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La Regione approva il piano cave, soddisfatto l’assessore Ceccarelli

Sviluppo sostenibile e tutela delle risorse sono le parole chiave alla base del nuovo Piano regionale per le cave (Prc), approvato oggi dal Consiglio Regionale.

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“Sono molto soddisfatto del risultato che abbiamo raggiunto”, commenta l’assessore regionale al governo del territorio Vincenzo Ceccarelli . “E’ un lungo lavoro preparatorio, di analisi e di confronto, che ha permesso di tracciare un quadro conoscitivo approfondito ed aggiornato dei giacimenti attivi e potenziali in Toscana. Sono stati individuati gli ambiti in cui è riscontrabile la presenza di materiale coltivabile e definite le regole per la tutela e l’approvvigionamento. Tra gli obiettivi anche il perseguimento dell’autosufficienza locale di questo settore, in modo da ridurre la dipendenza dalle importazioni, la promozione del riuso dei materiali recuperabili e la valorizzazione delle filiere produttive locali. Tutto questo per ridurre gli oneri ed i rischi ambientali ed al tempo stesso tutelare la disponibilità delle risorse minerarie locali, che non dovrebbero essere compromesse da usi impropri”.

“Il piano – spiega Ceccarelli – ha considerato 640 aree di risorsa sulle quali è stata effettuata un’analisi della pianificazione regionale, provinciale e comunale, della vincolistica e geologica. Sulla base di ricerche effettuate dalle Università di Siena, Pisa e Firenze, sono stati inoltre individuati oltre 300 siti di possibile interesse storico, distinti in tre tipologie: quelli di elevato valore storico/culturale/testimoniale per i quali non è consentito alcun prelievo di materiale, quelli nei quali è possibile prelevare materiale ai fini del restauro di monumenti (art. 49 della lr 35/2015), infine siti di valore storico in cui comunque il materiale è comune o diffuso
e quindi coltivabile ordinariamente”.
“Un’approfondita conoscenza della realtà estrattiva è stata alla base di tutta la nostra azione e di tutte le scelte che abbiamo compiuto”, conclude Ceccarelli. “Il Prc individua gli ambiti in cui è riscontrabile la presenza di materiale coltivabile e definisce le regole per la tutela e l’approvvigionamento dei materiali di cava. Traccia la cornice di regole in cui poi i Comuni definiranno nel dettaglio le zone escavabili e rilascieranno le autorizzazioni alla coltivazione delle cave. Tutto questo è frutto di un percorso partecipativo durato anni. Ci siamo confrontati in modo aperto – conclude il consigliere regionale – magari partendo da punti di vista anche molto diversi, per trovare alla fine sempre il modo di fare sintesi. Un risultato possibile solo perchè l’obiettivo comune era cercare soluzioni il più possibile condivise ed efficaci per coniugare sviluppo, sicurezza del lavoro e la tutela di beni primari ed essenziali come l’ambiente e il territorio”.

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