Massa, il consigliere Cofrancesco: «Via San Giuseppe resti a doppio senso»
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MASSA – « Via San Giuseppe Vecchio in rivolta, questi sono i risultati di un modus operandi dove a beneficiarne sono in pochi e a pagarne le conseguenza sono in tanti».
Ad intervenire su quanto sta accadendo in via San Giuseppe Vecchio, dal tratto che va da via Del Balico a Via Mura dei Frati è il consigliere comunale del gruppo misto di maggioranza Antonio Cofrancesco.
«Il comandante della Polizia Municipale senza interfacciarsi con l’assessorato di riferimento – sostiene il consigliere in una nota – ma neppure con la maggior parte dei cittadini, sta istituendo un senso unico direzione monti mare in via San Giuseppe Vecchio prendendo in considerazione una cinquantina di firme su circa 400 famiglie residenti. Un senso unico che creerà solo malcontenti e insicurezza, sono molteplici le segnalazioni che mi giungono – prosegue il consigliere Cofrancesco – molte volte con le precedenti amministrazioni qualcuno aveva cercato di far diventare quella strada a senso unico ma dopo aver effettuato degli studi approfonditi dove al primo posto va messa la sicurezza dei cittadini, la richiesta cadeva nel vuoto».
« Forse il comandante – continua Cofrancesco – non ha valutato il rischio che corrono i cittadini quando si immettono su via San Giuseppe Vecchio con delle uscite a raso. Creando il parcheggio su lato destro fiume, si è obbligati le auto a percorrere la strada direzione mare, adiacenti alle abitazioni. Tantissimi sono i residenti che hanno chiesto di parlare con l’amministrazione comunale che, a quanto pare, non conosceva la decisione presa dal capo della Polizia Municipale».
«In attesa della documentazione richiesta – chiude il consigliere – invito il comandante della Polizia Municipale a evitare di creare ulteriori problemi ai cittadini, penso che già ne abbiano avuti abbastanza, la strada deve rimanere a doppio senso di circolazione, le tantissime firme che arriveranno sul tavolo dell’amministrazione comunale, devono servire a sensibilizzare e promuovere l’ascolto di chi il disagio lo vive giornalmente».