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Crisi in maggioranza? Persiani: «Qualcosa non ha funzionato nel dialogo»

Il sindaco fa il punto della situazione a seguito della mancata approvazione del regolamento degli agri marmiferi

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Consiglio comunale del 23 dicembre:che cosa è successo in maggioranza? In occasione della conferenza di fine anno organizzata dall’amministrazione comunale, il sindaco Francesco Persiani ha fornito la sua versione dei fatti. Il primo cittadino ha affrontato la “questione delle cave” e ha informato la cittadinanza di ciò che sta avvenendo nel centrodestra a seguito della mancata approvazione del Regolamento degli agri marmiferi. «La questione cave – ha esordito il sindaco – è una questione importante anche perché abbiamo finito l’anno mancando di quella armonia e di quell’unità della maggioranza che fino a lunedì 23 erano state un po’ un emblema di questa amministrazione. Finalmente una maggioranza forte e compatta che trovava sempre in qualche modo, pur all’interno del dialogo, un punto di sintesi. In questo caso è mancato, diciamo la verità, onestamente, è inutile girarci attorno. E quindi bisogna ragionare sulla mancanza di questa convergenza unitaria che si è evidenziata in maniera molto netta».

Crisi di maggioranza: parla Persiani

«Io in parte non parlerei di crisi di maggioranza, mi sembrerebbe prematuro. È un’avvisaglia, non da trascurare. Come dicevo prima se la maggioranza non riesce a trovare un’unità vuol dire che qualcosa non ha funzionato nel dialogo interno della politica. In parte dobbiamo addebitarci tutti, anche i consiglieri, un po’ di inesperienza, di immaturità forse nel gestire i lavori del consiglio comunale, nell’affrontare anche questioni un po’ tecniche, spinose. Capisco la passione della politica ma a volte ci vuole capacità, studio, applicazione, strumenti di conoscenza che a volte possono mancare. Io dico dove non arriva la mia mente, il mio cervello, la mia preparazione, è chiaro che dobbiamo fare affidamento sui tecnici. Ci sono dei tecnici, li abbiamo nominati, dobbiamo avere fiducia in loro. Se si mettono in discussione tutti, diventa più complicato. La dialettica va bene ma deve essere costruttiva e portare ad un risultato. Purtroppo per il centrodestra non aver approvato il regolamento degli agri marmiferi entro il 31 dicembre 2019, così come imponeva la Regione, è un’occasione persa politicamente. Tutto sommato sì, i regolamenti hanno impatto sul territorio, ma non è che stravolgono tutto il contesto cittadino, non è che stiamo spostando Marina ai monti o Massa a Marina. È un disciplinare la concessione e l’autorizzazione all’escavazione in base a quella che è la legge regionale vigente. Perdipiù se è un regolamento che la città sta aspettando da 90 anni. Mi sarei aspettato che la nostra maggioranza avesse dato una risposta dicendo: noi ci siamo, dopo 90 anni siamo qua. Qualcosa è mancato. Mi spiace. Io ce l’ho messa tutta».

«Devo dire di averlo portato comunque all’attenzione della commissione dopo mesi e mesi di studio, consentendo di esaminarlo alla commissione per 4 sedute. Sono 20 articoli alla fine, complessi ma sono 20 articoli. Io credo che da parte mia e della giunta sia stato fatto quello che si doveva fare. Il consiglio poi è sovrano e decideranno i consiglieri come e quanto prendere in esame il regolamento, se approvarlo, quando approvarlo, noi siamo qui». E ancora: «È stato approvato il regolamento di polizia municipale, mi fa molto piacere. La stessa cosa si sarebbe potuta fare per il regolamento degli agri marmiferi. Il Pd non ha fatto neanche un emendamento. Hanno soltanto parlato, dopo 3 anni che dovevano approvarlo. Hanno detto che non erano d’accordo: ditemi su che cosa. Il Movimento Cinque Stelle ha presentato due paginette che nel giro di mezz’ora il nostro dirigente aveva già analizzato e che era possibile discuterne. Il rinvio ha dato il segnale, boh, non lo so. Non so che segnale ha dato. Sicuramente non l’ho apprezzato e credo che si sia visto».

Il ruolo della Lega

«Mi spiace che questo evento sia stato determinato dalla Lega. Questo mi spiace. Quando mi sono candidato leader di una coalizione di centrodestra avevo come punto di riferimento la Lega. Vedersi mancare il sostegno dal partito di maggioranza un po’ lascia con dei dubbi, che segnale è? Un segnale politico? Un segnale di sfiducia verso il sindaco? Non lo so. Se si fosse in qualche modo giustificata questa scelta uno avrebbe potuto capire. Il fatto di dire no non avevamo tempo di esaminarlo, troppo complesso, sinceramente non la trovo una giustificazione valida perché è nelle carte che così non era. Anzi, ritengo che questo regolamento, seppur migliorabile, è equilibrato, equidistante, non frutto di ideologie oltranziste, ambientaliste tout court, ma nemmeno schiacciato su posizioni di imprenditori dell’attività estrattiva. Anzi scontentava tutti, forse. Questo era anche un buon segnale, che eravamo sulla buona strada. Attendo a questo punto che mi si dica quando i consiglieri, soprattutto quelli che hanno votato per il rinvio, si troveranno pronti per discuterlo, se vorranno discuterlo, se vorranno modificarlo. Chi è rimasto contento di questo rinvio, mi riferisco all’opposizione, gode poco perché se non lo facciamo noi lo fa la regione. È la regione che dice che l’attività estrattiva va tutelata. È la regione che stabilisce i quantitativi da scavare, non il comune. Anche questo, la leggenda che noi vogliamo distruggere le Apuane, 13 milioni di tonnellate in 20 anni. La regione non è certo di centrodestra. Quindi i cittadini se la prendano con qualcun altro. I tecnici ch lo hanno redatto sono tecnici nominati dai nostri predecessori. Il centro di geotecnologie di Siena non lo abbiamo nominato noi. Noi abbiamo fatto di più: abbiamo dato un incarico interamente pubblico perché ritenevamo che un soggetto terzo garantisse di più rispetto ad una commistione pubblico-privato. Non vedo che cosa potesse ancora mancare a questo percorso. Vediamo. Prendiamo atto di quello che è successo. Nelle nostre linee programmatiche abbiamo scritto che per noi cave e ambiente erano due argomenti che andavano di pari passo. non è possibile di conseguire attività estrattiva se non nella tutela dell’ambiente e nel rispetto della sostenibilità estrattiva. Sicuramente l’attività estrattiva svolge un ruolo importante all’interno di quello che è il distretto apuo versiliese. Crea posti di lavoro, crea ricchezza in tutto. Chiaro che tutto questo non deve essere fatto rapinando, distruggendo, inquinando, abusando, violando regole. Questo no, e anche i Pabe che abbiamo progettato e che verranno portati all’attenzione del consiglio comunale, se lo vorranno analizzare se anche qui non ci saranno barriere ideologiche che non mi aspettavo potessero esistere da parte del centrodestra, vedrete che sono piani attuativi che hanno grande sensibilità e attenzione verso la natura, l’ambiente, il parco delle Apuane. Tant’è vero che è prevista addirittura la restituzione di aree contigue di cava al parco, che non aveva senso dare alle attività estrattive perché non c’è il marmo. Quindi è inutile sciupare la natura quando ciò non è necessario, o meglio, quando ciò avviene in contrasto con i principi che noi vogliamo rispettare in maniera ferma e decisa».

Le domande de La Voce Apuana

Una delle proposte di modifica al regolamento degli agri marmiferi chiedeva di estendere il tema cave a tutto il consiglio comunale, un tema confinato alla sola giunta anche dalle precedenti amministrazioni. È disposto a spezzare questa linea di continuità con il passato e ad aprire a tutta la rappresentanza della città questo tema?

Sindaco Persiani: Gli emendamenti chiedono che il consiglio comunale dicesse l’ultima parola in ogni punto del procedimento di concessione degli agri marmiferi. Questo non solo non è previsto dalla legge, ma va anche al di là di quello che è l’interesse dell’amministrazione di svolgere il proprio lavoro nei tempi richiesti da questa attività. È chiaro che se ogni cosa la devo far passare dal consiglio comunale lei capisce che diventa una questione elefantiaca.. Chiaro che il consiglio comunale è sovrano nello stabilire le regole. Ma può prevedere anche che sia la giunta, siano le determine dirigenziali, come succede nel Tuel. Non è che io non voglio rompere un tabù, non è un tabù quello che dovrebbe essere il consiglio comunale. Ci sono delle cose che spettano al consiglio comunale e altre che spettano alla giunta. Ritengo che questa materia non sia necessario estenderla al consiglio comunale, questa è la mia opinione personale, poi ripeto la dialettica è ben accetta. Abbiamo fatto tantissime riunioni in generale su tutti gli argomenti, di maggioranza, dei capigruppo, con la giunta, con i tecnici. Il dialogo è apertissimo su tutti i temi, l’importante è che non ci siano pregiudizi.

In questo anno un consigliere di maggioranza è stato dichiarato ineleggibile da due tribunali. Lo stesso consigliere è consulente di una partecipata del Comune, Master, ha avuto modo di fare delle verifiche in proposito?

Sindaco Persiani: ho già scritto al dirigente e all’assessore competente perché l’amministratore di Master faccia una relazione puntuale su tutte le consulenze che ha affidato nel corso del proprio mandato, nel 2019, e che venga giustificato la natura dell’incarico, l’importo e l’effetto che questo incarico ha prodotto sull’attività della società. È interesse di questa amministrazione chiarire sia dal punto di vista politico che tecnico giuridico. Anche se al momento non ho elementi per poter pensare che questi elementi possano essere elementi che palesino delle illegittimità. Appena avrò la relazione potrò rispondere su questo punto.

CAMILLA PALAGI

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