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«Massa-Carrara e la Toscana rischiano di essere divorate dalle mafie»

Presentato il report della Fondazione Caponnetto per approfondire la presenza di infiltrazioni mafiose sul territorio toscano.

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Caporalato, traffico di droga, riciclaggio di denaro. Sono solo alcune delle attività rilevate nel report Omcom (Osservatorio Mediterraneo sulla criminalità organizzata e le mafie) del 2020 sulla criminalità in Toscana realizzato dalla Fondazione Caponnetto con il Patrocinio del Comune di Firenze. Un report che delinea un quadro “che non va in alcun modo sottovalutato”e in cui emergono “punti deboli” che rendono la nostra regione esposta alle infiltrazioni di clan calabresi, campani, cinesi, albanesi, nigeriani, nordafricani.
Negli ultimi quindici anni, anche grazie agli studi sulla mafia portati avanti dalla Fondazione, si parla sempre più frequentemente della Toscana come di una terra “di criminalità organizzata, colonizzata dalla mafia”. Una situazione aggravata dalla crisi economica post covid “che favorisce ulteriormente la ramificazione delle singole cosche”.
Per questo lo slogan scelto dalla fondazione di studi per il 2020 è: “la Toscana rischia di esser divorata dalla mafia in quanto le cosche fan quel che vogliono”.

Il report mette in luce tutte le indagini che hanno toccato gli ambienti legati alla camorra e alla ndrangheta che si sono sviluppate in Toscana. Riguardo Massa Carrara si cita la collaborazione tra il reparto prevenzione crimine e la Polizia scientifica per la perquisizione di 30 persone “per la ricerca di armi ed esplosivi”. Perquisizioni che hanno portato al sequestro di beni per il valore complessivo di circa 5 milioni di euro.
I sigilli sono scattati per appartamenti, aziende ed esercizi commerciali ubicati nelle province di Lucca e Massa Carrara e “intestati ad affiliati al gruppo camorristico o a prestanome”. In particolare, a Viareggio gli agenti della Direzione Investigativa Antimafia hanno posto sotto sequestro preventivo un negozio di alimentari e una ricevitoria del lotto, quattro società edili, due terreni agricoli e dieci appartamenti. Una società edile è stata sequestrata a Lucca, e due a Camaiore (LU). In provincia di Massa Carrara sequestrati un appartamento e una ditta edile. Nell’ambito dell’attività gli agenti della Squadra Mobile di Massa hanno arrestato l’imprenditore di origine campane ma apuano di adozione da oltre 30 anni, Stefano Di Ronza, con l’accusa di essere affiliato da tempo al clan camorristico dei casalesi.

Sposato e con figli, residente da anni a Marina di Massa, Di Ronza era accusato di gestire per conto di alcune società, appalti per la costruzione di beni immobili: appartamenti, villette, ma anche centri commerciali e negozi. L’accusa a suo carico è stata quella di associazione di stampo camorristico e altri reati collegati e regolamentati dall’articolo 416bis, tra i quali quello di atti criminali e riciclaggio. Altri arresti sono stati eseguiti anche nel viareggino e in tutto il versiliese, oltre 30 indagati in totale. Di Ronza è stato poi assolto dopo 5 anni di processo per «non aver commesso il fatto» in relazione all’accusa di aver aiutato i clan della camorra a infiltrarsi nella zona apuo-versiliese.

Il report racconta che oggi: “Le  mafie  in  Toscana  non  ricorrono  a  manifestazioni  eclatanti:  omicidi,  attentati  oggi  non  fanno  parte  della  loro  strategia” che, invece, “si  realizza  con  l’acquisizione  di  settori  economici  sempre  più  importanti”.

Tra i clan più presenti: i clan campani, “innamorati del nostro territorio da tempo. Attivi nei settori tradizionali tipici delle mafie hanno investito in numerose attività”; i clan albanesi “anch’essi presenti e ben radicati in accordo con gli italiani. Il trafficomdi droga è la loro specializzazione. Bisogna seguire i loro soldi per vedere dove le stanno investendo. In alcune zone della città si assiste ad un fiorire di investimenti albanesi. Alcuni di questi saranno frutto di riciclaggio. Operano spesso in asse con i calabresi”; i clan cinesi “forti e radicati. L’area Firenze, Prato ed Osmannoro è considerata centrale a livello nazionale per la loro mafia/criminalità organizzata. Ultimamente è emerso che per i canali internazionali di riciclaggio si servono pure di un canale comune con i clan calabresi”; i clan nordafricani “presenti da tempo e si dedicano per lo più allo spaccio di droga”; i clan nigeriani “a Firenze son ben presenti e sempre più radicati in vere e proprie piazze di spaccio quali le cascine, la fortezza da basso e la stazione SMN. Operano con i gambiani che sono per il momento la loro manovalanza, ma non è detto che continui così in eterno”; a Firenze vi sono pure tracce e presenze di clan pugliesi, georgiani e rumeni. I georgiani sono specializzati nei furti, i rumeni nella prostituzione.

In tempi di covid e conseguente crisi economica, si legge nel report della Fondazione, bisogna “prestare alle mafie ed alla criminalità maggiore attenzione in quanto la loro forza economica aumenta esponenzialmente in tempi di pandemia. Il rischio è quindi altissimo”.

I rischi più frequenti in questi momenti di crisi sono quelli legati all’usura, al riciclaggio, alla speculazione edilizia, al caporalato, allo spaccio, ma anche alla zoomafia (la Toscana per la sua posizione rappresenta un nodo importante per i traffici di animali), alla gestione degli appalti, allo smaltimento dei rifiuti e al gioco d’azzardo.

In conclusione: “In un periodo così difficile economicamente è necessario – sottolinea la Fondazione – cambiare registro rapidamente. Bisogna agire prima che i fenomeni criminali avvengano per contenerli e combatterli in modo maggiormente efficace. Bisogna quando dei soggetti acquistano dei beni o subentrano in delle attività, domandarsi chi sono? Cosa fanno? Di chi sono amici? Di chi si circondano? Da dove prendono i soldi? Se le cinque domande non ricevono risposte chiare ed adeguate siamo di fronte ad un rischio criminale altissimo.
Dobbiamo quindi agire con intelligenza favorendo quella che si può definire la lotta alla mafia ed alla criminalità del giorno prima basandosi sulle analisi avanzate ed investendoci le risorse necessarie.
Oggi non possiamo permettere che le organizzazioni criminali guadagnino terreno, sarebbe un errore mortale per il nostro amato territorio”.

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