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Sanità: «Cambiano i suonatori, ma la storia è la stessa»

L'affondo di Geloni (Uil Pensionati): «Impegni e promesse non rispettati. Vogliamo risposte dalla politica»

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“Attese impossibili, personale insufficiente, case della salute complesse che restano un miraggio. Le inadempienze sono di certo imputabili all’azienda sanitaria ma la politica, poco efficace, ha le sue colpe. Così sono cambiati i suonatori ma la musica è rimasta la stessa”.

Una critica severa e puntuale che arriva dal segretario della Uil Pensionati, Vittorio Geloni, che attacca la gestione della sanità locale mettendo al centro in particolare la situazione degli anziani. “Non sono stati rispettati gli impegni presi per aprire le strutture territoriali, come le case della salute complesse. Non basta apporre una targa a un edificio per soddisfare le esigenze dei cittadini e degli anziani. Sono quest’ultimi, ovviamente, i migliori ‘clienti’ della sanità costretti a rivolgersi per i loro problemi al Pronto soccorso del Noa, punto di riferimento essenziale per la provincia, che, nel periodo estivo, diventa una bolgia infernale con attese impossibili. Il personale fa quel che può ma sono i numeri a essere insufficienti”.

Nel mirino ci finisce prima di tutto la direttrice Maria Teresa De Lauretis alla quale Geloni invia un ultimatum: “Il commissariamento è finito e il tempo scaduto. Ora basta promesse. La sanità del territorio è allo sbando, le case della salute complesse non ci sono così come le sedi proposte: dalla targa sulla palazzina del civico al monoblocco, il vuoto sul distretto di Avenza. Strutture che dovevano essere in funzione prima dell’apertura dell’ospedale per acuti”. Ma l’affondo poi si sposta sulla politica: “La salute deve essere tutelata in primis dai sindaci ma, anche se sono cambiati i suonatori, le difficoltà sono le stesse se non addirittura peggiori, in ottica di area vasta – prosegue il segretario della Uil Pensionati – Il disagio c’è per tutti, dovuto alla distanza dalle strutture e alle liste di attesa per le visite, le operazioni e via dicendo. E dopo le operazioni ‘pedalare’, perché i posti letto costano cari, centinaia di euro al giorno: si potrebbe bere champagne e mangiare caviale. Ma quello che è
un disagio per i cittadini diventa un inferno per gli anziani. Il risultato è che per ridurre i tempi, allo stesso prezzo magari, basta rivolgersi all’intramoenia o al privato e tutto si risolve in pochi
giorni. Così chi è ricco si può ammalare e curare, gli altri chissà. Ecco – conclude Geloni – la sanità è di tutti, lo dice la Costituzione. Non ha colori né posizioni politiche. Ed è la politica che deve iniziare a dare risposte”.

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