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Beccati a rubare vestiti per i poveri: in manette uomo e donna

Si tratta di un 33enne e una 29enne, entrambi rumeni senza fissa dimora, che hanno preso di mira una campana per la raccolta degli abiti usati ad Avenza. Fenomeno in crescita, gli indumenti sarebbero finiti nel mercato nero

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Una coppia di stranieri originari della Romania è stata arrestata dai carabinieri mentre stava rubando parecchi indumenti dalla campana per la raccolta dei vestiti usati. Si tratta di un fenomeno che sembra prendere sempre più piede in molte città d’Italia.

I protagonisti della singolare vicenda sono un 33enne ed una 29enne senza fissa dimora, entrambi originari della Romania, che qualche giorno fa hanno preso di mira un cassonetto per la raccolta degli indumenti usati, posizionato in via Marina, di fronte alla sezione distaccata della biblioteca comunale. I due avevano già riempito di indumenti due grandi sacchi di plastica e stavano scegliendo altra refurtiva, quando il loro lavoro è stato interrotto dall’arrivo dei carabinieri della Stazione di Avenza, che stavano pattugliando il territorio.

Appena i militari dell’Arma hanno visto che i due stavano armeggiando con il bidone metallico di colore giallo della raccolta vestiti, sono rimasti ad osservare per un po’ la scena e hanno visto il 33enne con le gambe penzolanti dal cassonetto che tirava fuori gli abiti e li passava alla donna, la quale aveva il compito di scegliere quelli migliori.

A quel punto, non c’è voluto molto a capire che quella coppia non era certo intenzionata a fare una donazione, anzi avevano già messo da parte un bel po’ di indumenti per portarseli via, fra cui vestiti da uomo e da donna, una decina di paia di scarpe, sciarpe, tendaggi e vestitini per bambini, tutto in buono stato.

L’arrivo dei carabinieri ha permesso di cogliere in flagrante i due soggetti, che per poter fare razzia degli indumenti gettati nel cassonetto, avevano escogitato un sistema per aprire lo sportello basculante, che ha proprio la funzione di impedire il furto degli abiti usati una volta introdotti. I due sono stati quindi portati in caserma per le operazioni di foto-segnalamento, inoltre dall’interrogazione del terminale è emerso che il 33enne era già stato denunciato per un reato identico commesso nel 2015, mentre la sua complice aveva anche un alias con la stessa data di nascita ma con nome e cognome diversi. I carabinieri hanno anche scoperto che i due, non avendo un’abitazione stabile, occupavano una vecchia roulotte posteggiata in una zona poco frequentata di Marina di Carrara.

Successivamente, è stato invitato in caserma anche uno dei responsabili della Società Cooperativa che si occupa della raccolta degli indumenti usati dai cassonetti gialli, dislocati su tutto il territorio della provincia di Massa-Carrara, il quale ha raccontato che negli ultimi tempi il fenomeno dei traffici di vestiti usati che vengono rubati dai raccoglitori stradali, è diventato piuttosto frequente.
I due ladruncoli, entrambi disoccupati e senza fissa dimora, sono stati quindi arrestati con l’accusa di “furto aggravato in concorso”, mentre la refurtiva è stata restituita. Della vicenda è stato subito informato il pubblico ministero Alessandra Conforti che ha disposto di trattenere la coppia in camera di sicurezza.

Giovedì mattina, in Tribunale a Massa, davanti al giudice Ermanno De Mattia che ha convalidato l’arresto, i due hanno patteggiato quattro mesi di reclusione e 120 euro di multa, quindi sono stati rimessi in libertà con la “condizionale”.

Il sospetto è che dietro a questo genere di furti che vengono messi a segno in tutta Italia, ci sia poi un lucroso giro di affari che gira intorno a migliaia di capi usati trafugati che finiscono poi nel mercato nero, dove vengono rivenduti per pochi euro a capo.

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