È lunigianese la youtuber da più di 100mila follower: Ambra Raza è un’icona del web
È una delle poche persone italiane ad aver ricevuto il riconoscimento mondiale di Youtube tramite la targa d’argento, data a chi esprime contenuti ricchi di valori etici e morali.
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LUNIGIANA – Si chiama Ambra Raza, ha 35 anni, è di Pontremoli (Massa-Carrara) ed è una Youtuber da più di 100mila follower. Laureata in Lettere Antiche e Moderne, il suo punto forte è il beauty e ha consigli per tutti coloro che hanno bisogno di prendersi cura di sé e di rilassarsi un po’ dopo giornate piene di stress. È una delle poche persone italiane ad aver ricevuto il riconoscimento mondiale di Youtube tramite la targa d’argento. Il premio viene riconosciuto ai creatori che superano i 100mila iscritti, ma che pubblicano contenuti dai messaggi sociali forti. Un premio selettivo, dal nome Silver Play Button che sottostà a requisiti etici e morali che Ambra incarna, per la piattaforma più famosa del mondo, alla perfezione. Ma conosciamola meglio.
Come e quando ti è venuto in mente di fare la Youtuber? Qual è stata la scintilla? E perché proprio il genere beauty?
«La mia passione per tutto ciò che è creatività, mi ha portato, 10 anni fa, a voler sperimentare il campo dei nuovi media, soprattutto Youtube. Questa piattaforma per creatori di contenuti ha da subito sortito un forte fascino su di me. Ho iniziato nel periodo universitario a condividere video, recensioni di prodotti beauty, con l’intento iniziale di creare community con migliaia di donne appassionate al genere e portare il mio contributo nella scelta di un prodotto cosmetico. Dopo pochissimo tempo, e un successo totalmente improvviso e inaspettato, mi sono resa conto che dietro quei video apparentemente leggeri, che trattavano di contenuti giudicati futili o addirittura superflui, si nascondeva un messaggio molto più profondo. Parlare di bellezza e prodotti per la cura della persona non era il fine, ma semplicemente il mezzo con cui abbracciare un concetto più grande: l’ amore di sé, la presa di consapevolezza del nostro valore interiore, fornire a tante donne iper stressate o che stanno affrontando un momento particolarmente delicato uno spazio di leggerezza ed evasione in cui spegnere i pensieri negativi, anche solo per dieci minuti al giorno. Svuotavo la mia testa e mi rilassavo mentre migliaia di donne lo facevano in mia compagnia. Non a caso il saluto finale di tutti i miei video è “non scordare di starmi bene”. Parallelamente al tema beauty, ho sviluppato in questi anni una serie di rubriche differenti, che racchiudevano quelle che sono le mie passioni o competenze: la rubrica su Dante, che lancerò nuovamente a gennaio in veste totalmente rinnovata; quella sulle fiabe esoteriche e simboliche; i video denuncia su tematiche legate al mondo del femminile tra cui age shaming, body shaming, ma anche omofobia, reati digitali, ecc…; video sul benessere della casa e degli ambienti domestici, e tanto altro… Ho scelto genere beauty, da prima perché nel momento in cui sono entrata era il tema che più mi consentiva di staccare con studio e lavoro che stavo portando avanti in quegli anni.»
Quali sono i lati positivi e quelli negativi, se ce ne sono, nell’intraprendere questa carriera?
«Il lato positivo è vedere ogni giorno decine di persone che perdono minuti preziosi del loro tempo per inviarmi una mail, un messaggio per ringraziarmi per quello che ho fatto per loro, che sia un consiglio mirato, o l’aver risolto una problematica legata alla loro pelle o al loro aspetto fisico. Che sia semplicemente ringraziarmi per il benessere che ho portato loro con un messaggio forte o stimolante per la loro persona. Tanti mi ringraziano semplicemente poiché usano il tono della mia voce, i miei contenuti, per avere il giusto relax e addormentarsi in mia compagnia. Tra i momenti più emozionanti ricordo sicuramente le numerose foto ricevute all’inizio di questa pandemia! Vi erano medici, infermieri, sia donne che uomini, che mi inviavano loro foto bardati con tute bianche, mascherine, visiere. Le loro foto ritraevano persone che smontavano esauste da turni in ospedale e che una volta arrivate a casa o in guardiola usavano i miei video per staccare mentalmente. La scritta in allegato alla foto riportava semplicemente la frase “ grazie per avermi regalato questi 10 minuti di normalità e leggerezza.“ Grazie a queste centinaia di persone, ho sentito che il messaggio nascosto sotto ogni mio video era arrivato forte e chiaro a chi ne aveva bisogno! Tra i lati negativi ne potrei elencare a decine, in questi giorni ad esempio sto subendo un furto di identità che ho già provveduto a querelare. Lavorare sul web, poi, espone ai numerosi odiatori seriali (heaters ) che, protetti dall’anonimato, si aggirano sul web per infangare, screditare, cercare di destabilizzare con commenti di odio il lavoro dei creatori di contenuti. Tra i momenti più antipatici ricordo addirittura una lettera anonima pervenuta al mio indirizzo di casa riportante minacce di morte. Non presi sul serio la cosa e dopo due anni dall’uscita del video a cui la lettera faceva riferimento, video che parlava di Bibbia, traduzione e toccava l’ambito di testimoni di Geova, sono ancora viva!»
Qual è il messaggio che desideri venga recepito dai tuoi follower?
«Il messaggio che voglio sia chiaro è un’idea di benessere mentale che ricade nel fisico. L’arte di stare bene passa anche da momenti considerati futili e leggeri, il bello può essere utilizzato come strumento per una consapevolezza più ampia di noi. Non siamo il contenitore, ma il contenuto.»
Quali sono le qualità necessarie per fare la Youtuber?
«Le qualità per creare contenuti digitali sono, intanto, una buona dose di pazienza, costanza e la giusta fermezza per non farsi abbattere o scalfire dagli aspetti negativi che ruotano attorno alla visibilità avuta postando contenuti online. Tra i requisiti tecnici, serve una buona conoscenza di programmi di montaggio, dell’uso di apparecchiature di registrazione, basi di fotografia, l’essere aggiornato sulle novità, le tendenze, i cambiamenti dell’algoritmo, ma anche la conoscenza base delle lingue, il continuo aggiornamento su tematiche che possono interessare il proprio pubblico.
Saper intrattenere, ascoltare e creare community è inoltre fondamentale per un legame sentito, onesto e sincero presso il pubblico che ci segue.»
Avendo contatti con tantissime persone, hai avuto l’occasione di fare conoscenze che ti hanno cambiato la vita o esperienze che ti hanno particolarmente coinvolta?
«Potrei raccontare alcuni aneddoti molto simpatici, ma non mi soffermo più di tanto, dico solo che ogni tanto mi capita di essere contattata in privato da persone molto famose che si complimentano per alcuni contenuti che li hanno colpiti. Ci fu un ex calciatore italiano, recentemente scomparso, che fece la storia del calcio italiano che mi contattò via mail per complimentarsi sulla rubrica dantesca. Ne nacque una piacevole e impensata conoscenza (con non poca invidia del mio fidanzato, il cui signore in questione fu l’idolo della sua della sua gioventù). Nessuno mi ha mai cambiato la vita perché ho deciso anni fa di dare a questo lavoro, che in primis è una passione, un’impronta genuina e radicata in Lunigiana. Questa scelta mi ha precluso sicuramente molte strade lavorative, ma la mia priorità era mantenere il legame con la mia terra e la mia famiglia. Non ho mai ambito a una visibilità di altro tipo.»
Cosa consiglieresti a chi, come te, vorrebbe intraprendere questa strada?
«Consiglio di partire avendo ben chiari i risvolti negativi della visibilità data dal web e dall’interfacciarsi con estranei. Ciò premesso, il consiglio che mi sento di dare è quello di intraprendere questa strada senza volere a tutti i costi fare un lavoro, ma per il semplice piacere di condividere un contenuto: è una passione.»
Come va intesa, secondo te, la bellezza in questo momento nel quale spesso l’apparenza è tutto? Come dobbiamo approcciare a noi stessi? Perché, secondo te, molte donne usano filtri e modificano foto da mettere sui social raccontando di sé una realtà completamente diversa?
«Siamo nell’epoca del vuoto totale, la società delle apparenze, delle facce tutte uguali e della bellezza omologata. L’uso estremizzato di filtri basta a rispondere all’esigenza di sentirsi perfetti in una società che ci vuole vedere tali. Ma è anche sinonimo di insicurezza, pesantezza del giudizio. Nel mio piccolo ho insegnato da sempre proprio questo: a coltivare la vera bellezza, quella interiore, che passa attraverso la conoscenza, un temperamento caratteriale particolarmente affascinante, dei dettagli di unicità che ci rendono riconoscibili e interessanti. Il concetto di bello andrebbe rivisto e sostituito con quello di “fascino”.»