ma è proprio inevitabile: negli anni all’opposizione, i consiglieri del Movimento hanno giustamente e opportunamente criticato la Giunta, richiamandola all’obbligo di far rispettare una convenzione, di applicare, come atto dovuto e non discrezionale, l’iter legale previsto in caso di autorizzazioni e permessi scaduti da anni. A questo proposito, è opportuno ricordare alcuni fatti».

– La concessione edilizia per la costruzione dell’albergo è stata rilasciata, come da scheda del regolamento urbanistico vigente Intervento R6b n° 17 – Tav. 3, sull’area dove sono stati demoliti l’hotel Mediterraneo, il cinema Vittoria, gli uffici della Cooperativa Lavoratori Portuali, il giardino pubblico.
– Nella convenzione tra Comune e Soc. Mediterraneo s.r.l. (repertorio n° 35701 raccolta n° 15009) sono chiari gli impegni presi circa la manutenzione del verde, tra questi la restituzione del giardino alla cittadinanza con la collocazione in loco degli arredi a suo tempo rimossi, come prescrive l’autorizzazione paesaggistica n° 118 del 21.11.2012: “gli arredi a suo tempo imballati devono essere rimessi in loco”.
– L’area ospitante il giardino storico, di proprietà del demanio dello Stato, era stata lasciata in uso alla Mediterraneo s.r.l. per la realizzazione del parcheggio per un periodo limitato, cioè dal 01.06.2011 al 31.05.2014.
– Essendo scaduta la concessione edilizia nel Maggio 2014, il comune ha fatto causa alla proprietà e può riscuotere dal 2016 la fideiussione di 800.000,00 euro finalizzata alla riqualificazione delle pinete e del giardino storico.
– Il comune di Apuania cedette gratuitamente alla Compagnia Lavoratori Portuali, nel 1939, un terreno (arenile) di mq. 2.145 con la prescrizione che “l’edificio da costruirsi deve essere adibito a sede della Compagnia Portuale o di organizzazioni sindacali dei portuali o similari, e con una diversa destinazione darebbe in qualunque momento il diritto al Comune di esigere il giusto prezzo del terreno” da valutarsi con perizia giurata (atto rep. 7954 redatto dal notaio Giuseppe Zuccarino). L’amministrazione ha accertato, in data 21.10.2014, attraverso l’agenzia del territorio, che il valore del terreno corrisponde a 1.700.000,00 euro.

«Questi sono i fatti – afferma il Grig – e lo sono da anni. Non c’è nulla di nuovo, tranne la Giunta, la cui parte politica, su questo argomento, quando era all’opposizione, aveva le idee chiare. Criticava l’inerzia dell’amministrazione nei confronti di una società che aveva arrecato un danno enorme alla collettività in spregio allo sviluppo della zona, per proprio e esclusivo interesse economico, società che non doveva ricevere più alcuna concessione. Nel programma elettorale, il Movimento 5 Stelle, tra gli obiettivi, si proponeva di adottare “soluzioni concrete… per far sì che le due grandi incompiute oggi rappresentate dal Marble Hotel e dall’ex Hotel Mediterraneo possano finalmente diventare parte integrante del rilancio turistico ed economico della città”. L’obiettivo dell’ex Mediterraneo non ci sembra rientrare tra quelli “a medio o lungo termine che potrebbero avere un orizzonte temporale più ampio di un singolo mandato elettorale”».

«In sostanza, le cose da scrivere sono già ben definite: il giardino pubblico deve essere ricostruito per iniziativa pubblica, utilizzando gli 800.000 euro della fidejussione; l’albergo potrà essere ricostruito per iniziativa della proprietà, ma solo come albergo, come normato attualmente dalla scheda allegata del vigente regolamento urbanistico; è da verificare se la volumetria della sede della Compagnia Portuale, nel caso non venga raggiunto un accordo con il Comune per il prezzo da corrispondere, potrebbe non essere conteggiata come volumetria preesistente, e portare ad un ridimensionamento della scheda del regolamento urbanistico e conseguentemente del nuovo hotel».

«Concludiamo da dove siamo partiti. La legge 86/2016 – specifica il Gruppo – e il suo regolamento di attuazione istituiscono i condhotel con la finalità di riqualificare gli esercizi alberghieri esistenti, quindi non è pertinente al caso del fu Mediterraneo. Se il Poc (piano operativo comunale, ndr) in corso di approvazione cambierà l’attuale destinazione d’uso dell’area, da albergo ad altro, presenteremo osservazioni e ci opporremo in tutti i modi, consapevoli di poter contare sui “valori e i principi” del M5S: come dichiara nel programma elettorale, il M5S vuole infatti riportare “nelle mani dei cittadini il potere di prendere direttamente alcune decisioni e di avere strumenti di controllo sull’operato degli amministratori”, “responsabilizzare i cittadini attraverso il coinvolgimento nei processi decisionali”, “migliorare le scelte degli amministratori” e così “ridurre il conflitto tra scelte amministrative e cittadini”. Nello specifico, poi, sappiamo di poter contare anche sulla “consultazione referendaria”, come recita ancora il Programma proprio a proposito del defunto Mediterraneo».