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Il mistero del materiale giallastro spiaggiato

Non sono ancora chiare la provenienza e l'origine della specie di cera paraffinica rinvenuta sul litorale di Poveromo. Recuperati 350 chili di composto

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In molti negli ultimi giorni si sono chiesti che cos’è quel materiale spugnoso giallastro arrivato sulle spiagge apuane. Il fenomeno ha colpito in particolar modo la zona di Poveromo (Massa-Carrara), ma anche Forte dei Marmi, San Vincenzo e l’Isola d’Elba, fino in Liguria a Finale Ligure.

Le Capitanerie di Porto della Toscana, per vederci meglio, hanno avviato un’operazione di monitoraggio con pattugliamenti navali e aerei. Questo ha permesso di individuare alcune chiazze di materiale nel mare settentrionale dell’Isola d’Elba e al largo della Riviera degli Etruschi. I militari della guardia costiera hanno prelevato alcuni campioni che sono stati inviati all’Arpat per le analisi, attivando anche procedure di bonifica in mare: sono state recuperati 350 chili di materiale.

Sulla base delle indagini preliminari, l’Arpat ha fatto sapere che si ipotizza che il materiale spiaggiato sarebbe “una cera di natura idrocarburica (cera paraffinica o cera polietilenica)” ha scritto l’agenzia per la protezione ambientale. Un tipo di prodotto hanno fatto sapere, che non presenta particolare pericolosità né ambientale né sanitaria.

Una cosa simile era già accaduta nel 2012, in quel caso si trattò di materiale biancastro, identificato poi come paraffina.

Resta il mistero sull’origine e la provenienza di questo composto.

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