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Gugù, attesissima l’apertura in Lunigiana del raffinato ristorante dei giovani fratelli Soccini

BAGNONE – Lui si chiama Pietro, ha 27 anni e ha studiato per diventare chef; lei Anna, ne ha 30, è laureata in lettere moderne e ha la passione per i vini ed esperienza in sala. Sono i fratelli Soccini, sono lunigianesi, e domenica 11 luglio alle ore 17 inaugureranno, presso la suggestiva piazza di Bagnone (Massa-Carrara), il loro primo ristorante chiamato “Gugù”.

I due giovani, dall’alta formazione, dopo aver girovagato per l’Italia, tornano a casa, dove la famiglia Soccini ha le sue origini, precisamente nella frazione di Groppo. Ma un ristorante come il loro non poteva certo farsi sfuggire l’occasione di aprire in una cornice così affascinante come quella di Bagnone centro, dove a destra scorre il torrente dall’omonimo nome e tutto intorno si ergono gli storici palazzi e i borghi in sasso dai quali si sprigiona quell’atmosfera che sa di storia e tradizione.

E’ proprio l’amore per la loro terra, la Lunigiana, che ha fatto nascere “Gugu”, un nome dal suono simpatico, che per Pietro e Anna ha un valore affettivo che ricorda la nonna che con la frase “J’è picolo come ‘n Gugù”, indicava il cappellino della ghianda, un minuto contenitore così come lo è il loro locale, ma che però suscita grandi aspettative; infatti, in paese l’attesa è viva, tutti sono pronti ad accogliere questa nuova attività che certamente darà ulteriore lustro al territorio.

Pietro, prima di intraprendere questa nuova esperienza, dopo aver studiato presso la notissima e illustrissima Alma del maestro Gualtiero Marchesi, ha lavorato prima ai fornelli del ristorante stellato “Ai Cacciatori” in Friuli, dove ha appreso la tecnica, per poi aggiungere al suo repertorio i piatti lunigianesi passando due anni nella cucina dell’Agriturismo Montagna Verde di Apella. In questo modo, Gugù potrà offrire innovazione e tradizione, ma in che come ce lo spiega direttamente lo chef: «La nostra – spiega Pietro – sarà una cucina dinamica, con un menu sempre in mutamento, seguendo la stagionalità e portando in tavola sia il pesce, che è a pochi passi da noi, che la cacciagione, tipica di questi posti. Non ho bisogno di importare piatti perché in Lunigiana c’è già tutto; infatti, nel menu si troveranno alcune ricette tipiche, ma riviste nella loro presentazione, non voglio cambiarle, ma rendere loro omaggio, risaltarle»

Cosa significa essere giovani imprenditori in Lunigiana durante una pandemia?

«Questo è un periodo storico non semplice. Fare gli imprenditori è sempre più difficile e farlo rispettando tutte le regole che ogni volta si rinnovano significa fare il massimo. Però, è proprio perché siamo giovani che abbiamo deciso di farlo. Ora che abbiamo energia, forza, voglia e intenzione di spremerci fino al midollo per creare qualcosa di nostro in questo mercato, proponendo la nostra filosofia ai nostri clienti non potevamo certo tirarci indietro. La pandemia ci ha fatto paura perché non si sapeva come sarebbe andata, ma abbiamo avuto speranza e non ci siamo fermati. Abbiamo scelto Bagnone per le nostre origini, ma anche perché in questo comune il rilancio del territorio sta funzionando bene, e così anche per quanto riguarda la Lunigiana. Abbiamo aperto qui anche per dare il nostro contributo al mondo che ci circonda»

Come vi vedete nel vostro futuro?

«In futuro ci vediamo come ora: carichi, energici e perseveranti nell’intraprendere una filosofia vicina al mondo naturale e alle piccole imprese del territorio. Magari avremo una piccola cantina, dove Anna potrà mettere in atto la sua passione, ereditata da nostro padre. E abbiamo anche altre idee, quindi ci vediamo ancora meglio di ora con alle spalle, speriamo, delle soddisfazioni»

Se dovessi descrivere con una parola la tua cucina, quale sarebbe?

«Direi una cucina sincera, perché mi piace partire dalla materia prima. Se una mia ricetta prevede l’agnello, lo compro intero e poi a mano lavoro la carne e lo uso tutto quanto. Il mio ragù è come quello di una volta, con la carne tagliata al coltello. Al palato si deve sentire la mano dell’uomo, senza scorciatoie. Si deve riconoscere la storia dei movimenti. C’è una ritualità in cucina: gesti, accortezze che fanno parte della tradizione e della tecnica. Ma sarà facile scoprirle da Gugù.»

Bellezza e tradizione sembrano essere, dunque, le parole chiave di due giovani lunigianesi che in uno dei momenti storici più complessi degli ultimi anni hanno scelto con la testa, ma soprattutto col cuore, di investire nella loro terra di Lunigiana.